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venerdì 23 gennaio 2015

Rivalutazione del centro storico pro forma

Leggo e rimango piuttosto perplesso riguardo le ultime strategie messe in atto dall’Amministrazione Mancini e dall’assessore al centro storico Beverati per risolvere l’annoso problema del degrado del paese vecchio. Rimango perplesso perché mi danno la nettissima sensazione che non esista un progetto preciso ma che vengano messe in atto iniziative estemporanee e fondamentalmente inefficaci soltanto allo scopo di fornirsi un alibi e dire “noi ci abbiamo provato”.

L’idea delle agevolazioni a chi intenda ristrutturare e abitare case del centro storico è molto evidentemente un palliativo. Tutti sappiamo quanto costi una ristrutturazione di un vecchio stabile: molto di più rispetto a immobili recenti. Aggiungiamo lo scarsissimo valore di mercato che gli stessi hanno unito alla condizione di degrado dell’intero quartiere ed ecco che diventa legittimo chiedersi chi possa essere tanto pazzo da investire in un contesto simile solo perché il Comune fornisce agevolazioni monetizzabili in pochi spiccioli.
Stesso ragionamento vale per l’iniziativa legata al commercio. Incentivare l’apertura di un’attività imprenditoriale nel centro storico, oltretutto con cifre talmente irrisorie da sembrare ridicole, senza trovare soluzioni per il degrado, la sporcizia, il progressivo spopolamento è inconcepibile. La contingenza economica generale già di per sé sconsiglia l’apertura di nuove attività a meno che le stesse non siano ubicate in posizioni altamente strategiche. L’avviamento di qualsivoglia attività economica in un contesto come quello del centro storico di Montegranaro, nella sua condizione attuale, sembra essere un suicidio imprenditoriale e null’altro.
Infine l’acquisizione a costo zero di un vecchio opificio sito nel centro (non so quale, mi limito a considerare il concetto in astratto) per trasformarlo in un fantomatico centro sociale pare un’assurdità. Il Municipio versa in condizioni disastrose, il teatro Novelli potrebbe andare perduto da un momento all’altro, ci sono stabili cadenti e pericolosi che fanno collassare il valore di mercato di qualsiasi altro edificio e sconsigliano qualsiasi investimento nel quartiere e il Comune pensa di poter spendere soldi per la creazione di un centro sociale. Delle due l’una: o non si ha la minima cognizione del problema o si vuole gettare fumo negli occhi.
Intendiamoci: le iniziative di cui sopra sarebbero valutabili più che positivamente se inserite in un contesto di interventi più ampio e articolato del quale questi possano essere aspetti da curare in seconda battuta. Ci sono priorità improcrastinabili, come gli edifici cadenti, le abitazioni abbandonate e destinate anch’esse a diventare un problema, lo stato di incuria generale, l’esigenza di un controllo sociale più efficace. Una volta avviato un processo di “normalizzazione” del quartiere, allora si può pensare a incentivare gli investimenti. 
Eppure Beverati un progetto ce l’aveva e non era affatto male. Era un buon piano di rilancio, quello che presentò soltanto sei anni fa quando era candidato sindaco. E durante l’ultima campagna elettorale lo ha più volte ritirato fuori come linea guida delle sue intenzioni per il centro, pur dovendolo ridimensionare per questioni economiche. Che fine ha fatto quel progetto? Che fine ha fatto quella visione di insieme che sembrava avere e che è imprescindibile per risolvere il problema dei problemi di Montegranaro? Torno a ribadire che una città che lascia morire il proprio centro storico, quindi la propria memoria e il proprio cuore, è una città destinata a morire. Queste iniziative assomigliano a una cura palliativa per un malato terminale della cui sopravvivenza, ormai, si è abbandonata ogni speranza.

Luca Craia


martedì 26 agosto 2014

L’assessore gioca alla guida mentre il paese va a pezzi.



Il centro storico di Montegranaro non è mai stato così degradato come in questi giorni. Lo dico in tutta onestà, dopo anni di battaglie per sollevare la questione, dopo aver combattuto quotidianamente con la passata amministrazione comunale, dopo averlo visto diventare prioritario nelle promesse elettorali. Lo dico senza tema di smentita, perché chi ci vive, come me, sa che quello che dico corrisponde al vero. Lo dico senza astio alcuno, solo come constatazione dei fatti. Lo dico, però, anche con un pizzico di rabbia in più del solito, perché chi amministra Montegranaro oggi aveva promesso grandi cose per il paese vecchio, cose che, al momento, sembrano lontanissime dal diventare reali. E non vale più come giustificazione il fatto che la giunta si è più o meno appena insediata. Non è mai valsa, perché le questioni erano già note, perché gran parte dei componenti dell’attuale Amministrazione Comunale non vengono dalla luna ma sedevano sui banchi dell’opposizione nell’ultimo quinquennio e, quindi, devono essere a conoscenza delle problematiche in essere, perché ci è stato detto in campagna elettorale che esisteva un progetto per il centro storico e per attuare questo progetto non bisognava attendere nemmeno un’ora dopo le elezioni.
Oggi vediamo un grande impegno da parte dell’assessore al turismo per portare gente a Montegranaro. Non entro nel merito del metodo che sta usando e che contesto quasi integralmente, come ho avuto modo già di dirgli. Non ci entro ma lo farò presto. Vorrei invece focalizzare l’attenzione sulla curiosa dicotomia che si è venuta a creare tra i due ruoli che il nostro amministratore ricopre: quello di assessore al turismo, appunto, e di assessore con delega al centro storico. Mentre in un paese qualsiasi questo sarebbe piuttosto normale, essendo normalmente il centro storico di un paese meta di turismo, nel nostro questo stona, e anche tanto. Stona perché il nostro, di centro storico, è in condizioni pietose e l’assessore preposto, prima di giocare a fare la guida turistica, dovrebbe mettere in campo tutte le iniziative possibili per risolvere l’annoso problema.
Così non è. Finora si è puntato all’immagine, alla foto sul giornale. Non si è fatto un piano per la pulizia e, soprattutto, non si è fatto un piano per eliminare radicalmente il guano di piccione, che non si può semplicemente rimuovere (il giorno dopo si va punto a capo): va studiata una soluzione per limitare la popolazione dei volatili. Ancora peggio: non esiste al momento un progetto per il recupero degli edifici pericolanti. Ora io capisco la smania di far vedere che si lavora, diffondendo notizie su gruppi di turisti che vengono in visita a Montegranaro. Lo so che ci vengono, ce li porto da cinque anni e se oggi ci vengono, consentitemelo, è anche e soprattutto perché negli ultimi cinque anni c’è chi ha lavorato sodo per promuovere Montegranaro. Però io sono stato e sono tuttora costretto ad evitare le zone più degradate nelle visite che la mia associazione organizza. Lo è anche l’assessore, evidentemente, solo che questo appare quantomeno risibile proprio per il suo doppio ruolo. Anche l’assessore al turismo della vecchia amministrazione era a conoscenza del problema. Lui però non era anche assessore al centro storico e soprattutto non ha mai avuto velleità di fare il cicerone. Forse un po’ di sobrietà, un po’ di concretezza e soprattutto il coraggio di mettere in campo qualche idea propria piuttosto che pascolare sulle altrui fatiche non sarebbe male.

Luca Craia

venerdì 10 gennaio 2014

Anche in via Solferino partono lavori di ristrutturazione.




Non è per vantarmi ma, come si dice da noi nel Piceno, daje daje… Sono partiti in questi giorni anche i lavori di ristrutturazione di un edificio in via Solferino oggetto di ordinanza di messa in sicurezza ormai da anni e puntellato dagli stessi anni. È un lavoro importante non tanto per il recupero dello stabile, che risulta di valore storico relativamente scarso, ma per l’urbanistica generale del centro storico nonché per la viabilità. Infatti, la casa insiste sulla strada di ingresso principale del centro storico basso, unica via d’accesso per la zona dell’ospedale vecchio. Recuperarla comporterà non solo un sensibile miglioramento estetico ma anche un vantaggio tangibile per la viabilità del quartiere. Visto anche lo stato avanzato dei lavori in via Don Minzoni e via Palestro direi che qualche progresso lo stiamo facendo. Ciò dimostra che la continua attenzione, la pressione, la segnalazione e anche le tanto vituperate polemiche sono necessarie e danno frutti. Per questo bisogna insistere.

Luca Craia