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lunedì 8 giugno 2015

CLAMOROSO! LA SUTOR RIAMMESSA IN SERIE A!



Qualcuno se ne avrà a male, qualcuno forse si arrabbierà, qualcuno potrà anche perdonarmi per questo stratagemma (se vogliamo un po’ meschino) che ho utilizzato per richiamare l’attenzione dei Montegranaresi su una questione importantissima ma alla quale mi pare sia stato dato poco peso: la tariffazione della TARI, ossia la nuova tassa sui rifiuti. Che c’entra la Sutor, qualcuno chiederà? Niente, era appunto lo stratagemma di cui sopra, visto che la Sutor risulta sempre molto interessante, a volte ancor più del nostro portafoglio.
Allora, in due parole che è successo? È successo che nel 2013 la TARI aveva un’aliquota media dell’1.70% composto dalla quota comunale dell’1.40% e dalla quota statale dello 0.30%. Nel 2014 la quota statale è stata abolita ma il Comune di Montegranaro ha integrato la propria quota mediamente del 7,5%. Mediamente, dicevo, perché in certi casi, ad esempio per i alcuni negozi particolari come antiquari, collezionismo eccetera (guarda caso proprio quei negozi che potrebbero, in linea ipotetica, essere interessati al cosiddetto piano di rilancio del centro storico, pensa un po’), l’aumento è stato del 12,55%.
È bene sapere che, col nuovo bando proposto dall’assessore Roberto Basso per la riorganizzazione del sistema di raccolta rifiuti, è previsto un aumento di spesa consistente che si rifletterà per forza sulle nostre tasse e le nostre tasche. Fate voi le opportune valutazioni.
Ah, la Sutor, purtroppo, non è stata riammessa in serie A. Perdonatemi se potete.

Luca Craia

giovedì 9 aprile 2015

Uomini per tutte le stagioni



Non capisco, per quanto mi sforzi, l’atteggiamento del nostro vicesindaco Ubaldi mentre compie le sue giravolte per farci dimenticare il passato. Posso comprendere la sua fiducia nella proverbiale memoria corta dell’elettore ma, proprio facendo leva su questo, non si spiega questa smania di andare sul giornale per dirci cose sulle quali un cittadino mediamente attento non può che ridere su, non fossero poi così poco divertenti in realtà. 
Che sia ansia da protagonismo, che sia smania di comunicazione, che sia un tentativo di fare un po’ di fumo e un po’ di nebbia, il risultato che si ottiene è contrario, secondo il mio modestissimo parere, a quello che ci si aspettava, forse perché oggi i tempi sono cambiati, i mezzi di comunicazione sono più snelli e alla portata di tutti e questo allunga inopinatamente la memoria dell’elettore finora accreditato di tendenze amnesiche.
Siamo in tanti, invece, a ricordare i trascorsi amministrativi del nostro vicesindaco, trascorsi che gli hanno fatto intrecciare il suo curriculum politico con quello di diversi ex ed attuali amministratori. Intendiamoci: non c’è nulla di male a cambiare alleanze, strategie e bandiere. Nella vita si può cambiare idea, è prerogativa delle persone intelligenti e certamente Ubaldi lo è. Ma non si può ricrearsi una verginità politica con una sorta di chirurgia plastica mediatica. 
Per questo dichiarare sulla stampa che, per colpa dei debiti pregressi, si è costretti ad aumentare le tasse equivale ad autoaccusarsi. Per questi debiti non sono venuti dal nulla ma sono frutto di precedenti errori amministrativi e politici ai quali, se proprio non si è partecipato, si è almeno assistito silentemente. Ma certo che, con un palmares di tutto rispetto come quello del nostro vicesindaco, che ha avuto incarichi prestigiosi sin dal 2004, e considerata la sua preparazione e intelligenza, si fa fatica a pensare che di tutto ciò fosse all’oscuro. 
Così come non era all’oscuro della situazione debitoria e delle sue conseguenze nemmeno quando partecipò alla redazione del programma elettorale della compagine amministrativa di cui fa parte oggi, nel quale si promettevano mari e monti per poi, oggi, venirci a dire che nulla si può fare perché ci sono i debiti, debiti fatti da quei cattivoni che c’erano prima. E se aumentiamo le tasse è colpa (solo) di Gastone.

Luca Craia

martedì 16 dicembre 2014

A ognuno il suo mestiere nel rispetto della legalità (e delle giuste finalità)



Nel volantino di Natale in Strada, il “Veregra Street invernale” studiato e voluto dal direttore artistico nonché deus ex machina Giuseppe Nuciari per sperimentare il già riuscitissimo evento estivo in climi non proprio abituali, leggo una frase che mi auguravo di leggere da tempo: “menù convenzionati con ristoranti”. Me lo auguravo perché ritengo che questa sia la giusta via da seguire.
È logico che occasioni come questa siano opportunità importanti per l’autofinanziamento del mondo associativo e del volontariato al quale, fino ad oggi, è stata data pressoché carta bianca in fatto di gastronomia nella festa, ma credo sia giusto fare alcune considerazioni sganciandosi da qualsiasi pregiudiziale. È giusto che la mole economica (che è notevole) mossa dal cibo non venga incamerata dagli operatori professionisti del settore? Io credo di no e per due motivi.
Il primo motivo è morale ed economica: ci sono operatori che svolgono un’attività imprenditoriale che va rispettata. Costoro pagano affitti, investono sulle attrezzature, fanno ricerca di materiali di qualità e, soprattutto, pagano le tasse. Credo che questo impegno che gli imprenditori del settore profondono per tutto un anno non debba subire sospensioni nei periodi in cui il paese festeggia subendo la concorrenza di altri soggetti che non sono economici. Anzi, ne dovrebbero avere giovamento. E qui arriviamo al secondo motivo.
Se vogliamo davvero ridare vitalità e forza al centro della città, così come si dichiara da tutte le parti, lo dobbiamo fare incentivando l’investimento. Mi pare contradditorio che, in un momento in cui chi questo investimento lo ha fatto ha l’opportunità di raccoglierne maggiormente i frutti grazie al flusso notevole di persone che eventi come questo generano, debba subire la concorrenza di operatori che non hanno investito, non creano economia e non pagano tasse che, di riflesso, ricadono beneficamente sul territorio stesso.
Credo che sia giusto e opportuno, anche politicamente parlando, che i ristoratori e gli operatori della gastronomia in genere vengano tutelati, incentivati e portati a investire maggiormente sfruttando proprio occasioni come questa. Le associazioni hanno certamente un ritorno e questo ritorno altrettanto certamente è a beneficio del paese ma ritengo sia estremamente più importante fare in modo che le attività commerciali godano dell’economia derivante da queste iniziative. In sostanza le associazioni siano libere di organizzare cene sociali e simili ma non si sostituiscano in alcun modo agli operatori che legalmente si occupano dello stesso ramo perché, altrimenti si creerebbe una concorrenza sleale e disincentivante che sarebbe estremamente dannosa e andrebbe in direzione totalmente opposta a quella dichiarata di rivitalizzare il centro.
Mi pare buona, quindi, l’intenzione che leggo dal volantino di lasciare la ristorazione propriamente intesa ai professionisti mentre le associazioni vadano ad occuparsi di promozione enogastronomica, degustazioni e affini anche e soprattutto creando la giusta sinergia con gli operatori stessi. In questo modo entrambi potranno avere un ritorno economico da queste iniziative e si lavorerebbe insieme per favorire la rinascita del centro.

Luca Craia