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venerdì 23 settembre 2016

Niente acqua al cimitero. Portatevela da casa.



La scorsa settimana un lettore della pagina Facebook de L’Ape Ronza mi ha inviato un video in cui si vedeva una delle fontanelle che erogano acqua al cimitero di Montegranaro che perdeva vistosamente, sprecando acqua e bagnando tutta la zona circostante. Il lettore denunciava il fatto che, di fontanelle come quella, ce n’erano diverse e, dopo aver pubblicato la foto, ci sono stati molti altri lettori che hanno confermato la cosa.
Oggi apprendiamo che quella fontanella e altre sono state private del rubinetto. Mi auguro che si tratti di un provvedimento provvisorio e che si rimettano al più presto in funzione gli erogatori dell’acqua, soprattutto per i tanti anziani che si recano presso le tombe dei loro cari e che necessitano di approvvigionarsi alle fontanelle senza dover percorrere decine di metri; spero, quindi, che questa non venga considerata una soluzione definitiva. In ogni caso penso che, con lo stesso tempo impiegato per mettere il tappo alle fontane si poteva tranquillamente sostituire il rubinetto, senza creare un disservizio notevole all’utenza, temporaneo o definitivo che fosse.  Comunque ora le fontanelle non perdono più.

Luca Craia

sabato 3 settembre 2016

Porte aperte al cimitero. Non è un film horror, è semplice incuria



Sono mesi, anzi, anni che la gente segnala il cancello secondario del cimitero civico montegranarese aperto di notte. Il problema sembra risiedere nell’eccessiva prossimità del pulsante interno di sicurezza, quello che, se rimani per sbaglio chiuso nel campo santo dopo l’orario, apre la porta e ti fa uscire. Il pulsante è posto troppo vicino alle sbarre e, in questo modo, chiunque può allungare un braccio o inserire un bastone e premerlo, aprendo il cancello.
Non è una bella cosa: nel cimitero, di notte, si possono fare tante cose. Si possono profanare tombe, ed è successo. Si possono fare atti vandalici, ed è successo. Si possono fare incontri non visti, si può nascondere roba, fare traffici. In ogni caso si manca di rispetto ai morti, ai nostri morti, quelli che ogni famiglia montegranarese ha all’interno delle mura del camposanto.
Quanto è difficile risolvere il problema? Credo poco, anzi, per niente. Basterebbe spostare più in là il pulsante di sblocco. Come mai, a distanza di così tanto tempo e dopo tantissime segnalazioni, ancora non lo si è fatto? Non si ha tempo? Si ha troppo da fare? O si ha poco rispetto per la memoria, gli affetti, i cittadini stessi?

Luca Craia

martedì 12 aprile 2016

La piralide del bosso e l’efficienza disarmante dell’assessore Basso



Il mio amico Massimo De Luce segnalò su queste pagine la questione della moria delle piante del cimitero già nel giugno dell’anno scorso (VEDI ARTICOLO). A settembre ancora non si era fatto nulla, se non che il Consigliere Comunale Chiara Michetti (non l'assessore Roberto Basso) ci informò, proprio sulla pagina Facebook dell’Ape, che era necessario attendere il momento più opportuno per intervenire, altrimenti l’intervento sarebbe stato sterile. Però, mentre la Michetti ci informava di questo, a Cura Mostrapiedi il Comune di Sant’Elpidio a Mare era già intervenuto.
Non mi sorprende, quindi, che la situazione, a otto mesi di distanza, si sia ripresentata. Evidentemente si è intervenuti in ritardo e solo il clima più fresco (freddo no, l’inverno è stato fin troppo mite e forse ha contribuito ad aggravare la situazione) ha rallentato la proliferazione del micidiale animaletto che sta uccidendo le siepi del cimitero. I cipressi, invece, ci dicono che stanno meglio: evidentemente il trattamento contro il fungo del cipresso (cosa diversa dalla piralide del bosso) ha funzionato, oppure è avvenuto qualche miracolo. A Montegranaro capitano spesso, specie in politica.
Quindi si torna a intervenire. Speriamo con maggiore successo. Oggi scende in campo l’assessore il persona, senza delegare consiglieri comunali, il che ci fa ben sperare, almeno sulla serietà delle intenzioni. Speriamo non sia troppo tardi, anche perché, qualora lo fosse, sarebbe dura poi tornare alla carica con un nuovo comunicato dell’Istituto Luce Comunale e vantarsi di cose di cui, invece, magari sarebbe meglio fare ammenda. Ma, si sa, l’informazione va trattata in maniera professionistica, magari potando qualche rametto, proprio come fosse un cipresso.

Luca Craia