giovedì 19 febbraio 2015
mercoledì 18 febbraio 2015
Patto per la sicurezza: predicare bene e razzolare….
Non voglio sprecarci tante
parole, ne ho già scritte abbastanza. Mi è solo parso grottesco il contenuto
del Patto per la Sicurezza
sottoscritto lo scorso 13 febbraio in Prefettura dal nostro Sindaco perché mi
pare sia in palese contraddizione con l’assegnazione degli alloggi popolari con
criteri che rischiano di fare del centro storico il ghetto di Montegranaro. Leggiamo:
Non voglio aggiungere ulteriori
commenti.
Luca Craia
La sindrome da divisa nell’Italia dell’illegalità
Una piccola riflessione sulla
notizia di oggi: la Guardia
di Finanza avrebbe multato un negoziante per aver regalato un panino a un disabile.
Tutto questo a Napoli dove ci sarebbe ben altro da multare. Ora: fosse l’Italia
un Paese dove vige la legalità assoluta la cosa sarebbe normale. In effetti la
legge è stata violata in quanto si sarebbe dovuto emettere uno scontrino a
importo zero. Ma l’Italia è un Paese dove la legalità è un miraggio, dove si
violano leggi e regole con regolarità, dove ruoli chiave dello Stato stesso sono
in mano a malfattori. Quindi l’operato degli agenti delle Fiamme Gialle appare quanto
mai inopportuno, stupido e dannoso del concetto di legalità.
Il cittadino ha bisogno di
sentirsi tutelato da chi porta una divisa. Non deve aver paura del carabiniere perché
il carabiniere potrebbe picchiarti a morte. Non deve temere il poliziotto perché
potrebbe spaccarti la testa durante una manifestazione pacifica. Non deve aver
paura del finanziere perché potrebbe infliggerti una contravvenzione ingiusta. La
fiducia che il cittadino dovrebbe poter riporre negli uomini in divisa è duramente
messa alla prova da spaccatesta, delinquenti in divisa o imbecilli col cappello
stemmato. Ben inteso: sto parlando di minoranze infinitesimali in mezzo ad una
quasi totalità di persone serie che svolgono il loro mestiere, anzi, la loro
missione nel migliore dei modi. Ma la classica mela marcia anche in questo caso
danneggia il cesto intero.
La cosa più riprovevole e che
mina ulteriormente il rapporto Stato-Cittadino è la mancanza di provvedimenti. Il
poliziotto che sbaglia non vien punito, viene trasferito. I fatti non vengono
analizzati e resi pubblici affinchè non accadano ancora ma vengono nascosti. E
anche in questo caso nessun provvedimento verrà preso nei confronti di questi
due imbecilli, consentitemi il termine, che, invece di lavorare per la legalità
di una città come Napoli dove di illegalità si vive e si muore, perdono tempo a
infliggere sanzioni per fatti innocui e per un’illegalità che non c’è. Perché lo
abbiano fatto non lo so: eccesso di zelo, stupidità, inadeguatezza. Ma hanno
arrecato un danno incalcolabile all’immagine dello Stato. Questi uomini in
divisa dovrebbero essere impiegati altrove: magari a pulire le strade di Napoli
con una bella scopa in mano al posto della pistola. Ma farebbero danni anche
lì.
Luca Craia
La schizofrenia della critica feroce e costruttiva.
Ho pubblicato, nel giro di pochi
giorni, due video realizzati da me. Il primo faceva vedere la Montegranaro che non
vorremmo vedere, quella sporca, degradata, preda dell’incuria e dell’inciviltà.
Il secondo, invece, mostrava la
Montegranaro più bella, i suoi tesori più preziosi, gli
scorci più belli. Mi hanno dato del pazzo per questo: come fai a postare una
cosa e il suo contrario quasi contemporaneamente? In effetti, un po’ pazzo lo sono
e ne vado anche piuttosto fiero, ma vorrei spiegare.
Il mio impegno e, finché i miei
sodali in Arkeo sono concordi su questa linea, l’impegno della mia associazione
è quello di lavorare sui nostri scopi denunciando le cose che non vanno mentre
si promuovono quelle buone (che sono tante). Lavoriamo da anni per portare il
turismo a Montegranaro e ci stiamo riuscendo tanto che, ora, qualcuno s’è
accorto che il turismo può essere interessato a Montegranaro. Meglio tardi che
mai, magari con qualche correzione.
Lavoriamo per riportare alla luce
tesori nascosti e dimenticati. Lavoriamo per studiare il patrimonio. Facciamo
proposte per migliorare la qualità della vita. Nel contempo denunciamo quello
che è sbagliato, quello che c’è da correggere, il malcostume, quelli che,
secondo noi, sono gli errori della politica.
C’è una profonda coerenza in
tutto questo, anche se ai più superficiali non appare. È la coerenza di chi ama
profondamente la propria terra e vuole il meglio, e per ottenerlo lotta con
ogni mezzo. Noi quello facciamo: vogliamo che la gente venga a Montegranaro e
nel Fermano perché c’è molto da offrire e questo può essere il futuro della
nostra economia. Ma può esserlo soltanto se valorizzato, curato, proposto con
professionalità. Ecco perché combattiamo la politica raffazzonata, i soldi
sprecati, l’abbandono e l’incuria. Ecco perché lottiamo contro la maleducazione
e l’inciviltà. Siamo convinti che non si possa fare nulla di buono essendo
servili con la politica e facendo i simpatici con la gente. Noi siamo schietti
e sinceri. A volte antipatici. E anche un po’ matti.
Luca Craia
martedì 17 febbraio 2015
Caro Assessore al Centro Storico ti scrivo.....
Caro Giacomo Beverati,
avendo io sollevato la questione
della cartellonistica a cui leggo oggi sul Corriere Adriatico la solita sguaiata
risposta (alla quale dovrei essere ormai abituato essendo questo, a quanto
pare, lo stile di questa amministrazione) vorrei precisare alcune cose circa le
tue affermazioni:
1)
nessuno ha mai dato la colpa a questa amministrazione
del fatto che i cartelli siano sbagliati. Ho solo affermato che sono sbagliati.
Invece di mettersi immediatamente sulla difensiva (cosa che denuncia un certo
nervosismo, a che dovuto possiamo solo immaginarlo) basterebbe prenderne atto e
provvedere. Lo segnalo da anni, lo avevo già segnalato all’amministrazione
Gismondi ma i cartelli sono ancora lì e, viste le tue risposte, immagino che ci
resteranno a lungo.
2)
Datazione della Cripta di Sant’Ugo: il Chronicon
Farfense parla in maniera molto chiara di tre chiese in Montegranaro, una delle
quali era SS.Filippo è Giacomo, l’attuale Sant’Ugo. Il documento farfense
risale all’anno 829, parecchio antecedente alla data indicata da te. Del resto
se il Beato Ugo, morto nel 1270, avesse davvero risieduto a Montegranaro
immediatamente prima della sua morte, secondo la tua ricostruzione, avrebbe
forse fatto il muratore proprio per edificare la chiesa a lui in seguito
dedicata. Ora et labora. Ma, dato che Ugo risedette (secondo le fonti, per
quanto poco attendibili) nel monastero silvestrino di Montegranaro, è pensabile
che la chiesa ci fosse già almeno, appunto, dall’829. Da qui è evidente che la
scritta XIII secolo del cartello è errata. Invece di arrabbiarti cambia il
cartello, fai più bella figura.
3)
Non so a quale pieve del SS.Salvatore tu ti riferisca. Quella
a cui mi riferisco io non è più officiata semplicemente perché è murata (almeno
la parte che abbiamo rinvenuto noi). Certamente il resto della chiesa è
riferibile all’attuale teatrino della pievania nel quale non si può officiare perché
non è una chiesa. Certamente, però, non è uno dei monumenti più insigni della
città a meno che tu non abbia una strana misura del valore dei monumenti. La Pieve (la porzione, per la
precisione) a cui ci riferiamo è accessibile tramite uno stretto cunicolo e
penso che quando ci siamo entrati noi siamo stati i primi da secoli. Attendo
smentite. Da quello che leggo, però, mi pare evidente che tu non sai di cosa
stiamo parlando. Ti suggerirei di documentarti prima di inalberarti.
Vedi Giacomo, il problema è
sempre quello: non siete capaci (uso il plurale perché mi pare che sia vizio
comune nella vostra amministrazione) di prendere con la dovuta eleganza le
critiche. Io, caro Architetto, non sono affatto un “illustre esperto” come dici sarcasticamente tu (anche se
mi avvalgo di due archeologi, un restauratore, un geologo e un ingegnere che sono attivi nella mia associazione) ma solo un appassionato che si
dedica a queste cose da anni, talvolta sbagliando, talvolta prendendoci. Essendo
tu in possesso dei miei numeri personali, come hai fatto più e più volte
avresti potuto anche in questo caso chiamarmi e chiarire, evitandoti questa
brutta figura.
Quando vuoi visitare la Pieve dimmelo, ti accompagno
volentieri. Ma sii cortese, non ridicolizzare il lavoro fatto seriamente da
tuoi concittadini, alcuni anche tuoi elettori, solo per una comparsata sul
giornale o per una ripicca infantile. Non è da politici navigati con esperienze
quasi trentennali come sei tu.
Con affetto
lunedì 16 febbraio 2015
Ci starei attento con Veregra
Sì, ci starei attento perché
rischiamo di fare figuracce. A Montegranaro ci piace molto pensarci come eredi
di un’antica stirpe romana, figli dei cittadini di una grande colonia chiamata
Veregra. Il problema è che Veregra non dà traccia di sé in nessuno scritto
storico. Solo Plinio il Vecchio cita, nella sua Naturalis Historia, non Veregra
ma un Ager Veregrarus inteso come territorio ma non gli dà un’ubicazione
esatta, tanto che esistono ben tre diverse interpretazioni che collocano
Veregra in punti estremamente distanti tra loro: Tolomeo la pone in Abruzzo, il
Colucci a cavallo tra il maceratese e l’anconetano nella zona tra Montefano e
Filottrano e una terza, invero suffragata dalla nostra antica tradizione, mette
Veregra nel territorio di Montegranaro.
La tradizione delle origini
veregrensi di Montegranaro parte da uno scritto di Andrea di Giacomo da
Fabriano che scrisse la vita di Sant’Ugo da Sassoferrato. Il documento fu
redatto circa quarant’anni dopo la morte del beato e parla della permanenza di
Ugo nella terra in cui vivevano “incolae Veregrani” ossia gli abitanti di
Veregra. Poiché nel periodo a cui il Generale dei Silvestrini fa riferimento
Sant’Ugo avrebbe vissuto a Montegranaro ecco che si deduce, senza alcuna prova
storiografica, che incolae Veregrani sia la popolazione di Montegranaro. Del
resto non vi è nemmeno alcuna prova scritta della permanenza del Santo in città
e l’unico dato a suffragio di questa convinzione è la fortissima e immediata
devozione al Santo che cominciò prima ancora della sua morte avvenuta nel 1270.
Andando per logica appare chiaro
che, anche qualora Veregra fosse stata edificata nel territorio attiguo
all’attuale Montegranaro certamente non ne possiamo cercare le vestigia sui nostri colli in quanto i Romani non
edificavano le città sulle alture ma lungo le pianure. Casomai eventuali
vestigia romane rinvenute sui colli montegranaresi potrebbero riferirsi a
depositi di grano, appunto, e a fortificazioni per la loro difesa.
Con ciò non è mia intenzione
disilludere coloro che siano convinti della discendenza romana dei
Montegranaresi. Ritengo però che darla per certa sia un errore, almeno a
livello istituzionale. Piuttosto sarebbe opportuno un impegno condiviso per
ricercare realmente le radici della nostra città. E chissà che non troviamo le
prove che Veregra era veramente l’antenata di Montegranaro.
Luca Craia
Voglio restare umano. Non voglio scegliere tra la dittatura di Renzi e il disumano Salvini.
“12 BARCONI carichi di immigrati (tutti pacifici?) sono stati segnalati
a Sud di Lampedusa. Fosse per me li aiuterei, li curerei e darei loro cibo e
bevande. Ma li terrei al largo e NON LI FAREI SBARCARE, ne abbiamo abbastanza.”
Questo lo dice Matteo Salvini, leader della Lega e personaggio politico molto
amato negli ultimi tempi. È abile Salvini: cavalca le paure ataviche, utilizza
quelle create ad hoc dal regime di Renzi, strumentalizza una situazione comunque
critica in Italia per guadagnare consensi e ci riesce. L’altra sera ho chiesto
di vergognarsi a un conoscente su Facebook perché affermava che è un peccato
che il Mediterraneo sia così piccolo perché ci entrano pochi morti. Salvini ha
successo e questo lo dimostra. Salvini fa gravi danni sociali e questo lo
dimostra.
Guardate queste immagini:
Sono donne con i loro figli,
padri con i loro figli, persone disperate in cerca di un futuro. Sono
pericolosi? Terroristi? Vengono a saccheggiare Roma? Ora guardate quest’altra
immagine:
Sono le bare di quattro bambini
morti annegati nel mediterraneo. Erano terroristi? Rappresentavano un pericolo?
L’immigrazione incontrollata è
indubbiamente un grave problema che va affrontato e risolto. Certamente l’Italia
non è in grado di accogliere l’enorme flusso, destinato a crescere, di
rifugiati provenienti da Africa e Medio Oriente. Certamente esiste anche il
pericolo di infiltrazioni terroristiche. Ma pensare di non soccorrere ESSERI UMANI che rischiano di morire in mare è DISUMANO.
Occorre una politica comune di
tutta l’Europa per arginare il fenomeno. Occorre certamente fare in modo che
questa povera gente non parta, non venga, che rimanga nel suo Paese. Bisogna
attuare politiche di cooperazione per fare in modo che le situazioni che
costringono i profughi a fuggire vengano annullate.
Il problema è che queste situazione,
in gran parte, le abbiamo innescate proprio noi occidentali, con le nostre
guerre mascherate da operazioni di pace, con le nostre esportazioni di
democrazia. Ora risolverle non è facile. E certamente non si risolvono con
nuove azioni di guerra come quelle paventate dal nostro governo.
Ma come possiamo pensare di lasciare degli esseri umani a morire tra le
onde? Come potete ritenervi ancora umani dopo averlo pensato? Dobbiamo
scegliere tra la dittatura di Renzi e il disumano Salvini? Io scelgo di
restare umano!
Luca Craia
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