Visualizzazione post con etichetta pericolo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pericolo. Mostra tutti i post

martedì 12 gennaio 2016

Il centro storico vola via col vento. E il Comune non ha un progetto.



È stata spaventosa questa nottata (e mattinata) di vento forte per gli abitanti del centro storico di Montegranaro. Rumori forti tutta la notte, cose che sbattono, vetri che si infrangono, oggetti che precipitano in strada: la nottata è stata un incubo. Stamattina il vento persisteva e girare per i vicoli del centro era davvero pericoloso. Volava di tutto e a terra c’erano oggetti piuttosto preoccupanti come mattoni, coppi, tegole, onduline di ragguardevoli dimensioni, vetri; tutte cose che, dovessero cadere addosso a qualche malcapitato passante, farebbero piangere la nostra comunità cittadina.
Ho avvisato l’assessore all’ambiente Roberto Basso, incontrato per strada causualmente, che ha fatto con me un breve sopralluogo e ha avvisato gli operai del Comune perché portassero via gli oggetti a terra. Ma il problema non è costituito dalle onduline abbandonate per strada. Il problema è che il centro storico sta precipitando nel degrado più profondo e questo degrado comincia a essere seriamente pericoloso per la pubblica incolumità.
Ovviamente non possiamo addossare la responsabilità di questa situazione all’attuale amministrazione comunale; sappiamo benissimo che le responsabilità sono antiche e spalmante nel tempo. Ma anche questa amministrazione si sta prendendo la sua parte di colpe perché, in quasi due anni di governo di Montegranaro, in quanto a progettualità sul centro storico non abbiamo visto niente.
Quindi, per ora, i residenti del centro storico facciano gli scongiuri o preghino qualche santo prima di uscire di casa. Ma per il futuro auguriamoci che si ricominci a parlare della questione e che si parta fin da subito con un progetto concreto e realizzabile, che veda l’eliminazione di ogni pericolo per prima cosa e poi magari ragionare su sensi di marcia, nuove piazze e altre amenità.

Luca Craia

martedì 24 marzo 2015

Esplosivi a venti metri dai bambini. Ed è tutto normale



Non è la prima volta che ne parlo ma torno a segnalare la questione perché la ritengo piuttosto preoccupante. Le foto che vedete sono di due piccoli depositi di bombole di gas, come si vede dalle foto stesse dove sono evidenti sia i cartelli di pericolo che le bombole all’interno. Questi depositi sono posti esattamente al di sotto del Palazzetto dello Sport, a pochissimi metri dalla parete sud dello stesso. Questi depositi, a quanto ho potuto appurare, sono a norma perché rispettano la distanza di sicurezza con gli altri stabili. Quindi, da un punto di vista legale, è tutto in regola.

Ma è opportuno che, così vicino a un luogo dove si radunano numeri consistenti di persone per partite e manifestazioni, nonché i ragazzi delle vicine scuole medie per le attività di educazione fisica, esistano dei potenziali pericoli così evidenti? Non sarebbe logico, opportuno, auspicabile che questi depositi vengano fatti trasferire altrove? Credo che, quando si parla di pubblica sicurezza, non esistano eccessi di prudenza. Per cui mi auguro che qualcuno finalmente si muova per rimuovere questo rischio potenziale.


Luca Craia

giovedì 15 gennaio 2015

A proposito del Regolamento di Polizia Municipale




Leggiamo:


ART. 9 – SICUREZZA DEGLI EDIFICI PUBBLICI E PRIVATI – EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA

1.    Ferme restando le disposizioni del Regolamento edilizio comunale, è fatto obbligo di mantenere ogni edificio, pubblico o privato, e le sue pertinenze, in buono stato di manutenzione e pulizia in ogni sua parte, in modo da prevenire pericoli, cadute, allagamenti.
2.    Gli edifici privati devono essere mantenuti in sicurezza dal punto di vista igienico, della prevenzione incendi e della stabilità degli immobili, per quanto riguarda il peso degli arredi e dei depositi e la tipologia degli oggetti detenuti.

Zona circostante l'edificio che ospita le Scuole Medie

Zona circostante il Municipio
Pezzo di ferro che pende da un balcone del Municipio
 
 

lunedì 12 gennaio 2015

L’ape cattiva, la libertà di espressione e l’arroganza del potere



Faccio mea culpa stamattina, dopo un lungo esame di coscienza. Ho ragionato a lungo e ho sbagliato. Sono stato cattivo a pubblicare su Facebook la foto della macchina del padre (mi pare di aver capito, io non so che faccia abbia, figuriamoci se posso sapere che macchina ha) del vicesindaco. Lo so, ho postato centinaia di macchine parcheggiate a fallo canino, ma questa me la potevo proprio risparmiare.
Si, lo so, stava parcheggiata in mezzo alla strada, su un dosso, in un incrocio, arrecava pericolo ai passanti, ma suvvia: è una macchina importante. Se era di un povero cristo qualsiasi, allora va bene, ma questa… l’ha detto anche il vice sindaco: “come mai non fotografi le macchine in divieto di sosta appena 20 metri più avanti in prossimità dei semafori di porta romana che intralciano il traffico e quelli davanti ex macelleria di Pierina che spesso impediscono di salire verso via S.Ugo eppure li dovresti veder bene. Evide(ntemente) non sono di parenti di qualche assessore o consigliere di maggioranza. Se si vuol fare moralizzatore ed il perbenista bisogna farlo sempre e con tutti. Non solamente con chi ti sta antipatico. Solo per correttezza d informazione”. E c’ha ragione: o fotografo tutte, ma proprio tutte le macchine parcheggiate male oppure meglio che me ne sto a casa. Anche perché potrebbe accadermi quello che lo stesso minaccia: “stai a posto tuo e fai le foto alle tue proprietà e non dare fastidio prossimo che tanto ti si ritorce contro”.
Raccontiamo la storia: qualche giorno fa (come spesso accade, le foto che pubblico non le faccio tutte io) un lettore dell’Ape mi ha mandato alcune foto di via Risorgimento per far vedere quanto sia difficile circolare in quella via. Alcune le ho pubblicate subito, per una ho aspettato. Ho aspettato perché la macchina era parcheggiata davanti alla casa natale del vicesindaco e il dubbio che fosse di qualche parente m’è venuto e ho titubato (pensa un po’). Poi mi sono detto: parente o non parente, la macchina è parcheggiata male, in palese divieto di sosta, è pericolosa e io la foto la pubblico. E così ho fatto. Ho pubblicato la foto cancellando la targa e quindi rendendo il tutto anonimo, facendo in modo che si veda il peccato ma non il peccatore come ho fatto migliaia di volte, persino con la macchina dei Carabinieri.  Ma stavolta la macchina era di un parente del vicesindaco.
Il poveretto si è giustamente offeso: come mi permetto io di pubblicare una foto di una persona a lui vicina? Anziana e con problemi di salute? Inutile obiettare che se tutti gli anziani con problemi di salute lasciassero la macchina in mezzo alla strada sarebbe un bel pasticcio, ma bisogna vedere di chi sono parenti questi anziani. E chi ha osato commentare a favore della foto è stato giustamente  redarguito dal nostro amministratore, tirando in ballo amici e parenti. Persino il mio defunto padre è stato chiamato a testimoniare in suo favore.  In sostanza: devo smettere di fare foto perche se incidentalmente ritraggo possedimenti di nostri amministratori divento un pessimo elemento. E questo sono e me ne vergogno tanto.
Del resto, poi, la corte del suddetto amministratore non ha atteso per far partire il coro di sostegno. Addirittura il poeta di corte ha scritto un sonetto in endecasillabo giambico per testimoniare tutto il suo sdegno. I giullari e i buffoni sono andati con le danze, Grima Vermilinguo non ha lesinato consigli e anatemi sul reo (che sarei io). Insomma, s’è scatenato l’inferno (esagero: in realtà sono i soliti quattro o cinque lacchè, ma fanno tanto rumore).
Tutto questo mentre il mondo intero (e molta di questa gente) testimonia solidarietà verso la libertà di stampa così duramente attaccata in questi giorni. Per carità, non oso fare paragoni così arditi, ma anche la mia, di libertà di espressione, tanto che non mi pare di avere offeso qualcuno, conterà un pochetto o no? E comunque, la macchina era in divieto di sosta.

Luca Craia

mercoledì 26 novembre 2014

Razzismo e realismo. L’estremizzazione del problema immigrati danneggia tutti.



Vi riporto un messaggio inviato sulla pagina Facebook dell’Ape da una lettrice. Lo riporto integralmente e poi vorrei usarlo come base di partenza per un breve ragionamento:

“Racconto quello che mi è capitato stamattina al mercato: sto in piazza San Serafino. Mentre cammino mi sento dietro le spalle un vocione che dice: “mi dia qualcosa”. Mi giro: un nero - niente contro i neri, preciso. Sincera non portavo un soldo, mi stavo facendo solo un giro per il mercato, non è detto che si va sempre in giro con i soldi, gli ho risposto che non portavo una lira. Mi giro a mezza faccia lo vedo che fa il segno di darmi un calcio. Aveva una faccia cattiva. Parlando con alcuni piazzisti mi hanno detto che questo gira spesso e che molti cominciano ad avere paura. Beh, io non ho visto in giro un vigile urbano, vorrei sapere cosa fanno tutto il giorno”.

Tralascio il commento sui vigili urbani che, purtroppo, come sappiamo, sono fortemente sotto organico e non possono controllare capillarmente il territorio come dovrebbero. Parto da questo racconto che, forse, è uno come tanti che si sentono in giro, per analizzare la questione dei rapporti tra Italiani e immigrati. Nella fattispecie il questuante è un nero ma potrebbe essere stato di qualsiasi razza. Potrebbe essere anche stato italiano anch’egli e questo avrebbe probabilmente spostato la percezione del pericolo anche se non l’avrebbe certo annullata.
Il punto a cui vorrei brevemente giungere è questo: sulla questione dell’immigrazione si stanno estremizzando le posizioni. Da una parte ci sono i garantisti, che per puro principio vorrebbero la massima apertura verso coloro che vengono in Italia in cerca di una vita migliore. Dall’altro ci sono i cosiddetti “italianisti”, ossia coloro che rigettano totalmente l’idea di accoglienza degli immigrati suffragati dai problemi connessi alla crisi economica. Nel mezzo non si sentono voci.
La questione, invece, è piuttosto complessa e, come sempre, la realtà va analizzata con una mediazione delle due posizioni. Non è mia intenzione farlo in questa sede, ma credo che l’estremizzazione di queste interpretazioni stia danneggiando prima di tutti gli immigrati stessi. Infatti, la percezione che il cittadino mediamente ha della figura dello straniero è esemplificata splendidamente dal racconto di cui sopra. È evidente che personaggi “diversi”, senza lavoro, senza fissa dimora, possano generare ansia e sensazione di pericolo. E questa sensazione è esatta, non è frutto di razzismo ma della constatazione di un dato di fatto. L’uomo descritto dalla nostra amica rappresenta davvero un problema.
L’esasperazione delle posizioni e dei messaggi mediatici che arrivano su questo argomento acutizzano, però, queste percezioni non perché siano inesatte ma perché le fanno tendere alla generalizzazione. Da qui qualsiasi straniero diventa un pericolo. Invece è necessario distinguere le varie situazioni. Diventa quindi indispensabile una regolamentazione legislativa molto più precisa dell’attuale, che distingua i veri rifugiati dai semplici immigrati, che dia il massimo sostegno umano a chi ne abbia bisogno ma che non vada mai a ledere i diritti dei cittadini italiani. L’Italiano deve sentirsi tutelato dal proprio Stato, solo in questo modo potrà serenamente accettare lo straniero. E il primo a beneficiarne sarà proprio quest’ultimo.

Luca Craia

martedì 21 ottobre 2014

Incrocio pericoloso in via Elpidiense Sud




Giunge questa interessante segnalazione da un'amica dell'Ape. Siamo all'intersezione tra via Elpidiense Sud e via Buonarroti (?), strada estremamente trafficata specie quando escono i ragazzi delle medie da scuola, perchè i genitori che li vanno a prendere la devono per forza percorrere per tornare sulla viabilità principale. Come si vede chiaramente dalle foto, auto in sosta in quel punto (in questo caso un camper), pur essendo autorizzate a parcheggiare, ostruiscono pesantemente la visuale creando una situazione di serio pericolo perchè l'automezzo che si immette sulla via principale deve per forza sporgersi per vedere se sopraggiunge qualcuno. Basterebbe vietare la sosta in quel punto specifico. Una cosa da poco per evitare conseguenze che possono essere anche gravi.

Luca Craia