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sabato 16 gennaio 2016

Il laghetto e i pescatori. La grammatica migliora ma il messaggio rimane lo stesso: riapritelo.



Parco Fluviale del Chienti (laghetto), chiuso e recintato ormai da due anni. I pescatori che vi solevano pescare avevano apposto un cartello di protesta che pubblicai qualche mese fa. Il cartello chiedeva con forza (e qualche sgrammaticatura) al Sindaco di prendere provvedimenti per riaprire il laghetto. Dopo essere finito sui giornali il cartello è stato staccato da mano ignota (ma che possiamo immaginare a chi possa appartenere). Ora i pescatori tornano alla carica con un nuovo cartello, graficamente più accattivante e con una grammatica decisamente migliorata. Il messaggio rimane chiaro: riaprite il laghetto. Intanto a piazza Mazzini ci si occupa d’altro. Si è saputo, qualche tempo fa, che ci sono difficoltà dovute a delle certificazioni di agibilità, però certamente un’apertura parziale è possibile. Ma se non c’è la volontà politica o se le priorità sono altre, e soprattutto, se la cosa non garantisce foto di gruppo sul giornale, i pescatori hanno poche speranze. Auguri

Luca Craia

lunedì 21 dicembre 2015

Il laghetto proibito


C'era una volta un bel laghetto vicino al fiume Chienti, un luogo magico, pieno di profumi e colori. Era un luogo dove la gente si ritrovava e faceva festa, dove andavano le associazioni per divertirsi insieme, dove la gente faceva scampagnate e dove i pescatori pescavano tranquilli e indisturbati. Poi venne il Commissario che, chissà su indicazione di chi, decise che il laghetto fosse pericoloso e ne recintò le sponde.
Poi venne l’Amministrazione Mancini che decise che, essendo opera della passata amministrazione, dovesse essere destinata all’oblio e all’ignominia, come tutte le opere delle passate amministrazioni (vedi torre Zed con i neon tutti fulminati o le tante fontane tutte senz’acqua). Così abbandonò definitivamente l’area, chiuse i cancelli, e fece di tutto per farla dimenticare alla cittadinanza (anche se si riesce a entrare da un cancelletto aperto e da un paio di punti non recintati dal lato del fiume)
Ma la cittadinanza non dimenticava, ogni tanto qualche Ape pungeva e qualche pescatore si lamentava, così si inventò un bando per dare il laghetto a un gestore privato e, quindi, renderne l’accesso a pagamento. Quando quasi tutti protestarono per questa decisione vergognosa, l’amministrazione comunale semplicemente decise di non occuparsene più, facendo fede sulla memoria corta della gente.
Solo che l’Ape la memoria ancora ce l’ha e qualche pescatore anche, nonché qualche cittadino che, stamattina di buon’ora, mi ha mandato delle foto che fanno rabbrividire, non solo per la nebbia. Fossi un amministratore mi vergognerei. Ma io non sono un amministratore e gli amministratori, di solito, non si vergognano.

Luca Craia


martedì 20 ottobre 2015

Il laghetto ai privati. Diventa a pagamento?



Il Comune di Montegranaro, dopo aver abbandonato a se stessa l’area del cosiddetto “Parco Fluviale del Chienti”, fa sapere oggi che intende affidarne la gestione a un “soggetto terzo”. L’area, in passato luogo di incontro, di svago, di manifestazioni, è stata sempre, finchè è stata fruibile, un luogo pubblico e aperto a tutti. Ora l’idea di darla in gestione a un privato mi pare delicata, perchè il privato normalmente non fa il missionario e, quindi, un guadagno lo deve ottenere. Come farà? Diventerà a pagamento? Non sarà più un luogo aperto e libero? Non sarà a disposizione dei cittadini sempre e comunque? Da quello che apprendiamo si capisce che, chi gestirà l’area, avrà modo di impiantare struttura per la pesca sportiva e altre attività. Non vorrei che il laghetto diventi una delle tante strutture sportive montegranaresi, tutte appannaggio di società private e precluse ai cittadini.

Luca Craia

lunedì 5 ottobre 2015

L’amministrazione sfasciatutto




Riflettevo sull’articolo della Pravda di ieri riguardo la volontà del Comune di indire un bando per la gestione dell’area del Parco Fluviale. C’è da riflettere, effettivamente, perché gli scorsi anni il laghetto era diventato un bel giardino, frequentato e goduto da Montegranaresi e non, e tutto questo non costava niente o quasi alla collettività. C’era la Protezione Civile che lo curava amorevolmente come fosse l’orto di casa e c’erano tante associazioni che volontariamente e senza compenso alcuno organizzavano eventi. C’era anche la Proloco, alla quale, inizialmente, la maggior parte delle associazioni cittadine dava volentieri una mano.
Poi è venuto il commissario che, ravvisate alcune irregolarità, ha fatto recintare il laghetto. Infine è venuta la coalizione di Montegranaro Riparti ed è accaduto quanto segue:
- il laghetto è rimasto recintato;
- la Protezione Civile, nel frattempo, limitava al minimo le azioni. Il motivo non lo so ma posso immaginarlo;
- la Proloco perdeva piano piano l’appoggio di quasi tutte le associazioni, ben istruita da Sindaco e assessori vari, con le due/tre associazioni accreditate in comune (tutti sappiamo quali siano, non serve nominarle) a soffiare sul fuoco delle polemiche e a costruire muri contro muri. Ricordate la cacciata di Arkeo dalla settimana della cultura che aveva ideato e organizzato con la Provincia di Fermo. Risultato: dopo pochi mesi la Proloco moriva;
- la festa del 1 maggio 2015 saltava perché nessuno voleva infilarsi in un clima così avvelenato;
azioni politiche continue spaccavano le associazioni dall’interno; intanto si provava in tutti i modi a mettere i volontari gli uni contro gli altri, allo scopo evidentemente di favorire le solite associazioni amiche (e politicizzate).
Giungiamo così a oggi: il laghetto è una giungla impraticabile, come impraticabile sta diventando il panorama culturale montegranarese, senza assessore, senza Proloco, e con un clima tesissimo nel quale va a inserirsi anche la geniale idea dell’albo delle associazioni: inutile e pretenzioso pretesto per mettere naso e mani nelle associazioni stesse, chiedendo documentazioni come l’atto costitutivo (a che pro) e una relazione, udite udite, sulle attività svolte come se il Comune ne avesse in qualche modo parte.
Quale sia l’obiettivo di Ediana Mancini e dei suoi collaboratori appare oscuro. Quali siano i risultati di questa politica attuata fin da subito e mai abbandonata nonostante i risultati nefasti è evidente. Ora tocca pure fare il bando per gestire uno spazio cittadino che, fino a poco fa, era della città e gestito dai cittadini.

Luca Craia