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mercoledì 13 maggio 2015

Perché stanno asfaltando tutto il mondo?



Vorrei spiegare cosa c’è dietro questa improvvisa smania di asfaltare le strade che ha colto i nostri amministratori, in particolare la Provincia di Fermo che, improvvisamente, si è accorta che le strade di Montegranaro avevano più crateri della luna. Come mai questo interessamento proprio oggi e non, per dire, sei mesi fa? La risposta, immagino, la sapete tutti: ci sono le elezioni e si cerca di captare più voti possibili. Va bene, però articoliamo il ragionamento.
Montegranaro è una terra politicamente interessante perché ha un importante bacino di voti, circa 9000, che possono fare la differenza. Oggi poi, al contrario che in passato, esprime il vicepresidente della Provincia, quindi ha un suo peso territoriale. Il nostro Perugini non compete per le elezioni regionali, ma appoggia il Presidente Cesetti, nonostante le indicazioni ufficiali del PD indichino come candidato territoriale Giacinti, ex sindaco di Monte Urano. Perché Perugini appoggia Cesetti? Perché Cesetti gli asfalta le strade del paesello? No. Lo fa perché, eletto Cesetti in Regione, si libera il posto di Presidente. Chiaro, no?
Questo, però, crea qualche problema all’interno del Pd, visto che il segretario Basso, sia per serietà istituzionale che per propria scelta politica, appoggia Giacinti. Si crea così qualche attrito all’interno del partito di maggioranza della maggioranza, attrito di poco conto visto che il partito, in sé, è ridotto ai minimi termini.
Apro una parentesi a questo proposito. Qualcuno ricorderà che L’Ape osteggiò, a suo tempo, la segreteria Franceschetti perché si riteneva (credo ancora a ragione) che avesse una gestione, diciamo, autoritaria della sezione. Siamo di fronte, forse, all’ennesimo esempio qualunquista del “si stava meglio quando si stava peggio” perché oggi, invece, del partito democratico montegranarese si percepiscono solo sporadici segnali di vita. Non è morto ma è in coma. Almeno questa è l’impressione. La sezione giovanile è scomparsa, attivisti attivi non se ne vedono, iniziative manco a parlarne.
Dicevamo il gruppo “Franceschetti”. Non è affatto sparito, come qualcuno vorrebbe pensare, ma è vivo e vegeto e lavora, seppure al di fuori della segreteria cittadina. E lavora, nel caso specifico delle regionali, promuovendo la candidatura di Letizia Bellabarba. Ecco quindi la sinistra nostrana bella spezzettata, come nelle migliori tradizioni. Mettiamoci anche SEL che appoggia il proprio candidato e, per una volta, mostra un po’ di carattere, contrariamente a quello che sta facendo in Consiglio Comunale dove è sparito, fagocitato dal PD e costretto ad assecondare le derive destrorse di Ubaldi.
A proposito del nostro simpaticissimo e bellissimo Vicesindaco: chi voterà? Va in giro cercando di indovinare (o di far credere di sapere) cosa voteranno gli altri, lo ha fatto anche con me facendomi votare prima Gastone, poi la Lega, poi di nuovo Gastone. Per quanto riguarda il suo, di voto, non si espone. Ma qualcosa mi dice che aiuterà il suo nuovo buon amico Perugini che, in cambio, gli sta dando carta bianca su Montegranaro. Coi risultati che vediamo.

Luca Craia

sabato 14 marzo 2015

Ubaldi chiede la consulenza dei 5 Stelle. Captatatio benevolentiae?



Fa quasi tenerezza il nostro Vicesindaco che, dopo l’attacco del Movimento Cinquestelle a seguito delle dichiarazioni del Sindaco circa la problematica dell’impegno dovuto al disbrigo delle pratiche dei vecchi debiti che occuperebbe più dell’80% del tempo dei nostri amministratori, oggi ne chiede sostanzialmente la consulenza gratuita con delle dichiarazioni, consentitemi, patetiche. Dichiarare che, essendo stato dal 2009 all’opposizione, non si è avuta l’opportunità di seguire bene le vicende equivale a un’autoaccusa. In consigliere comunale ha libero accesso agli atti. Perché Ubaldi non li ha consultati quando era all’opposizione? Perché di certe cose se ne accorge solo ora? Dov’era? Era distratto o in qualche modo consenziente?
Ora chiede l’aiuto dei Cinque Stelle, probabilmente nella speranza che questi commettano lo stesso scivolone che hanno avuto quando, fidandosi con un po’ di ingenuità delle fandonie raccontate in Consiglio Comunale dalla maggioranza, hanno ritirato la mozione per la commissione di indagine per poi ritrovarsi una caricatura di commissione al posto di quella proposta. Ubaldi cerca la benevolenza dei pentastellati con il suo consueto modo infantile di gestire la politica, come se tutti siano al suo stesso livello. Credo che i Cinque Stelle siano un po’ più accorti rispetto al recente passato e che certe manovrine da terza elementare non li ingannino più. Speriamo.

Luca Craia

lunedì 23 febbraio 2015

La politica di Pinocchio



“I Cinque Stelle hanno già detto che parteciperanno”, questo è il virgolettato che riporta una frase di Perugini e Ubaldi circa l’ ormai stucchevole rimpallo di responsabilità tra maggioranza e Viviamo Montegranaro sulla questione dei debiti fuori bilancio. In sostanza si dice che verrà convocata la Conferenza Permanente per discutere l’intera faccenda. Non scendo nel merito perché non è di questo che voglio parlare ma del fatto che ancora una volta leggiamo cose non vere. Chiamiamole con il loro nome: bugie, menzogne.
In passato era già stato fatto spesso, di uscire sulla stampa con dichiarazioni non corrispondenti alla realtà attribuendo ad altri accordi e intenzioni. Ricordiamo i più recenti:
- c’era un accordo con il Presidente della Casa di riposo per il rinnovo del CDA: falso, smentito da Melchiorri dopo poche ore;
- c’era un accordo con le farmacie per la nuova turnazione notturna: falso, Bisacci uscì il giorno dopo sul giornale con dichiarazioni furibonde.
Ora i Cinque Stelle entrerebbero in quella conferenza che è stata istituita al posto della commissione aperta da loro richiesta e alla votazione della quale non parteciparono. Falso pure questo: i Cinque Stelle dichiarano che non ci entreranno finchè il tavolo non sarà aperto alla società civile (quindi mai).
Perché questo estremo bisogno di mentire? Perché questo giochino meschino a mettere in bocca agli altri cose non vere? Ci rendiamo conto di quanto questo sia grave e pericoloso? Di quanto questo possa minare la fiducia dei cittadini, almeno di quelli più attenti?

Luca Craia

giovedì 29 gennaio 2015

Scoppia l’amore in Stranamore? Ce lo dirà la Casa di Riposo.



Vi ricordate quanti sconquassi, terremoti addirittura, preannunci di ecatombe c’erano stati durante i primi mesi di governo della Giunta Mancini? Che fine hanno fatto i malumori, i mal di pancia, le esternazioni feroci sui giornali (e su questo blog), gli intenti bellicosi, i voti semicontrari? Tutto rientrato? Tutti d’amore (stranamore) e d’accordo? Dubito.
Dubito perché i silenzi in politica parlano, a volte, più delle parole, specie quando seguono parole precise, specie quando, in certi ambienti, comunque le voci si ricorrono. C’è un confine temporale da superare per fare il vero test di tenuta della maggioranza e ci stiamo avvicinando a grandi passi: il rinnovo del Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo. Sarà un atto politico difficile, anche perché illecito nei tempi (il Consiglio di Amministrazione non è scaduto e c’è da augurarsi che il Presidente Melchiorri faccia valere le sue ragioni, sia per completare il buon lavoro fatto fino a oggi sia per ribadire un principio di legalità). Sarà difficile, però, soprattutto perché ci sarà battaglia per le nuove nomine. Anzi, probabilmente la battaglia è già in atto ma noi non lo sappiamo.
Un posto in Consiglio di Amministrazione è appetibile per molti, non tanto per gettoni o rimborsi quanto per il prestigio. E non solo: la Casa di Riposo muove persone, ospiti e dipendenti, può fare accordi economici importanti, gestire il personale in modi diversi. Può fare, in breve, politica a largo raggio, dove per politica si intende quell’insieme di meccanismi che esulano dal rapporto eletto/elettore. A volerlo più di tutti, pare evidente ma lo dicono anche voci insistenti, sembra siano il Presidente Antonelli e il solito gruppo di Ubaldi, non pago di aver già raccattato più di quanto il suo peso elettorale (per quanto ci si affanni a far credere il contrario) possa consentire. Si tratta di inserire uomini vicini in posti chiave; del resto la politica, quella antica, quella che faceva la vecchia Democrazia Cristiana (ma la faceva meglio), funziona così.
Ed ecco che si pacificano i ribelli: la De Luca, che fece quasi cadere la maggioranza sulla votazione per la variante Bisacci, sembra si sia in qualche modo accontentata. Antonelli e Ubaldi attendono il rinnovo delle cariche. E quando questo ci sarà, probabilmente, qualcuno resterà  scontento. Vedremo. Intanto c’è Basso (quello anziano) che è pronto a stampellare la maggioranza. In cambio di cosa non sappiamo, ma certamente non per scopi umanitari.
E il Pd? Sembra appagato dalla vicepresidenza di Perugini alla Provincia, non pare vogliano di più ma chissà, probabilmente qualche pretesa l’avranno anche loro. Sembra però che preferiscano lasciare gli scranni alti agli altri, se non altro proprio per sopire le intemperanze e i malumori e tenere insieme questo strano puzzle amministrativo.
E Sel? Incomprensibile, almeno per ora, il loro atteggiamento. Non sembrano della partita, non chiedono nulla, sono stati trattati a pesci in faccia e, ciononostante, rimangono “fedeli” alla loro maggioranza. Eppure questa maggioranza l’hanno fatta traballare fin dall’inizio. Eppure questa maggioranza non è propriamente inquadrabile in una politica di “sinistra”: non c’è collegialità, non c’è scambio con la cittadinanza, non c’è una politica sociale che possa essere definita tale. C’è, invece, una componente di destra molto forte. La domanda è: che ci fanno lì in mezzo?
Il rinnovo delle nomine è molto vicino: già a febbraio dovremmo cominciare a vedere i primi movimenti. Ci sarà da divertirsi? Probabile.

Luca Craia

sabato 31 maggio 2014

Ritorno al futuro con Sel: la prima repubblica e il fantasma di Andreotti



Semmai vi foste fatti l’idea che il nuovo stesse davvero avanzando, mi dispiace disilludervi, non è così. C’è un fantasma che si aggira per piazza Mazzini, il fantasma della prima repubblica, di quella politica fatta di messaggi subliminali, di ricatti velati, di condizioni sine qua non dettate da pesi politici presunti o reali. Qualcuno giura di aver visto aggirarsi nel Palazzo Comunale, tra le ombre della sera,  un’altra ombra: quella di un omino piccolo, un po’ storto, un po’ aggobbito. Qualcuno giura si tratti di Andreotti. Io non lo so chi sia, so solo che sta spostando i pesi della politica cittadina dalle reali necessità, che sono urgentissime e improcrastinabili, ai soliti giochini di potere.
Se il nuovo avanza non si può creare un governo della città sulla base dei risultati elettorali e degli equilibri tra forze politiche. Non si può assegnare la delega di assessore in base a quanti voti si è preso. Le deleghe si debbono dare sulla base delle specifiche competenze. Altrimenti non è cambiato nulla: potremmo ritrovarci, per esempio, un assessore alla cultura che non sappia parlare in italiano, o un assessore ai lavori pubblici che nella vita fa il ragioniere e come tale si comporta. Ci vuole qualcosa di più, Montegranaro ha bisogno e merita di più e questo ci dovremmo aspettare dalla nuova giunta.
Invece leggo sul giornale che Vallasciani, coordinatore provinciale di SEL, arriva a Montegranaro, non so se fisicamente o solo in spirito, e detta legge al nuovo sindaco. Lo fa con lo stile tipico della prima repubblica, parlando in politichese fluente. Il messaggio è chiaro: o SEL prende un assessore o la maggioranza è a rischio. Non nomina che assessorato pretenderebbe, tutto sommato uno vale l’altro. L’importante è che i rapporti di potere all’interno della maggioranza siano salvaguardati e che in giunta tutti i partiti siano equamente rappresentati (a proposito: non era una lista civica?).
Con buona pace delle competenze. Con buona pace delle reali necessità di Montegranaro, che possono anche aspettare, dice il coordinatore degli ex comunisti: si prenda il suo tempo, Ediana Mancini, non si capisce perché tutta questa fretta. Mica sta crollando la scarpata di viale Gramsci, mica ci sono milioni di Euro da pagare, mica ci sono problemi che aspettano una soluzione urgente. Ora, l’importante, secondo Vallasciani, è stabilire gli equilibri. E pensare che io speravo in un assessore al bilancio che sapesse fare i conti, in un assessore ai lavori pubblici che capisse qualcosa di cantieri e, sognatore che non sono altro, in un assessore alla cultura che riuscisse a prendere almeno un congiuntivo su due.

Luca Craia