venerdì 24 aprile 2015

Perché è (quasi) impossibile affrontare seriamente la questione immigrazione



Il problema dell’immigrazione è un problema molto complesso che va analizzato e non generalizzato. Analizzare significa esaminare ogni singola parte della questione in maniera indipendente dalle altre per trovare soluzioni specifiche e ragionate che rispondano realmente ai problemi concreti. In Italia questo non è mai avvenuto e, da quel che si può vedere, difficilmente avverrà per cui non ho grandi speranze di vedere il problema risolto.
Da un lato assistiamo alla solita ridda di slogan populistici, a proposte inconcludenti, a un linguaggio da osteria di chi si pone in maniera critica rispetto all’operato dei vari governi che si sono occupati della cosa. Non si cerca la soluzione ma si mira a far presa sull’opinione pubblica cercandone il consenso attraverso la mera interpretazione a fini propagandistici di esigenze reali nonché di paure irrazionali e istinti xenofobi. Questo porta alla ridicolizzazione di ogni tentativo di porre mano al problema che si distacchi dai metodi adottati dal governo. Parlare in maniera critica di immigrazione e regolamentazione, di diritti degli immigrati e diritti dei cittadini italiani diventa, a causa di questo atteggiamento povero di contenuti, difficile se non impossibile perché non si riesce ad avere sufficiente credibilità.
Questo porta l’atteggiamento politicamente corretto dell’altra parte a essere vincente solo per il fatto di non degenerare e diventare scurrile e qualunquista. È molto più facile adottare atteggiamenti definiti buonisti perché la persona intelligente fa fatica c confrontarsi con l’assenza di ragionamento. Ecco che, quindi, le politiche dell’accoglienza totale, seppur prive di un ragionamento analitico e di un reale aggancio col problema reale, diventano vincenti portando, come conseguenze, l’assenza di una programmazione e di un controllo, un trattamento che, se nell’intento è umanitario, diventa disumanizzante per gli immigrati stessi e, cosa da non sottovalutare, un meccanismo economico di arricchimento e vantaggio per determinati operatori in possesso di agganci politici importanti.
In conclusione la soluzione del problema non passa attraverso i proclami di Salvini o l’ipocrita buonismo del Pd ma necessita di un ragionamento analitico che sia sganciato da ogni retorica. Questa cosa, evidentemente, agli Italiani non riesce.

Luca Craia

Meno guano in centro storico? Beverati deve aver sbagliato paese.



Avrà confuso Montegranaro con Montegiorgio, l’assessore al centro storico di Montegranaro, Giacomo Beverati, quando afferma che c’è meno guano. Intendiamoci, dove sono stati messi i gabbioni la cosa sta davvero funzionando, ma la mappa della presenza di questo strumento nel castello montegranarese non è affatto completa e ci sono zone ancora sguarnite di gabbie e, conseguentemente, sporche di guano, come via Castelfidardo, per fare un esempio. La porta della chiesa di San Pietro Apostolo è lastricata di cacca di piccione, con buona pace dei turisti che, anche due domeniche fa, vi sono stati accompagnati da Arkeo.
Anche la stima della popolazione aviaria mi pare piuttosto avventata: 500 volatili. Come li avranno contati, Beverati e Basso? Uno per uno? A me sembrano molti di più. Certo che se si ha un’idea così approssimativa della questione è difficile trovarne la soluzione.
C’è una nota positiva: la ventilata possibilità di non adottare il sistema della sterilizzazione che, diciamocelo, è una mezza stupidata. I gabbioni funzionano, purchè vengano messi dappertutto. Si punti su questo sistema e lo si potenzi. I risultati verranno e vedremo che saranno catturati ben più di 500 piccioni.

Luca Craia

Grotte allagate ma non pericolose



A maggior precisazione di quanto riportato dall’articolo odierno del Corriere Adriatico, Arkeo e Il Labirinto ritengono che la presenza di acqua, per quanto cospicua, all’interno dell’ipogeo di piazza Mazzini non desti, almeno al momento, preoccupazioni circa la staticità degli edifici e della piazza stessa. Ricordiamo che l’ipogeo insiste solo parzialmente al di sotto dei palazzi mentre si estende nella sua quasi totalità sotto la piazza stessa. La presenza di acqua è più o meno costante e potrebbe comportare problemi strutturali solo nel lunghissimo periodo.
L’invito che le nostre associazioni rivolgono al Comune è di intervenire per un drenaggio definitivo dell’acqua, creando un sistema di riflusso che ne scongiuri l’accumulo in futuro. Questo non tanto per questioni legate alla sicurezza strutturale quanto per creare un circuito visitabile. L’investimento sarebbe minimo e il ritorno decisamente interessante, visti i risultati conseguiti da altre località che hanno aperto i loro ipogei alle visite. 

Luca Craia