lunedì 4 aprile 2016

I tirapiedi e la funzione terapeutica di Facebook



Nella grottesca questione dell’ira funesta di Perugini, che allegramente minaccia azioni legali contro fantomatici denigratori, riferendosi in maniera inequivocabile al sottoscritto ma stando bene attendo a non nominarmi mai, assume particolare interesse la serie di accoliti del potente che, come nella migliore scuola dei frustrati di Facebook, utilizzano il social network come fosse una terapeutica valvola di sfogo. In questo caso la cosa è fantastica perchè la maggior parte dei commentatori non sa nemmeno di cosa sta parlando. Ma parla. Difficilmente cedo all’insulto ma, dato che questi personaggi non ne lesinano a me, piuttosto che scendere al loro livello ne pubblico le esternazioni, perché non c’è modo migliore di insultarli che sottolinearne la pochezza con le loro stesse parole.

Cominciamo col buon Tassotti, che una volta mi definì "miserabile pezzente" e, in questo caso, raccomanda al suo eroe la massima spietatezza.
Passiamo quindi a Sonia Marrozzini (che proprio non so chi sia) che candidamente ammette di non sapere di chi parla ma con estrema tranquillità mi dà del mentecatto.

Ora è la volta del nostro Vicesindaco che, dopo un lungo periodo di silenzio imposto, dà la stura alla sua naturale tendenza all'insulto. Così, dietro di lui, parte la salva dei suoi tirapiedi.
Non poteva mancare il buon Marzola, che di solito latita da quasi tutte le questioni che riguardano il nostro paesino ma, quando si tratta di tirare due fendenti al sottoscritto e, contemporaneamente, reggere il codazzo al suo idolo (ognuno ha gli idoli che si merita), è sempre presente.
Ero in pena perchè ancora non vedevo Peretti ed eccolo qua. Peretti è stato la prima persona che ho bannato dalla pagina Facebook dell'Ape. Il poverino non lo fa apposta, non si rende conto di quanto sia offensivo, tracotante, cafone e maleducato.  Gli viene così, che ci vuoi fare? E se glie lo fai notare ti dice che sei cattivo.
Su Ivano Scarafiocca devo commentare? No, va.
Chiudiamo la carrellata col fido Gaudenzi, fedele scudiero del cavaliere Ubaldi. Sempre un passo dietro al capo, sempre pronto alla pugna per difenderlo, leggermente privo di spina dorsale propria, arriva a chiamarmi Eccelso che, detto da lui, è davvero un complimento.
Ora, attenendo le azioni legali promesse dall'avvocato Perugini, che probablmente mi porterà in tribunale con l'accusa di lesa maestà perchè altre non ne vedo, visto che mi sono limitato a porre un dubbio di opportunità politica senza muovere alcuna accusa nei suoi confronti, mi procurerò di studiare bene questi incisi. In effetti non è mio costume querelare la gente, non l'ho mai fatto nemmeno quando ce ne sono stati i presupposti (e ce ne sono stati). Ma, qualora dovessi tutelarmi, ovviamente tutto questo potrebbe interessare il giudice. Chissà. Rimane comunque l'estrema prova di quanto Facebook sia distante dalla vita reale.

Luca Craia

domenica 3 aprile 2016

Lo Studio Legale Perugini manda i propri assistiti a scontare la pena a Montegranaro



Leggo con una certa sorpresa, se non sbigottimento, la determina numero 12 del 28/01/16 (stranamente, pubblicata sull’Albo Pretorio solo il 3 aprile) con la quale si decidono le sorti di un detenuto che, condannato in via definitiva, richiede di scontare la pena presso il Comune di Montegranaro usufruendo dell’istituto della pena alternativa. Di che si tratta? È una buona cosa: consente ai condannati di evitare il carcere (o la pena pecuniaria) lavorando in maniera gratuita per mansioni socialmente utili. Cosa buona dicevo: dare l’opportunità a una persona di pagare il proprio debito con la società rendendosi utile è rieducativo e redentivo. Con tale determina, quindi, si accetta che un soggetto venga a lavorare gratuitamente per il Comune di Montegranaro anziché scontare la sua pena in maniera tradizionale. Si noti, però, che la cosa non è del tutto gratuita: ci sono da pagare alcune spese, tra assicurazioni e contributi vari.
Quello che mi suona male, però, è il nome dello studio legale che propone il progetto e che tutela il condannato: Studio Legale Perugini. Non sarà, per caso, lo studio del nostro assessore? Spero di no, anche se, da un punto di vista legale, immagino non ci sia nulla da eccepire. Però mi parrebbe inopportuno il fatto che tale decisione, che avvantaggia in qualche modo lo Studio Legale che assiste tale soggetto, venga presa da un’Amministrazione Comunale dove il titolare dello studio legale stesso sia assessore. Infatti l’idea che darebbe è piuttosto negativa per quanto riguarda la considerazione che si ha della cosa pubblica che, in qualche caso, sembrerebbe vista come una propria derivazione, quasi fosse un qualcosa di privato. Se il condannato fosse stato mandato a scontare la pena in un altro Comune non ci sarebbe stato nulla da dire. Ma speriamo sia solo un caso di omonimia tra studi legali.

Luca Craia

Lo scarico di responsabilità di Ubaldi non funziona



È spiegato molto chiaramente sul Corriere Adriatico stamattina come si sono svolti i fatti e il perché l’antennona venga spostata da dove sta adesso (molto più lontano dall’abitato) al sito della discordia. Ne faccio un sunto: l’antenna era posta su un altro terreno di proprietà di Giancarlo Venanzi; la Vodafone ha imposto un adeguamento al ribasso del canone di locazione con una modifica unilaterale del contratto e quest’adeguamento, ovviamente, non è stato accettato. Pertanto la società telefonica ha pensato di spostarsi altrove. Va da sé che sarebbe molto più conveniente per la Vodafone lasciare l’apparecchiatura dov’è, magari adeguandola, perché spenderebbe molto meno. Vista la disponibilità di Venanzi non pare una strada impercorribile e forse è la più facile ed efficace per risolvere il problema.
Tutto questo per rimarcare che quanto detto dal nostro vicesindaco nell’assemblea di giovedì è allucinante: infatti Ubaldi ha affermato, davanti a un centinaio abbondante di persone, di essere venuto a conoscenza della questione tra Vodafone e Venanzi solo pochi giorni fa. E ci potrei anche credere, vista la diligenza con cui amministra. Ma qualcuno dovrebbe spiegarmi perché, nel momento in cui l’Amministrazione Comunale ha visto giungere la pratica per l’antennona, non si sia informata in maniera capillare e completa. Se l’avesse fatto avrebbe saputo anche dell’origine del problema e forse avrebbe potuto mediare immediatamente, anziché trovarsi con gli sbancamenti fatti e forse anche qualche betoniera gettata.
Le affermazioni di Ubaldi, che gli sono costate un mezzo linciaggio da parte del pubblico e un colorito rosso tendente al blu in faccia, sono di una gravità inaudita perché, come le giri, le giri male. Se è vero che Ubaldi ha saputo del mancato accordo tra Vodafone e Venanzi solo pochi giorni fa, ciò dimostra l’inadeguatezza dell’amministratore e la sua profonda superficialità. Doveva informarsi prima. Se invece non è vero e quella raccontata all’assemblea cittadina è un’altra delle tante bugie di questa amministrazione comunale, allora c’è manifesta malafede. E tante ma tante cose da spiegare. Attendiamo.

Luca Craia