martedì 16 dicembre 2014

Un europeista che firma contro l’Euro



Ho firmato per il referendum proposto dal Movimento 5 Stelle per uscire dall’Euro pur essendo un convinto europeista. Non sto qui a disquisire dilungandomi su temi economici che, onestamente, non sono nemmeno in grado di trattare. Ho firmato perché non è questa l’Europa che vorrei, non è questa la moneta unica che vorrei. Ho firmato perché voglio dare un segnale. Ho firmato perché credo nell’Europa unita ma unita politicamente, forte, giusta, concorde e democratica. Non è questa l’Europa che abbiamo. Per questo ho firmato: perché si possa ripartire.

Luca Craia

Strani personaggi


A ognuno il suo mestiere nel rispetto della legalità (e delle giuste finalità)



Nel volantino di Natale in Strada, il “Veregra Street invernale” studiato e voluto dal direttore artistico nonché deus ex machina Giuseppe Nuciari per sperimentare il già riuscitissimo evento estivo in climi non proprio abituali, leggo una frase che mi auguravo di leggere da tempo: “menù convenzionati con ristoranti”. Me lo auguravo perché ritengo che questa sia la giusta via da seguire.
È logico che occasioni come questa siano opportunità importanti per l’autofinanziamento del mondo associativo e del volontariato al quale, fino ad oggi, è stata data pressoché carta bianca in fatto di gastronomia nella festa, ma credo sia giusto fare alcune considerazioni sganciandosi da qualsiasi pregiudiziale. È giusto che la mole economica (che è notevole) mossa dal cibo non venga incamerata dagli operatori professionisti del settore? Io credo di no e per due motivi.
Il primo motivo è morale ed economica: ci sono operatori che svolgono un’attività imprenditoriale che va rispettata. Costoro pagano affitti, investono sulle attrezzature, fanno ricerca di materiali di qualità e, soprattutto, pagano le tasse. Credo che questo impegno che gli imprenditori del settore profondono per tutto un anno non debba subire sospensioni nei periodi in cui il paese festeggia subendo la concorrenza di altri soggetti che non sono economici. Anzi, ne dovrebbero avere giovamento. E qui arriviamo al secondo motivo.
Se vogliamo davvero ridare vitalità e forza al centro della città, così come si dichiara da tutte le parti, lo dobbiamo fare incentivando l’investimento. Mi pare contradditorio che, in un momento in cui chi questo investimento lo ha fatto ha l’opportunità di raccoglierne maggiormente i frutti grazie al flusso notevole di persone che eventi come questo generano, debba subire la concorrenza di operatori che non hanno investito, non creano economia e non pagano tasse che, di riflesso, ricadono beneficamente sul territorio stesso.
Credo che sia giusto e opportuno, anche politicamente parlando, che i ristoratori e gli operatori della gastronomia in genere vengano tutelati, incentivati e portati a investire maggiormente sfruttando proprio occasioni come questa. Le associazioni hanno certamente un ritorno e questo ritorno altrettanto certamente è a beneficio del paese ma ritengo sia estremamente più importante fare in modo che le attività commerciali godano dell’economia derivante da queste iniziative. In sostanza le associazioni siano libere di organizzare cene sociali e simili ma non si sostituiscano in alcun modo agli operatori che legalmente si occupano dello stesso ramo perché, altrimenti si creerebbe una concorrenza sleale e disincentivante che sarebbe estremamente dannosa e andrebbe in direzione totalmente opposta a quella dichiarata di rivitalizzare il centro.
Mi pare buona, quindi, l’intenzione che leggo dal volantino di lasciare la ristorazione propriamente intesa ai professionisti mentre le associazioni vadano ad occuparsi di promozione enogastronomica, degustazioni e affini anche e soprattutto creando la giusta sinergia con gli operatori stessi. In questo modo entrambi potranno avere un ritorno economico da queste iniziative e si lavorerebbe insieme per favorire la rinascita del centro.

Luca Craia

lunedì 15 dicembre 2014

La coerenza di dire sempre quello che si pensa.



È cosa nota che io e Gastone Gismondi, il nostro ex sindaco, siamo vecchi amici: ci conosciamo fin da ragazzini e, pur non essendo mai stati “compagni di merende”, nel senso che ognuno ha avuto la sua storia personale, ci siamo sempre rispettati. Questo rispetto è rimasto anche nella fase in cui Gastone è stato Sindaco di Montegranaro, un rispetto che non mi ha mai impedito di dire quello che pensavo e di criticare il suo operato anche in maniera molto aspra. Chi frequenta il blog in cui sto scrivendo sa cosa intendo, chi non lo frequenta può scorrere all’indietro gli articoli per trovare i miei attacchi a volte anche feroci verso l’amministrazione Gismondi. Le mie critiche, però, sono sempre andate in direzione delle azioni e non delle persone: la persona per me merita sempre e comunque rispetto finchè è onesta. Così i rapporti con l’amministrazione Gismondi, con gli uomini che la componevano e con Gastone stesso sono stati sempre cordiali e amichevoli nonostante io potessi essere considerato (ed ero considerato) un oppositore.
Il mio comportamento non è mutato con il cambio di amministrazione: sono un cittadino libero, non appartengo a nessuno schieramento, non ho tessere di partito ed esprimo liberamente e con la massima onestà intellettuale il mio pensiero. Per questo ora mi trovo a criticare quella parte politica che cinque anni fa era all’opposizione e oggi è al governo. Lo faccio con lo stesso spirito con cui criticavo allora Gismondi: critico l’operato e non la persona alla quale riservo il dovuto rispetto. Non sono, quindi, diventato improvvisamente amico di Gismondi: lo sono sempre stato. E non sono affatto nemico della Mancini: sono solo un cittadino che osserva e manifesta il suo pensiero senza pregiudizi. Chi dice e afferma il contrario o non mi conosce e non mi segue o lo dice in malafede (o entrambe le cose insieme).
L’Ape Ronza è un luogo dove scrivo ciò che penso, da libero cittadino. Non è un giornale online, non è un organo di informazione. È uno spazio personale. Il fatto che sia frequentato e letto da qualche migliaio di persone non ne fa qualcosa di diverso. Né obbliga me a scrivere e pubblicare qualcosa di diverso da quello che penso, in assoluta libertà e onestà intellettuale. Così come chiunque possa essere infastidito da quello che legge ha la massima libertà, mi pare evidente, di non leggerlo più.

Luca Craia

domenica 14 dicembre 2014

La maggioranza menzognera



Mi domando a cosa serva, al di là delle opportunità politiche, degli appetiti da accontentare, dell’esigenza di poltrone, dell’improcrastinabile necessità di ristabilire equilibri interni. Mi domando perché si debba scendere alla menzogna, all’inventarsi le cose nel vero senso della parola, sapendo che non è possibile non essere smentiti. Va bene il delirio di onnipotenza che sembra affliggere gli amministratori ma era davvero impensabile che Melchiorri non rispondesse alla grande fandonia fatta pubblicare sul giornale da Sindaco e Vicesindaco. E la risposta non poteva che essere una smentita. E allora perché ridursi a questo? Perché cadere così in basso? Perché mentire alla cittadinanza?
La menzogna di un amministratore pubblico è gravissima. Tradisce la fiducia del cittadino e dell’elettore. Intacca l’integrità della figura di chi amministra che deve essere di specchiata onestà. Mentire è tradire. Politici che mentono cadono ovunque. Clinton subì un impeachment per aver mentito sul caso Lewinsky. La gente si dimette per aver detto bugie ai cittadini. Da noi si fa con estrema tranquillità e si pubblicano le menzogne sui giornali così, come nulla fosse.
Il caso della Casa di Riposo sta scendendo davvero troppo in basso. Dopo l’evidente tentativo di lottizzazione politica tipicamente da prima repubblica alla faccia del nuovo che avanza ora arriviamo alla menzogna che è forse la cosa più grave che un politico possa fare contro il proprio elettorato. Ora attendiamo le giustificazioni ma credo ci sia poco da giustificare.

Luca Craia

sabato 13 dicembre 2014

Casa di riposo: Antonelli precisa.

L’affermazione dell’exsindaco Gismondi “qualcuno ha pagato le bollette di casa sua con i soldi della casa di riposo” è grave quanto esclusiva, perché nessuno ha paventato tale ipotesi salvo lui. La sua violenta campagna sui media contro la mia persona a colpi di minacce ed intimidazioni certamente non mi permettono di svolgere la mia attività politica con serenità. Io ho solo segnalato il fatto che da consigliere comunale non ho avuto possibilità di accedere alla lista di attesa della casa di riposo in nome della reservatezza, considerando che nel mio lavoro la riservatezza è pane quotidiano. E’ certo che i lavori di ampliamento della struttura in presenza di un progetto con le relative risorse si sono protratti all’inverosimile, la causa di tali ritardi è dell’amministrazione Gismondi o del Cda?  In presenza di voci e illazioni su di una fattura gas anomala e di mancati pagamenti di rette, che a norma di statuto della Fondazione, il Consiglio comunale sarebbe dovuto essere a conoscenza, attraverso la relazione annuale che il Cda avrebbe dovuto fare ma non ha fatto. Ciò avrebbe evitato strumentalizzazioni sulle vicende, facendo chiarezza nella trasparenza unico antidoto alla strumentalizzazione dei fatti.  Tutta questa “chiassata” mediatica non ha apportato contributi alla verità, se non piccoli benefici , non sapevamo e non sappiamo a chi attribuire le responsabilità sui ritardi dei lavori, sappiamo che la fattura del gas è per un conguaglio ma non sappiamo di quale utenza, perché sicuramente vi è una utenza che veniva regolarmente pagata, ci sono delle rette non pagate ma non ne conosciamo l’importo. Non comprendo perché il Cda ha ritenuto di non mettere a conoscenza e concordare con il Consiglio comunale l'eventuali soluzioni, disattendendo palesemente lo statuto.