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sabato 24 gennaio 2015

Tutti in divieto di sosta nel centro storico. Parola di vicesindaco.



Ha segnato un punto importante a suo favore nella sua personalissima battaglia contro il cittadino Luca Craia il vicesindaco Endrio Ubaldi, tramite il suo fedelissimo gruppo Gioventù Libera che ha pubblicato la foto della mia macchina che io stesso (vedi quanto so’ fesso) ho fornito loro. E, in effetti, è un autogol il mio. Del resto non ho mai saputo giocare a pallone, a scuola andavo a porta perché lì limitavo e danni e comunque anche lì… ma vi sto annoiando.
Hanno ragione i giovani fedelissimi al vicesindaco: la mia macchina, codice alla mano, in quella foto è in divieto di sosta. E più o meno c’è sempre, perché o lì o da un’altra parte, parcheggiare nel centro storico equivale a violare il codice della strada. Il punto, cari amici residenti del centro storico, è che in divieto di sosta ci stiamo tutti, per cui il Vicesindaco, nella sua immensa saggezza e lungimiranza, ha forse trovato il sistema per sanare le casse comunali.
Perché nel centro storico non puoi fare a meno di parcheggiare contro un muro o a meno di cinque metri da un incrocio, non lo dico per giustificarmi ma perché sono tutti muri e incroci e quindi puoi solo fare in modo di non iltralciare il transito. Questo evidentemente i ragazzi di Gioventù Libera non lo sanno perché giovani e non hanno mai avuto modo di mettere piede nel paese vecchio. Ma pare che non lo sappia neanche il vicesindaco che, a quanto pare, calcola con loro la multa da affibbiare a noi residenti del centro storico. E la dovremo pagare, cari amici, perché è giusto che sia così. Oppure parcheggiamo lungo via Risorgimento dove, pare, si può parcheggiare come ognuno meglio crede. E aspettatevela, la multa, perché il vicesindaco è uno che mantiene quello che promette. O no?

Luca Craia

Lettera dell'agosto 2014 per richiedere la regolamentazione dei parcheggi nel centro storico. La lettera è indirizzata al Sindaco. Evidentemente il vicesindaco non l'ha mai letta. Per farmi leggere dal vicesindaco devo per forza scrivere su Facebook.

mercoledì 5 febbraio 2014

Il giochetto infantile delle responsabilità di rimbalzo



Poca la qualità di questi primi abbozzi di campagna elettorale, probabilmente viziata dalle mattonate giudiziarie che arrivano come se piovesse. I toni sono di un livello tristissimo a leggere oggi le dichiarazioni di Gismondi che, anziché provare a dare nuove argomentazioni per difendere l’indifendibile, accusa la candidata della lista più accreditata a batterlo, quella lista “stranamore” che finalmente ha un nome, nientepopodimenochè…. di essere moglie di un ex assessore di Basso come, del resto, è stato anche lui stesso. Quindi, ricapitolando, a discolpare Gismondi sarebbe il fatto che Luigi Catini, marito di Ediana Mancini, ne sapesse quanto lui. E questo è quello che noi elettori dobbiamo (meritiamo di) sapere.
Ora il ragionamento è questo: se è possibile che un amministratore non conosca gli atti che la giunta di cui fa parte compie, questo vale sia per Gismondi che per Catini. Per cui se secondo Gismondi Catini doveva essere al corrente dei fatti, non si capisce perché egli stesso non lo fosse. Era distratto? Dormiva?
Altro ragionamento, forse più importante del precedente. Che c’entra ciò che eventualmente può aver saputo in merito alla vicenda Catini con la candidatura della moglie? Si insinua qualcosa o è solo infinitamente basso il livello dello scontro? Se è vera la seconda ipotesi, come credo, voglio proprio vedere dove si arriverà.

Luca Craia