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lunedì 24 ottobre 2016

Gonfiabili per bambini sotto la torre pericolante



Era pericolante fin dal sisma del 24 agosto, la torre del municipio di Montegranaro. Era talmente pericolante che si è reso necessario imbragarla e inserire delle centine di sostegno sugli archi di volta, intervento effettuato solo la scorsa settimana. Quindi, quando durante la fiera per la festa di San Serafino, proprio lì sotto sono stati allestiti i giochi gonfiabili per i bambini, si sapeva benissimo che esisteva un rischio. Lo si sapeva da tempo, anche perché l’incarico per la messa in sicurezza della torre, mentre si gonfiavano i giochi proprio lì, era già stato assegnato. Quindi si sono esposti i cittadini di Montegranaro più giovani a un rischio reale e concreto, e lo si è fatto scientemente.
Vorrei capire perché. E vorrei anche capire quale fiducia possiamo nutrire in chi prende decisioni con tanta leggerezza e, consentitemi, incoscienza; quale fiducia possiamo nutrire quando ci si dice che le scuole sono sicure, che la chiesa di San Serafino è sicura, che Palazzo Francescani è sicuro? Il cittadino deve potersi fidare di chi lo amministra. Questi fatti dimostrano che la fiducia non è ben riposta.

Luca Craia

martedì 27 settembre 2016

Fortuna la Poderosa.



A me l’idea dei mercatini in piazza piace. L’ho sempre detto e continuo a pensarlo: è un’idea su cui vale la pena insistere e puntare, perché la valorizzazione del centro storico passa attraverso questo tipo di iniziative, Fermo docet. Ma occorre un progetto che l’assessore Beverati sembra non avere. Non si può pensare di fare qualcosa di concreto con un’unica iniziativa azzeccata in un anno, sbagliando tutto il resto che, tra l’altro, è pure poco o niente.
Non si può pensare di investire 1534,15 Euro per un evento interessante e potenzialmente utile se questo non fa parte di una visione di insieme molto più ampia. E questa visione di insieme non c’è, lo possiamo affermare senza tema di smentita dopo due anni e mezzo di amministrazione in cui Beverati non ha voluto o potuto fare niente per il centro storico, eccetto qualche estemporaneo quanto evitabile proclama a mezzo stampa.
Ed è anche per questo che la cosa non funziona: a parte il fare un evento di sabato, che sembra avere già in mente la giustificazione per il fallimento (“non si poteva di domenica, c’era Clown & Clown a San Giusto”, mi pare di sentirlo), se non hai una proposta interessante e continuativa la gente non si abitua a venire a divertirsi in paese, va fuori.
Sabato scorso la piazza era piena, è vero, ma solo perché c’era la presentazione della Poderosa. Finita la parte sportiva è sparita la gente. Poi, che Montegranaro non recepisca quasi niente, che si preferisca sempre andare altrove piuttosto che vivere e far vivere il paese, è un dato di fatto. Ma se non c’è un progetto di largo respiro, che parte da lontano e vuole andare ancora più lontano, la gente non ti dà retta. E questo capita a Beverati: spende 1534,15 Euro ma la gente non gli dà retta.
Allora insistiamo sul mercatino, ottima iniziativa. Ma pensiamolo meglio e, soprattutto, facciamo che sia parte di una grande idea e non la sola unica idea buona.

Luca Craia

sabato 24 settembre 2016

Antenne di telefonia. Dopo la bufera San Liborio ora solo silenzio. E quelle in piazza?



Ci sarebbe un piano antenne da redigere e attuare, a Montegranaro, anche con una certa urgenza. Se ne parla da due anni almeno, dopo che il Movimento 5 Stelle aveva portato in Consiglio Comunale una mozione per adottarne uno già per l’anno 2015. Nel frattempo è scoppiato il caso dell’antennona di San Liborio, fortunatamente risoltosi con la saggia decisione della Vodafone di soprassedere, e questa vicenda avrebbe dovuto mettere in allarme la maggioranza di governo, ma non lo ha fatto.
Senza un piano antenne serio, infatti, una situazione come quella scongiurata a San Liborio potrebbe ripresentarsi in qualsiasi momento e il Comune sarebbe sprovvisto di strumenti per contrastarla. Un’amministrazione attenta, dopo il grossolano errore (se di errore si è trattato) compiuto con la Vodafone, avrebbe iniziato subito a studiare un piano da attuare con la massima celerità. Invece, una volta superata la crisi, è sceso il silenzio più assoluto. Ma la necessità resta, il rischio che la salute dei cittadini venga di nuovo messa a repentaglio esiste ancora e l’unico modo per scongiurarlo è questo: adottare un piano antenne.
Poi ci sono le antenne già esistenti. Sono sparse un po’ dappertutto, ma la concentrazione di questi apparecchi sulla torre dell’acquedotto preoccupa non pochi cittadini. La domanda è questa: chi ne controlla le emissioni? Siamo sicuri che è tutto a norma? Il Comune dovrebbe essere in possesso di uno strumento per misurare le emissioni ma ho come l’impressione che in piazza Mazzini non sappiano nemmeno dove sta. Ma sulla torre dell’acquedotto ce ne sono tante, di antenne, e una volta venivano monitorate. Oggi?

Luca Craia