martedì 29 marzo 2016

Legittima difesa - In corso la raccolta firme per la proposta di legge



È in corso la raccolta di firme per la presentazione di una proposta di legge che ampli la facoltà dei cittadini di autodifendersi in caso di attacchi criminali in casa. Si badi bene: si tratta di una proposta di legge di iniziativa popolare e non di un referendum, quindi non si andrà mai a votare per questo argomento: nel caso si raggiunga il numero di firme necessario la proposta andrà in parlamento e subirà il normale iter di approvazione (o non approvazione) di una legge. Il testo della proposta è il seguente:

Art. 1
(Modifiche all’articolo 614 del codice penale)
1. All’articolo 614 del codice penale sono apportate le seguenti modifiche:
a) Al primo comma le parole “da sei mesi a tre anni” sono sostituite dalle seguenti ”da uno a sei anni”;
b) Al terzo comma sono aggiunte le seguenti parole:”Ma si procede d’ufficio se il fatto è stato commesso per eseguire un delitto
perseguibile d’ufficio”:
c) Al quarto comma le parole “da uno a cinque anni” sono sostituite dalle seguenti “da due a sette anni”;
d) Dopo il quarto comma è inserito il seguente:
Colui che ha posto in essere una condotta prevista dai commi precedenti non può chiedere il risarcimento di qualsivoglia danno subìto in occasione della sua introduzione nei luoghi di cui al primo comma”.
Art. 2
(Modifiche all’articolo 55 del codice penale)
1. All’articolo 55 del codice penale, in fine, è aggiunto il seguente paragrafo: “Non sussiste eccesso colposo in legittima difesa
quando la condotta è diretta alla salvaguardia della propria o altrui incolumità o dei beni propri o altrui nei casi previsti dal secondo e dal terzo comma dell’articolo 52”.

In sostanza si vuole dare modo al cittadino di difendersi all’interno delle mura domestiche anche con l’uso di armi che, comunque, non potranno circolare liberamente per strada. Inoltre la legge modificherà la normativa in modo tale che non sia più dovuto alcun risarcimento qualora il malvivente sorpreso in casa riporti danni anche gravi.  
Chi fosse interessato a firmare e sostenere l’iniziativa può recarsi e firmare presso la Segreteria Generale o l’ufficio anagrafe del Comune di residenza. C’è tempo fino al 25 maggio.

Luca Craia

Ma non eravamo noi i cattivi?



Devo dire la verità: a furia di sentire e leggere disquisizioni, elucubrazioni e ragionamenti di belle teste pensanti ho cominciato a sentire anche io dei sensi di colpa. Stavano quasi per convincermi che la colpa del terrorismo di matrice islamica fosse mia in quanto occidentale. Cominciavo davvero a credere che, siccome gli Americani hanno cercato di esportare la democrazia (vabbè, diciamo così tanto per dire, quando sappiamo che hanno esportato ben altro) con la forza, alla fine era pure giusto che questi soggetti venissero in Europa (ma in molti casi c’erano già in Europa, ben nutriti, istruiti e godenti dei miei stessi diritti) a fare strage di Europei. Alla fine mi ero quasi convinto che era per giusta causa che questi esagitati (ma santi), questi folli (ma eroici), questi maledetti figli di buona donna (ma giustificabili) venissero sotto casa mia ad ammazzare donne e bambini. E già, il cattivo sono io perché sono occidentale e, siccome gli USA sono occidentali pure loro, per osmosi mi passano la colpa e giustificano l’atto di fare stragi quasi come fosse cosa eroica. Anzi, togliamo il quasi.
Poi apprendo di continue stragi anche in oriente, l’ultima ieri. Stragi di donne e bambini che nulla hanno a che fare con gli Americani e con gli Europei. Allora mi chiedo: e questi? Che colpa hanno? Che torto gli si attribuisce? È colpa mia pure di quanto è successo ieri in Afghanistan? Si parla di una novantina di morti ammazzati in un parco dove le famiglie facevano festa. Cos’erano quei morti? Esportatori di democrazia o, magari, importatori? Cos’erano? Complici degli Americani. E i morti in Iraq? In Africa? Tutte le vittime non occidentali del terrorismo islamista, che colpe hanno? E noi? Che colpe abbiamo noi in questi casi?
Non sarà, invece, che siamo di fronte a uno scontro tra civiltà e culture, dove le posizioni più radicali e oltranziste non si fanno scrupolo di eliminare fisicamente ogni ostacolo alla realizzazione dei loro obiettivi? Perché anche da noi ci sono posizioni radicali e oltranziste, ma non mi pare che sia consueto ammazzare gli avversari a grappoli. Non sarà che siamo di fronte a una cultura che, anche se nella maggioranza appartiene a gente quieta, ha in sé il germe della violenza? Perché anche nella nostra cultura c’è violenza, ma non vedo possibile che migliaia di persone abbraccino il fucile o si imbottiscano di esplosivo per affermare la propria visione del mondo.
Colpa degli Americani? Forse, forse hanno scatenato e fatto uscire quel germe di violenza che era insito nella cultura musulmana. Ma quel germe c’era, non ce l’hanno messo gli Americani. Perché un matto che si fa saltare in aria facendo una strage può capitare anche in Europa, ma parliamo di un matto, non di una organizzazione internazionale che riesce a fregare i servizi segreti e pianificare attacchi in maniera scientifica in mezzo mondo. Nella mia cultura queste cose non sono concepite, contemplate. Per cui grazie tante, ma i sensi di colpa non li voglio più.

Luca Craia

domenica 27 marzo 2016

Le accuse dell’ex dipendente e la stupefacente risposta del Sindaco



Nel Corriere Adriatico di ieri è apparso un articolo che continuava la diatriba tra l’attuale Assessore ai Servizi Sociali Cristiana Strappa e il suo predecessore Anna Lina Zincarini. La disputa è nata da uno dei tanti comunicati dell’Istituto Luce cittadina in cui la Strappa (o chi per lei, visto che non si capisce mai chi scrive e chi firma i comunicati) enumerava i grandi risultati ottenuti dal suo ufficio. Le rispondeva la Zincarini contestando, cifre alla mano, tutte le voci che davano motivo di soddisfazione alla Strappa. Come sempre incapaci di incassare i colpi, da piazza Mazzini rispondevano con un altro documentario scritto dell’Istituto Luce che, ghirigorando tra numeri e cifre, cercava di contraddire il contraddittore col risultato di confondere la mente di chi legge. Il Corriere Adriatico, stranamente per un giornale di soliti più che amichevole con l'Amministrazione Comunale, univa all’articolo la testimonianza di una ex dipendente della cooperativa che sbugiardava la Strappa.
Oggi tocca al Sindaco scendere in campo. Non si poteva esimere, la Mancini, dalla difesa strenua lancia in resta della sua scolaresca, pardon, giunta. E come la fa? Come sempre menando fendenti piuttosto che argomentando. E questi fendenti sono, secondo me, gravissimi perché, anziché spiegare e contestare quanto affermato dall’ex dipendente, la accusa di vigliaccheria perché non “ci mette la faccia”. E poi la perla: il Sindaco sa di chi si tratta, perché sono soltanto due le dipendenti che non hanno accettato le nuove condizioni di lavoro imposte dalla sua giunta. Per cui il tutto assume un preoccupante tono minaccioso, tono al quale, ormai, siamo abituati. E a Montegranaro riecheggia sempre più forte il suono metallico dello scacciapensieri.

Luca Craia