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martedì 4 ottobre 2016

Quanto è potente il vicesindaco



Se le indiscrezioni apparse nei giorni scorsi su Il Resto del Carlino sono vere e, conoscendo la Colibazzi, autrice dell’articolo, non ho motivo di dubitarne, siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di come questa amministrazione sia guidata dal vicesindaco o, quantomeno, di come Ubaldi pesi enormemente sulle scelte della sua coalizione. La componente un tempo di estrema destra dello schieramento che governa Montegranaro piazzerebbe un altro dei suoi uomini chiave in un altro dei posti chiave, quello per il quale si è tanto battagliato nel mesi scorsi facendo scendere il dibattito politico a livelli infimi.
Ubaldi piazza Livio Botticelli, persona stimatissima e di indubbio valore, alla guida della Casa di Riposo. Un presidente di pregio, indubbiamente, e per questo forse inattaccabile, almeno sotto l’aspetto della qualità della persona. Ma politicamente la scelta di Botticelli è un segnale importante perché ribadisce la forza di Ubaldi e affossa le ambizioni di altre parti politiche, prima fra tutte quella di Antonelli. È proprio il Presidente del Consiglio Comunale a uscire fortemente ridimensionato da tutta la questione, con il suo candidato, Luciano di Di Chiara che, nell’ipotesi più propizia, farà il vicepresidente ma che vede anche questo ruolo messo in discussione a vantaggio di una persona pressochè sconosciuta in politica, Giuseppina Mariani, in quota a quello che, in maggioranza, forse è quello che conta meno: Giacomo Beverati. Quindi Antonelli sarebbe il meno rispettato tra i contendenti, fatta eccezione per il Pd che non ha mai avanzato particolari pretese.
Ubaldi, quindi, mostrerebbe muscoli d’acciaio e sancirebbe ancora una volta il suo grande potere in seno alla maggioranza. Un Ubaldi che, ultimamente, si è fatto più scaltro, ha smesso di abusare dei social network, parla poco, si espone poco ma continua a lavorare, stavolta in maniera più nascosta ed efficace, per aumentare il proprio potere, avvantaggiato da un Sindaco evanescente e autolesionista e da lotte interne che, all’esterno, danno davvero una pessima immagine di quello schieramento che, in campagna elettorale, si era voluto dare un’immagina diametralmente opposta a quella che abbiamo potuto vedere in questi primi due anni e mezzo di governo.

Luca Craia

mercoledì 28 settembre 2016

Lavatoio, zona franca per balordi e droga. E le telecamere solo per i vip.

Lo sanno tutti quello che accade al lavatoio di via Martiri D’Ungheria. I residenti lo denunciano da anni. Il luogo è precipitato da molto tempo in un degrado indicibile, il tutto nell’indifferenza delle istituzioni. Lì ci vanno a drogarsi, probabilmente a spacciare e a fare sesso. Siamo nel cuore di Montegranaro, lungo le scalette che collegano viale Zaccagnini a via Martiri D’Ungheria, un tempo bretella di passaggio molto frequentata, specie dai ragazzi per andare a scuola. Oggi, invece, viene evitato come la peste. È pericoloso.
Facendo un giro per la piccola area ci si accorge delle sue condizioni: la palizzata è rotta in più punti, il capanno danneggiato, ovunque sporcizia e abbandono. Siamo a pochi metri dalle case e chi ci vive racconta di situazioni indegne. E se qualcuno prova a protestare riceve minacce.
Eppure solo pochi anni fa il Comune, sindaco Basso, aveva investito una bella somma per riqualificare l’area, facendo anche un bel lavoro. Si tratta di un luogo storico per Montegranaro, dove molte delle nostre donne andavano a lavare i panni, fino agli anni ’70. Vederlo in questo stato, almeno a chi ama Montegranaro, fa davvero male.
I residenti hanno chiesto l’installazione delle telecamere ma, fino a oggi, non si è visto nulla. Eppure una telecamera funzionante, posta in modo da inquadrare l’intero perimetro, potrebbe essere un buon deterrente. Ma a Montegranaro le telecamere, sempre ammesso che funzionino, si mettono altrove, seguendo un criterio che sfugge, se non per quelle pagate dai privati il cui controllo, però, viene fatto a spese della collettività.
Intanto al lavatoio c’è il Bronx. (Vedi il video sotto)

Luca Craia

 

venerdì 9 settembre 2016

Asfalti e promesse. L’autunno elettorale precoce delle strade montegranaraesi



L’assessore Perugini aveva promesso, l’8 agosto scorso, che i lavori di asfaltatura delle strade montegranaresi sarebbero ripresi “quando le ditte riprenderanno la loro attività”, il che lascia supporre che si riferisse alle ferie agostane, e che quindi i lavori dovessero ricominciare già alla fine di agosto. Ci stiamo, invece, avvicinando alla metà di settembre e di macchine asfaltatrici non se ne vedono. Non che prima avessero fatto scintille, intendiamoci. Abbiamo visto mettere delle belle toppe di asfalto, ma i lavori faraonici che prometteva il vicesindaco quando minacciava i detrattori “invidiosi” (di che ancora non si è capito, forse del suo acume) di riempire Montegranaro di cantieri, non si sono visti. Forse li vedremo in un futuro prossimo ma asfaltare le strade in autunno-inverno non è una cosa molto intelligente. Ma per carità, mica vorremo capire più di cotanti laureati?
Il punto, però, è che pare che i nostri amministratori si giochino tutto sugli asfalti (e accessori). A parte il progetto di viale Gramsci che, comunque, sempre di asfalto e marciapiedi è fatto, le uniche iniziative realmente messe in campo riguardano le strade. Una volta il rifacimento dei manti stradali era il cibo delle elezioni, l’imbeccamento dell’elettore, lo spot elettorale per eccellenza. Ma le elezioni sono ancora lontane, due anni e mezzi (lunghissimi, ahimè). Non sarà presto per asfaltare elettoralmente le strade, per di più a toppe? Ma, a pensarci bene, lo abbiamo sempre detto: questa amministrazione comunale vive in campagna elettorale fin dal giorno dopo le ultime elezioni, anzi, non ha mai smesso la vecchia.

Luca Craia

venerdì 2 settembre 2016

Montegranaro, niente romanzo, una storiella criminale



Lo chiamano “Il Mesciato”. È un ragazzo marocchino, nella vita si occupa di spaccio di droga. Non so se faccia anche altro ma pare che sia uno spacciatore a chilometri zero, nel senso che, almeno il fumo, se lo produce da solo, dal seme alla canna. E pare che abbia pure roba di primissima qualità.
Il Mesciato è uno dei tanti, forse nemmeno quello più pericoloso. Le forze dell’ordino lo conoscono, sanno dove e quando opera. Ma possono farci poco, possono denunciarlo ma tanto resta fuori. A Montegranaro principalmente sono due le piazze dello spaccio: il Campo dei Tigli e il lavatoio di via Martiri D’Ungheria. Ma ce ne sono anche altre perché il mercato è fiorente. Il problema, in fin dei conti, non è dato tanto dal Mesciato ma dai suoi clienti. Perché Il Mesciato la sua merce la vende ai ragazzi di Montegranaro, mica ai marziani. Ed è qui che dovremmo preoccuparci, dei nostri giovani.
Poi ci sono gli atti criminali di diversa natura: furti in appartamento, furti nelle aziende, rapine in mezzo alla strada, molestie alle donne che vanno in giro da sole, atti vandalici di vario genere. Non passa giorno che non accada qualcosa di questo tenore. Piccoli reati, alla fine, che spesso neanche vengono denunciati, tanto che risolvi? Ed è questo senso di impunità che da un lato incoraggia questa piccola criminalità da quattro soldi, ma pericolosa come quella grande, e dall’altro deprime il comportamento civile, il senso sociale, la sicurezza. Ed è tutto collegato, guardate, lo spaccio e gli altri crimini appartengono allo stesso universo sommerso, che poi tanto sommerso non è.
Le telecamere volute da Ubaldi e dal fido Gaudenzi, per non citare la logorroica Strappa, sono state considerate fin dalla loro comparsa, ormai un anno e mezzo fa se non più, come la panacea di tutti i mali, la soluzione armagheddonica ai problemi di ordine pubblico paesani. Ma non siamo a conoscenza di alcun dato, mai stati pubblicati resoconti sull’efficacia del sistema, un elenco dei reati scoperti e degli autori assicurati alla giustizia grazie alla televisione via cavo del Vicesindaco. Ce li avranno, questi dati? E soprattutto: avranno mai ripreso Il Mesciato e i suoi degni compari in azione? Chissà.

Luca Craia