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lunedì 10 ottobre 2016

La caccia al tesoro promuove il centro e lo fa vivere



È davvero l’unica iniziativa che porta veramente giovamento al centro storico di Montegranaro, quella intrapresa dai gruppi parrocchiali che operano coi giovani, tra cui Azione Cattolica, Agesci, Focolari e catechisti. La caccia al tesoro dei bambini, svoltasi sabato, ha portato un’ondata gioiosa di giovanissimi per le vie del centro ed è stato come se queste riprendessero vigore, come una medicina miracolosa per un malato grave. Certo che la medicina va presa spesso e non soltanto una volta l’anno, ma intanto forse abbiamo capito quale farmaco usare.
E mercoledì, nella giornata dedicata al patrono di Montegranaro, San Serafino, si replica con la caccia al tesoro dei più grandi, quelli nati dal 2000 al 2004. Sono belle iniziative che portano i ragazzi a scoprire il luogo delle origini della nostra comunità cittadina e che, nello stesso tempo, fanno bene al paese antico, troppo spesso e da troppo tempo dimenticato. Sono iniziative rispettose del luogo, che non lo usano come un oggetto da buttare appena finita la festa, che non disturbano la vita degli abitanti, che portano solo bene.
Certo, qualche residente indisciplinato che non ha rispettato i divieti ed è passato con la macchina in mezzo ai bambini che giocavano, non è stato un bello spettacolo e un buon esempio. Ma si tratta di episodi minimali, gli stessi organizzatori non gli hanno dato peso.
Per cui grazie, da parte di chi risiede nel castello e che ci tiene a che venga riportato in vita. Grazie ai gruppi parrocchiali e grazie ai ragazzi che sono venuti e che verranno. E buon divertimento per mercoledì.

Luca Craia


sabato 16 aprile 2016

L’orienteering di Rossetti e i piccoli grandi gesti per il paese.



Ci sono tanti modi per dimostrare amore per il proprio paese e per fare qualcosa di buono per migliorarlo. Uno di questi è senz’altro l’impegno che l’insegnate di educazione fisica delle scuole medie montegranaresi, Gino Rossetti, profonde ogni anno nell’organizzare l’ormai tradizionale gara di orienteering all’interno del centro storico. Vedere questi giovanissimi studenti correre lungo i vicoli, scoprire gli angoli più nascosti, imparare a riconoscere gli edifici storici è estremamente gratificante per chi, come me, vive nel centro storico e da anni si impegna per il suo recupero.
È stato bellissimo stamane assistere alle ricerche di questi ragazzi. Uno mi ha chiesto se quel palazzo fosse l’ospedale vecchio, altri realizzavano come fosse costruita la vecchia Montegranaro correndo su e giù per le stradine e ritrovandosi più volte nello stesso posto. Divertente e commovente.
Il centro storico, purtroppo, è una parte di paese sconosciuta a tanti. Uno di questi ragazzi, parlando con un altro, stamattina ha detto, giustificandosi per aver sbagliato strada: “ma io sono di San Liborio”. Ecco, il centro storico è la nostra memoria e l’abbiamo dimenticata. E un paese che dimentica la propria memoria non ha futuro. Per questo l’opera di Rossetti, nella sua semplicità, è importante e merita un grande plauso. E un sincero ringraziamento, da cittadino residente nel centro storico.

Luca Craia

mercoledì 2 luglio 2014

I Palestinesi ora hanno torto marcio. Senza alibi.



Hanno avuto tutto il tempo, il modo, il sostegno politico internazionale per poter far valere le loro ragioni. Non lo hanno sfruttato preferendo la lotta armata, la violenza, la delinquenza allo stato puro alla politica, alla trattativa, alla ragionevolezza. Eppure il Popolo Palestinese aveva tutti i diritti di essere sostenuto, ascoltato, compreso, e la loro causa era una causa giusta, da condividere. Uso il passato, perché oggi non è più così. Dopo anni di attentati, di guerra civile, di bombe, morti, fiumi di sangue, oggi l’ultimo capitolo, il rapimento dei tre ragazzi israeliani, innocenti, civili, rapiti vigliaccamente e uccisi ancor più vigliaccamente, segna definitivamente la parola fine sulle ragioni dei Palestinesi e ne sancisce, da oggi in avanti, il torto, li porta sulla parte sbagliata della storia, annulla ogni residua ragione, distrugge ogni motivazione di solidarietà. Perché oggi i Palestinesi hanno deciso di non volere più avere ragione, ma di volere essere considerati terroristi, assassini, delinquenti della peggior specie. Con questo non sto condannando un popolo. Sto condannando i leader di un popolo e una cultura che ormai condivide questo modo di agire come se fosse un modo di fare politica. Essa è solo violenza, non più giustificabile, non più giustificata. Oggi i Palestinesi hanno perso il diritto a chiedere giustizia per la loro causa perché si sono dimostrati sanguinari, ottusi, criminali quanti chi era ed è il loro nemico. La causa palestinese è persa per tante ragioni. Ma è persa, oggi più che mai, per causa dei Palestinesi stessi.

Luca Craia