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sabato 30 gennaio 2016

I bollettini dell’assurdo



Sembra una sciocchezza ma non lo è. I bollettini di pagamento per il servizio delle lampade votive del cimitero, emessi con una lunga serie di errori, sono una cosa seria. Prima di tutto il fatto che siano state imputante ad alcuni utenti somme non dovute. Il Comune ha fatto sapere, sulla sua pagina Facebook, che emetterà dei nuovi bollettini ma mi pare che la cosa sia gravemente insufficiente. Non tutti gli utenti interessati hanno Facebook, credo, né sono tenuti ad averlo. E se qualcuno nel frattempo paga? Sarebbe stato molto meglio inviare una lettera a casa.
Altro errore è quello della data di fatturazione. La fattura porta la data del 1 febbraio ma i bollettini sono stati consegnati tra il 28 e il 29 gennaio. A parte l’ilarità che questo potrebbe generare, il fatto è grave perché siamo di fronte a un illecito fiscale che potrebbe avvantaggiare il Comune posticipando il versamento dell’Iva. Se lo fa un privato incorre certamente in sanzioni. Il Comune, non so.
E proprio l’Iva è un altro errore presente nelle cartelle delle lampade cimiteriali. Infatti l’imposta è stata applicata anche sugli oneri per ritardato pagamento che, invece, dovrebbero essere esenti e, addirittura, sul rimborso delle spese di spedizione. Un pastrocchio dietro l’altro, quindi, che deve essere necessariamente sanato e che, certamente, non può considerarsi risolto con due righe scritte su Facebook

Luca Craia

mercoledì 13 gennaio 2016

Trinità, la chiesetta dei Conventati dimenticata



La chiesetta della SS.Trinità la possiamo trovare percorrendo, appunto, via Trinità, la strada che dalla chiesa di San Liborio scende fino a via Elpidiense Sud ed è situata circa a metà via, nell’unico lotto “verde” dell’area. Per capire che si tratta di una chiesa ci vuole un po’ perché, passando veloci, si vede soltanto un muro di mattoni che spunta tra la folta vegetazione. Avvicinandosi, però, si scopre un delizioso tempietto neoclassico completamente mangiato da una selva di erbacce e alberi spontanei, segno di come la chiesetta sia stata completamente dimenticata da tutti fuorché da chi ci abita vicino che, però, ormai l'ha metabolizzata come rudere.
Invece quel piccolo edificio ricoperto da rampicanti selvatici e nel centro del quale addirittura crescono alberi (il tetto non c’è più) era la cappella funebre della famiglia Conventati. Va ricordato che nell’area di cui parliamo esisteva l’antico cimitero cittadino, poi spostato nella posizione attuale alla fine del XIX secolo. Uniche testimonianze della presenza dell’antico camposanto sono la croce in ferro che si erge al centro dell’incrocio di fronte alla chiesa di San Liborio e, appunto, la chiesetta della Trinità. Molto probabilmente sotto il pavimento del tempio ci sono ancora le tombe di alcuni Conventati.
A quanto sappiamo la chiesa risulta di proprietà del Comune. È ancor più stupefacente, quindi, lo stato di abbandono in cui versa. Nessuno si è mai preso la briga almeno di tenere pulita l’area che, oltretutto, è sita al centro di un quartiere densamente popolato. Inoltre non vi sono recinti, per cui esiste anche la possibilità che qualcuno, magari un bambino, possa avventurarvisi all’interno con enormi pericoli.
Sarebbe quantomeno opportuno ripulire l’area dalle erbacce in modo tale da poter accedervi e fare gli opportuni rilievi, sia per quanto riguarda la staticità dell’edificio sia per quanto riguarda la parte archeologica della quale proporrei che sia Arkeo ad occuparsi. Nei prossimi giorni presenterò domanda al Comune. Nel frattempo raccomando a tutti di non avvicinarsi, sia per non assumere rischi inutili sia per non rovinare ulteriormente un altro dei piccoli tesori dimenticati di Montegranaro.

Luca Craia

mercoledì 2 settembre 2015

Per le siepi del cimitero si attende l’Assam. Ma le siepi non lo sanno e muoiono



Ho risentito il Consigliere Comunale Michetti per quanto riguarda la grave situazione della vegetazione del cimitero montegranarese. L’ho fatto dopo il suo intervento dell’altro giorno sulla pagina dell’Ape di Facebook in cui ci informava che erano stati interessati sia degli agronomi che gli esperti dell’Assam e si stava attendendo di sapere le loro valutazioni. Per quanto riguarda i cipressi gli agronomi avevano diagnosticato un attacco di afidi del cipresso mentre le siepi sarebbero infettate dalla piralide del bosso. La Michetti ci informava che non era il momento opportuno per intervenire e bisognava attendere per essere efficaci.
Pochi giorno dopo, si ricorderà, apprendemmo la notizia che il Comune di Sant’Elpidio a Mare, per lo stesso tipo di problemi, aveva chiuso il cimitero di Cura Mostrapiedi in modo di poter intervenire con i trattamenti del caso. Allora mi venne il dubbio: come mai a Sant’Elpidio si interviene e a Montegranaro no? Così l’ho chiesto alla Michetti. E la Michetti mi ha ribadito che la situazione è quella che ha spiegato l’altro giorno (ne rimetto lo screeshot) e che non ha nulla da aggiungere.
Quindi, in conclusione, Sant’Elpidio a Mare reputa che questo sia il momento di intervenire, Montegranaro attende informazioni dagli esperti. Ma le siepi non lo sanno e, intanto, muoiono.

Luca Craia


martedì 1 settembre 2015

I parassiti dei cipressi dall’emisfero australe a quello boreale passando per Cura Mostrapie



Qualche giorno fa segnalai la situazione drammatica delle piante del nostro cimitero. Sia le siepi che i cipresso si stanno seccando, senza tanti giri di parole. A parte l’incuria generale in cui versa il nostro camposanto, credo che far morire queste piante ormai diventate storiche, sia davvero da irresponsabili. All’articolo rispose Il consigliere comunale Chiara Michetti spiegandoci che tale parassita è stato identificato come la piralide del bosso. Sono stati consultati agronomi ed esperti e il comune sta aspettando l’esito di tali consulti per intervenire. La Michetti, però, ci dice che l’intervento va fatto in periodi ben precisi, da cui desumiamo che, non essendo in corso alcun tipo di provvedimento, il periodo non è questo.
Poi leggiamo del Comune di Sant’Elpidio a Mare che interviene sul cimitero di Cura Mostrapiedi dove le piante sono attaccate da un parassita chiamato piralide del bosso. Curioso, ha lo stesso nome di quello che ha attaccato le nostre. Il Comune di Sant’Elpidio a Mare ha chiuso il cimitero per intervenire con urgenza cercando di salvare il salvabile. Da noi, invece, bisogna attendere il periodo più opportuno. Da noi non è questo il periodo più opportuno. A Sant’Elpidio a Mare, invece, sì. Ma, si sa, Cura Mostrapiedi è nell’emisfero australe mentre il nostro cimitero in quello boreale. Il parassita che ha attaccato le siepi del cimitero elpidiense evidentemente non è uguale al nostro, pare che sia una versione marsupiale. E poi da noi ora è estate mentre nell’emisfero australe è inverno, per cui i periodi non combaciano. A meno che la dottoressa Michetti non voglia illuminarci, credo che la spiegazione più logica sia questa. O forse ne ho un’altra ma non ve la dirò.

Luca Craia