mercoledì 17 dicembre 2014
martedì 16 dicembre 2014
Un europeista che firma contro l’Euro
Ho firmato per il referendum proposto dal Movimento 5 Stelle
per uscire dall’Euro pur essendo un convinto europeista. Non sto qui a
disquisire dilungandomi su temi economici che, onestamente, non sono nemmeno in
grado di trattare. Ho firmato perché non è questa l’Europa che vorrei, non è
questa la moneta unica che vorrei. Ho firmato perché voglio dare un segnale. Ho
firmato perché credo nell’Europa unita ma unita politicamente, forte, giusta,
concorde e democratica. Non è questa l’Europa che abbiamo. Per questo ho
firmato: perché si possa ripartire.
Luca Craia
A ognuno il suo mestiere nel rispetto della legalità (e delle giuste finalità)
Nel volantino di Natale in Strada, il “Veregra Street
invernale” studiato e voluto dal direttore artistico nonché deus ex machina Giuseppe
Nuciari per sperimentare il già riuscitissimo evento estivo in climi non
proprio abituali, leggo una frase che mi auguravo di leggere da tempo: “menù
convenzionati con ristoranti”. Me lo auguravo perché ritengo che questa sia la
giusta via da seguire.
È logico che occasioni come
questa siano opportunità importanti per l’autofinanziamento del mondo
associativo e del volontariato al quale, fino ad oggi, è stata data pressoché carta
bianca in fatto di gastronomia nella festa, ma credo sia giusto fare alcune
considerazioni sganciandosi da qualsiasi pregiudiziale. È giusto che la mole
economica (che è notevole) mossa dal cibo non venga incamerata dagli operatori
professionisti del settore? Io credo di no e per due motivi.
Il primo motivo è morale ed
economica: ci sono operatori che svolgono un’attività imprenditoriale che va
rispettata. Costoro pagano affitti, investono sulle attrezzature, fanno ricerca
di materiali di qualità e, soprattutto, pagano le tasse. Credo che questo
impegno che gli imprenditori del settore profondono per tutto un anno non debba
subire sospensioni nei periodi in cui il paese festeggia subendo la concorrenza
di altri soggetti che non sono economici. Anzi, ne dovrebbero avere giovamento.
E qui arriviamo al secondo motivo.
Se vogliamo davvero ridare
vitalità e forza al centro della città, così come si dichiara da tutte le
parti, lo dobbiamo fare incentivando l’investimento. Mi pare contradditorio
che, in un momento in cui chi questo investimento lo ha fatto ha l’opportunità
di raccoglierne maggiormente i frutti grazie al flusso notevole di persone che
eventi come questo generano, debba subire la concorrenza di operatori che non
hanno investito, non creano economia e non pagano tasse che, di riflesso,
ricadono beneficamente sul territorio stesso.
Credo che sia giusto e opportuno,
anche politicamente parlando, che i ristoratori e gli operatori della
gastronomia in genere vengano tutelati, incentivati e portati a investire
maggiormente sfruttando proprio occasioni come questa. Le associazioni hanno
certamente un ritorno e questo ritorno altrettanto certamente è a beneficio del
paese ma ritengo sia estremamente più importante fare in modo che le attività
commerciali godano dell’economia derivante da queste iniziative. In sostanza le
associazioni siano libere di organizzare cene sociali e simili ma non si sostituiscano
in alcun modo agli operatori che legalmente si occupano dello stesso ramo perché,
altrimenti si creerebbe una concorrenza sleale e disincentivante che sarebbe
estremamente dannosa e andrebbe in direzione totalmente opposta a quella
dichiarata di rivitalizzare il centro.
Mi pare buona, quindi, l’intenzione
che leggo dal volantino di lasciare la ristorazione propriamente intesa ai
professionisti mentre le associazioni vadano ad occuparsi di promozione
enogastronomica, degustazioni e affini anche e soprattutto creando la giusta
sinergia con gli operatori stessi. In questo modo entrambi potranno avere un
ritorno economico da queste iniziative e si lavorerebbe insieme per favorire la
rinascita del centro.
Luca Craia
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lunedì 15 dicembre 2014
La coerenza di dire sempre quello che si pensa.
È cosa nota che io e Gastone
Gismondi, il nostro ex sindaco, siamo vecchi amici: ci conosciamo fin da
ragazzini e, pur non essendo mai stati “compagni di merende”, nel senso che
ognuno ha avuto la sua storia personale, ci siamo sempre rispettati. Questo
rispetto è rimasto anche nella fase in cui Gastone è stato Sindaco di
Montegranaro, un rispetto che non mi ha mai impedito di dire quello che pensavo
e di criticare il suo operato anche in maniera molto aspra. Chi frequenta il
blog in cui sto scrivendo sa cosa intendo, chi non lo frequenta può scorrere
all’indietro gli articoli per trovare i miei attacchi a volte anche feroci
verso l’amministrazione Gismondi. Le mie critiche, però, sono sempre andate in
direzione delle azioni e non delle persone: la persona per me merita sempre e
comunque rispetto finchè è onesta. Così i rapporti con l’amministrazione
Gismondi, con gli uomini che la componevano e con Gastone stesso sono stati
sempre cordiali e amichevoli nonostante io potessi essere considerato (ed ero
considerato) un oppositore.
Il mio comportamento non è mutato
con il cambio di amministrazione: sono un cittadino libero, non appartengo a
nessuno schieramento, non ho tessere di partito ed esprimo liberamente e con la
massima onestà intellettuale il mio pensiero. Per questo ora mi trovo a
criticare quella parte politica che cinque anni fa era all’opposizione e oggi è
al governo. Lo faccio con lo stesso spirito con cui criticavo allora Gismondi:
critico l’operato e non la persona alla quale riservo il dovuto rispetto. Non
sono, quindi, diventato improvvisamente amico di Gismondi: lo sono sempre
stato. E non sono affatto nemico della Mancini: sono solo un cittadino che osserva
e manifesta il suo pensiero senza pregiudizi. Chi dice e afferma il contrario o
non mi conosce e non mi segue o lo dice in malafede (o entrambe le cose
insieme).
L’Ape Ronza è un luogo dove
scrivo ciò che penso, da libero cittadino. Non è un giornale online, non è un
organo di informazione. È uno spazio personale. Il fatto che sia frequentato e
letto da qualche migliaio di persone non ne fa qualcosa di diverso. Né obbliga
me a scrivere e pubblicare qualcosa di diverso da quello che penso, in assoluta
libertà e onestà intellettuale. Così come chiunque possa essere infastidito da
quello che legge ha la massima libertà, mi pare evidente, di non leggerlo più.
Luca Craia
domenica 14 dicembre 2014
La maggioranza menzognera
Mi domando a cosa serva, al di là
delle opportunità politiche, degli appetiti da accontentare, dell’esigenza di
poltrone, dell’improcrastinabile necessità di ristabilire equilibri interni. Mi
domando perché si debba scendere alla menzogna, all’inventarsi le cose nel vero
senso della parola, sapendo che non è possibile non essere smentiti. Va bene il
delirio di onnipotenza che sembra affliggere gli amministratori ma era davvero
impensabile che Melchiorri non rispondesse alla grande fandonia fatta
pubblicare sul giornale da Sindaco e Vicesindaco. E la risposta non poteva che
essere una smentita. E allora perché ridursi a questo? Perché cadere così in
basso? Perché mentire alla cittadinanza?
La menzogna di un amministratore
pubblico è gravissima. Tradisce la fiducia del cittadino e dell’elettore. Intacca
l’integrità della figura di chi amministra che deve essere di specchiata
onestà. Mentire è tradire. Politici che mentono cadono ovunque. Clinton subì un
impeachment per aver mentito sul caso Lewinsky. La gente si dimette per aver
detto bugie ai cittadini. Da noi si fa con estrema tranquillità e si pubblicano
le menzogne sui giornali così, come nulla fosse.
Il caso della Casa di Riposo sta
scendendo davvero troppo in basso. Dopo l’evidente tentativo di lottizzazione
politica tipicamente da prima repubblica alla faccia del nuovo che avanza ora
arriviamo alla menzogna che è forse la cosa più grave che un politico possa
fare contro il proprio elettorato. Ora attendiamo le giustificazioni ma credo
ci sia poco da giustificare.
Luca Craia
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sabato 13 dicembre 2014
Casa di riposo: Antonelli precisa.
L’affermazione dell’exsindaco Gismondi “qualcuno ha pagato le bollette di casa sua con i soldi della casa di riposo” è grave quanto esclusiva, perché nessuno ha paventato tale ipotesi salvo lui. La sua violenta campagna sui media contro la mia persona a colpi di minacce ed intimidazioni certamente non mi permettono di svolgere la mia attività politica con serenità. Io ho solo segnalato il fatto che da consigliere comunale non ho avuto possibilità di accedere alla lista di attesa della casa di riposo in nome della reservatezza, considerando che nel mio lavoro la riservatezza è pane quotidiano. E’ certo che i lavori di ampliamento della struttura in presenza di un progetto con le relative risorse si sono protratti all’inverosimile, la causa di tali ritardi è dell’amministrazione Gismondi o del Cda? In presenza di voci e illazioni su di una fattura gas anomala e di mancati pagamenti di rette, che a norma di statuto della Fondazione, il Consiglio comunale sarebbe dovuto essere a conoscenza, attraverso la relazione annuale che il Cda avrebbe dovuto fare ma non ha fatto. Ciò avrebbe evitato strumentalizzazioni sulle vicende, facendo chiarezza nella trasparenza unico antidoto alla strumentalizzazione dei fatti. Tutta questa “chiassata” mediatica non ha apportato contributi alla verità, se non piccoli benefici , non sapevamo e non sappiamo a chi attribuire le responsabilità sui ritardi dei lavori, sappiamo che la fattura del gas è per un conguaglio ma non sappiamo di quale utenza, perché sicuramente vi è una utenza che veniva regolarmente pagata, ci sono delle rette non pagate ma non ne conosciamo l’importo. Non comprendo perché il Cda ha ritenuto di non mettere a conoscenza e concordare con il Consiglio comunale l'eventuali soluzioni, disattendendo palesemente lo statuto.
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