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domenica 30 ottobre 2016

Chiuse chiese, uffici e municipio. Grave la situazione a Montegranaro.



È stato fortissimo il sisma di questa domenica mattina e ha avuto conseguenze pesanti sul patrimonio immobiliare di Montegranaro. Sono molti i cittadini che lamentano danni più o meno gravi alle loro abitazioni ma soprattutto è allarmante la situazione degli edifici pubblici: il Municipio è stato chiuso in via precauzionale, così come l’ufficio della Polizia Locale, trasferito nella sede della Protezione Civile (sotto la scuola di Santa Maria). Pare che l’ufficio del Sindaco sia stato lesionato, con la caduta di parte dell’intonaco della volta, e si parla di trasferire gli uffici altrove e chiudere definitivamente il palazzo.
Chiuse anche le due chiese del centro storico attive in questo periodo: San Francesco, la cui porta è rimasta serrata a scopo precauzionale, e San Serafino, in cui si è verificata la caduta di frammenti di intonaco proprio durante la messa mattutina (ma qui erano già evidenti le lesioni dovute al sisma di agosto).Di SS.Filippo e Giacomo, restaurata recentemente, non abbiamo ancora notizie ma la chiesa in inverno è comunque chiusa.
È pensabile che, nei prossimi giorni, si dovrà ripartire con la procedura di verifica dello stato degli edifici privati ma c’è da augurarsi che stavolta si proceda anche al controllo degli edifici fatiscenti i cui proprietari o sono irreperibili o non se ne interessano più. La situazione sta diventando davvero preoccupante anche perché, perdurando la frequenza e l’intensità con cui questi eventi, che normalmente sono molto più sporadici, si stanno susseguendo, ponendo in dubbio la sicurezza di tutto il paese. E ricordiamo che fra due giorni riaprono le scuole, quelle scuole che sicure non sono e lo sappiamo bene.

Luca Craia

lunedì 24 ottobre 2016

Gonfiabili per bambini sotto la torre pericolante



Era pericolante fin dal sisma del 24 agosto, la torre del municipio di Montegranaro. Era talmente pericolante che si è reso necessario imbragarla e inserire delle centine di sostegno sugli archi di volta, intervento effettuato solo la scorsa settimana. Quindi, quando durante la fiera per la festa di San Serafino, proprio lì sotto sono stati allestiti i giochi gonfiabili per i bambini, si sapeva benissimo che esisteva un rischio. Lo si sapeva da tempo, anche perché l’incarico per la messa in sicurezza della torre, mentre si gonfiavano i giochi proprio lì, era già stato assegnato. Quindi si sono esposti i cittadini di Montegranaro più giovani a un rischio reale e concreto, e lo si è fatto scientemente.
Vorrei capire perché. E vorrei anche capire quale fiducia possiamo nutrire in chi prende decisioni con tanta leggerezza e, consentitemi, incoscienza; quale fiducia possiamo nutrire quando ci si dice che le scuole sono sicure, che la chiesa di San Serafino è sicura, che Palazzo Francescani è sicuro? Il cittadino deve potersi fidare di chi lo amministra. Questi fatti dimostrano che la fiducia non è ben riposta.

Luca Craia

venerdì 14 ottobre 2016

Due Montegranaro diverse. Quale sarà quella vera?



Chi oggi abbia letto i due quotidiani locali avrà notato che entrambi parlano della fiera di San Serafino. Il Resto del Carlino celebra il grande successo commerciale e di pubblico dell’evento e la gloria dell’assessore al commercio. Il Corriere Adriatico, invece, parla di flop e dà voce al capogruppo di Viviamo Montegranaro, Mauro Lucentini, che lamenta la disorganizzazione. È come se ci fossero due Montegranaro: in una girava Lorenzo Girelli e nell’altra Marco Pagliariccio, i due autori degli articoli. Ma di Montegranaro, in provincia di Fermo, con patrono San Serafino e la fiera il 12 ottobre, ce n’è soltanto una, almeno mi pare. Allora come è possibile questa enorme dicotomia tra il positivo e il negativo, tra il successo e l’insuccesso?
Io ero fuori per lavoro per cui non posso dire cosa ho visto se non dalle foto che mi sono passate davanti su Facebook e che, a dire il vero, danno ragione a Lucentini. In effetti anche le stesse foto apparse ieri sui quotidiani non è che mostrassero folle oceaniche e ricordo bene quando la fiera, anni fa, era ben più estesa e con molte più bancarelle. Allora Beverati di cosa si bea? Non saprei, probabilmente negli ultimi anni ha poco frequentato il paese che gli ha dato i natali ma nel quale non vive, per cui magari, per una volta presente, deve essersi entusiasmato per qualcosa che di entusiasmante ha poco. Oppure siamo di fronte alla solita manipolazione dell’informazione, arte affinata dal governo montegranarese e, bisogna dire, unica cosa che gli riesce bene.
Pagliariccio dà voce a Lucentini, non scrive di suo (raramente lo fa, in genere prende “liberi spunti” in giro, spesso qui - vedi il pezzo di oggi sulla cde - oppure fa dei lunghi virgolettati) per cui sappiamo che il pezzo del Corriere è volutamente di parte. Girelli invece parla in prima persona, non usa virgolettati, ed è come se alla fiera ci abbia passato mezza giornata. Avrà sbagliato paese?
Il punto, però, non è tanto se la fiera sia stata un successo o un flop. Il punto è che questi due titoli opposti e contemporanei ci danno l’idea di una stampa che non informa più ma si limita a trascrivere comunicati. L’Amministrazione Mancini, del resto, ha assunto uno specialista proprio per questo motivo, una specie di “ministro della cultura” di sovietica memoria, e i risultati sono buoni: mandano sui giornali i pezzi che vogliono e riescono, con un paio di telefonate, a far sparire i collaboratori delle testate non allineati e che rompono troppo le scatole. Fortuna che a me non telefonano.
Chiudo con una considerazione sulla poca gente in giro. È la cosa più triste e dovremo rifletterci: Montegranaro è sempre meno comunità. Va bene la crisi, vanno bene i pochi soldi da spendere, ma un giro alla fiera del Patrono è tradizione intoccabile. Se muore pure questa, Montegranaro come entità paese, come comunità cittadina, è messa davvero molto male.

Luca Craia