Come si integra uno straniero in un Paese ospitante? Ovviamente
adeguandosi alle regole, alle norme e alle tradizioni di quel Paese. Questo non
deve necessariamente implicare la rinuncia alla propria cultura e tradizione,
ma comporta l’adeguamento delle stesse a quelle del Paese in cui si è deciso di
vivere, anche se temporaneamente. Il rispetto delle regole è fondamentale,
anche di quelle più elementari, così come il rispetto per gli altri e per l’ambiente
in cui si vive. Non si può pensare di farsi accettare dai cittadini del Paese
che ci ospita se ne offendiamo la dignità col nostro comportamento.
Ecco quindi che diventa inaccettabile il modo in cui le zone di
Montegranaro dove insistono grandi agglomerati di extracomunitari, diventino
vittime di stati di degrado gravi e degeneranti. Si badi bene: non sto facendo
di tutte le erbe un fascio. Ci sono stranieri ben più educati degli stessi
Italiani, ma è un dato inconfutabile che nelle zone dove abitano più stranieri
ci siano situazioni di degrado, vedi il cosiddetto “hotel house”, via Magenta e
buona parte del centro storico. Per quest’ultimo, poi, c’è stato un
evidentissimo aggravamento della situazione in seguito all’assegnazione degli
alloggi popolari nell’ospedale vecchio. Molto probabilmente si tratta di una
minoranza di incivili in mezzo a una maggioranza di brave persone, ma rimane il
fatto che queste brave persone accettano questo stato di cose senza prendere
provvedimenti. E i cittadini italiani ne debbono subire le conseguenze.
Nel contempo chi deve vigilare non vigila, chi deve sanzionare non
sanziona e il paese scivola in uno stato di prostrazione mai visto prima. A
poco servono, allora, le iniziative volte a favorire l’integrazione, se questa
volontà di integrazione non parte in maniera evidente dagli stranieri stessi.
Serve a poco insegnare loro la nostra lingua se non rispettano nemmeno il
nostro paese, il nostro territorio. Serve a niente imparare noi i loro costumi
quando loro dimostrano di non interessarsi affatto dei nostri, né di avere il
rispetto dovuto per il Paese che li ospita. Imporre, anche con misure pesanti,
il rispetto delle regole e verso il Paese che sta dando loro da vivere è il
primo passo per l’integrazione. Altrimenti stiamo parlando di aria fritta.
Luca Craia