Visualizzazione post con etichetta spaccio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta spaccio. Mostra tutti i post

giovedì 1 dicembre 2016

Ancora microcriminalità straniera nel centro storico. Sempre più lontana l’integrazione.



La notizia del sequestro di un modesto carico di droga effettuato dai Carabinieri di Montegranaro non dovrebbe suscitare tanto clamore: si tratta di una piccola quantità di marjuana che non fa certo finire il mondo. Quello che, però, è grave è che i soggetti che detenevano la sostanza sono noti alle forze dell’ordine per fatti analoghi ed evidentemente ripetuti. Ciononostante sono liberi e continuano a delinquere.
Questi soggetti sono tre Marocchini residenti nel centro storico montegranarese e non faccio fatica a immaginare chi siano. Da qui si possono trarre due conclusioni poco rassicuranti. La prima è che il fatto contribuisce ad avvalorare l’ipotesi del centro storico che sta diventando sempre più ghetto per stranieri e luogo di alienazione sociale. L’alta concentrazione di immigrati nello stesso quartiere non giova affatto all’integrazione degli stessi.
La seconda riguarda la criminalità di origine straniera e, conseguentemente, anch’essa implica un ragionamento sull’integrazione. Purtroppo registriamo sempre più spesso atti criminali più o meno gravi commessi da cittadini stranieri, particolarmente da Magrebini. Sono sempre e comunque convinto che la maggior parte dei Magrebini arrivati a Montegranaro sia composta da persone oneste, ma esiste una percentuale piuttosto alta di gente che vive fuori dalle regole. Questa gente danneggia irreparabilmente il processo di integrazione. È necessario che la stessa comunità magrebina intervenga, controlli, denunci chi delinque perché solo così potrà evitare la naturale generalizzazione del fenomeno con le conseguenze sociali che possiamo immaginare. L’integrazione parte dalla volontà di integrarsi da parte dello straniero. Non il contrario.  È evidente che a Montegranaro abbiamo un problema di ordine pubblico causato da cittadini stranieri. Siano gli stessi stranieri onesti a contribuire a risolverlo.

Luca Craia

venerdì 2 settembre 2016

Montegranaro, niente romanzo, una storiella criminale



Lo chiamano “Il Mesciato”. È un ragazzo marocchino, nella vita si occupa di spaccio di droga. Non so se faccia anche altro ma pare che sia uno spacciatore a chilometri zero, nel senso che, almeno il fumo, se lo produce da solo, dal seme alla canna. E pare che abbia pure roba di primissima qualità.
Il Mesciato è uno dei tanti, forse nemmeno quello più pericoloso. Le forze dell’ordino lo conoscono, sanno dove e quando opera. Ma possono farci poco, possono denunciarlo ma tanto resta fuori. A Montegranaro principalmente sono due le piazze dello spaccio: il Campo dei Tigli e il lavatoio di via Martiri D’Ungheria. Ma ce ne sono anche altre perché il mercato è fiorente. Il problema, in fin dei conti, non è dato tanto dal Mesciato ma dai suoi clienti. Perché Il Mesciato la sua merce la vende ai ragazzi di Montegranaro, mica ai marziani. Ed è qui che dovremmo preoccuparci, dei nostri giovani.
Poi ci sono gli atti criminali di diversa natura: furti in appartamento, furti nelle aziende, rapine in mezzo alla strada, molestie alle donne che vanno in giro da sole, atti vandalici di vario genere. Non passa giorno che non accada qualcosa di questo tenore. Piccoli reati, alla fine, che spesso neanche vengono denunciati, tanto che risolvi? Ed è questo senso di impunità che da un lato incoraggia questa piccola criminalità da quattro soldi, ma pericolosa come quella grande, e dall’altro deprime il comportamento civile, il senso sociale, la sicurezza. Ed è tutto collegato, guardate, lo spaccio e gli altri crimini appartengono allo stesso universo sommerso, che poi tanto sommerso non è.
Le telecamere volute da Ubaldi e dal fido Gaudenzi, per non citare la logorroica Strappa, sono state considerate fin dalla loro comparsa, ormai un anno e mezzo fa se non più, come la panacea di tutti i mali, la soluzione armagheddonica ai problemi di ordine pubblico paesani. Ma non siamo a conoscenza di alcun dato, mai stati pubblicati resoconti sull’efficacia del sistema, un elenco dei reati scoperti e degli autori assicurati alla giustizia grazie alla televisione via cavo del Vicesindaco. Ce li avranno, questi dati? E soprattutto: avranno mai ripreso Il Mesciato e i suoi degni compari in azione? Chissà.

Luca Craia

giovedì 28 aprile 2016

Droga a fiumi nel territorio nel silenzio assoluto



Solleva la questione il sito Civitanovalive con un articolo puntuale e preciso nel suo ragionamento (vedi articolo) che vorrei fare mio perché ritengo che il problema non appartenga soltanto a Civitanova ma a tutto il territorio, compresa Montegranaro che è, forse, il paese più grande che gravita nell’orbita economica della città rivierasca.
È stato intercettato nei giorni scorsi un grosso carico di cocaina destinato presumibilmente al mercato locale. Tanta roba, e non è la prima volta che questi traffici vengono scoperti, lasciando pensare che vi siano grossi quantitativi non intercettati che circolano liberamente. Dove vanno a finire? È una domanda che sarebbe giusto porsi, soprattutto ai piani alti della nostra società, nella politica e nelle istituzioni in grado di decidere eventuali strategie in contrasto col fenomeno.
E il fenomeno c’è, inutile nasconderselo. Molti giovani fumano erba e c’è un massiccio ritorno dell’uso dell’eroina. La cocaina è a buon mercato e viene utilizzata su larga scala mentre esiste da tempo un florido mercato di droghe sintetiche. Ho l’impressione che si sia tornati ai consumi degli anni ’70, periodo che ha visto molti giovani diventare vittime della schiavitù della droga. Solo che oggi la diffusione e il consumo sono meno visibili, più subdoli, e non c’è più il deterrente dell’emarginazione sociale che derivava allora dall’essere tossicodipendenti.
È un fenomeno che andrebbe analizzato e che ritengo sia concomitante a uno stato di agitazione sociale che va controllato dai vertici. Così come negli anni ’70 si è sedata tutta la spinta al rinnovamento proveniente dal precedente decennio, ora credo che la droga sia utile per sopire la gioventù ed evitare che si occupi di questioni gravi che stanno annullando il suo futuro. È forse per questo che non si fa nulla, che si lascia fare, che si fa in modo che il consumo di stupefacenti prosperi sostanzialmente indisturbato.

Luca Craia