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martedì 11 ottobre 2016

Mezzina. Partono i lavori di sei mesi fa. Tra poco non ci saranno più strade secondarie.



Non so che effetto pensasse di produrre, il Presidente della Provincia di Fermo, nell’annunciare ancora una volta l’inizio dei lavori di messa in sicurezza della Mezzina. Probabilmente riteneva di dare una buona notizia e di rendere felici gli elettori e magari qualcuno di quelli un po’ più distratti e schierati sarà davvero felice. Ma questa canzone l’abbiamo già sentita, la sentiamo ogni volta che capitano incidenti gravi lungo quella strada maledetta e, ormai, si rimane scettici. Diciamo che, per brindare, aspettiamo l’inizio dei lavori. Anzi, io aspetterei la fine, visto quello che è successo a Montegranaro, dove il Presidente della Provincia è anche Assessore ai lavori pubblici e le asfaltature sono sì partite, per fermarsi con le ferie e non riprendere più. Per cui ci andrei cauto nel gioire.
Anche perché c’è poco da gioire: con trecentomila Euro non credo si possa fare un granchè. Ci si tappa qualche buca, al massimo. E c’è davvero poco da brindare: la Mezzina è una strada pericolosissima, ci sono incidenti quasi tutti i giorni, molti gravi, troppi con vittime. La manutenzione langue da anni, dai tempi del vecchio Presidente, Cesetti, che fece davvero poco (diciamo niente) per quella strada. E le conseguenze si vedono: buche, avvallamenti, incroci cechi e pericolosi. Parlare di rotatorie è un tabù, si arrabbiano pure i giornalisti. Parlare di ordinaria manutenzione si deve ma, fino a oggi, non si fa. Anzi, parlare si parla, sono i fatti che mancano.
Bisogna dire che la Provincia di Fermo è in buona compagnia: chi gira sa che le strade secondarie stanno sparendo, private di ogni intervento manutentivo stanno man mano diventando impercorribili. Gli enti locali, sempre più in affanno economico, tralasciano le vie di secondo piano preferendo l’investimento nella cura di quelle principali. C’è da pensare che, tra pochi anni, le arterie secondarie spariranno del tutto. Nel frattempo, però, sono estremamente pericolose e fanno danni e vittime.
Ma non è il caso della Mezzina. La Mezzina non è affatto secondaria, è uno dei collegamenti più importanti della Provincia fermana e viene percorsa da migliaia di auto ogni giorno. Lasciarla nelle condizioni in cui versa è scellerato. Per cui il Presidente ha poco da fare proclami, perché c’è poco da entusiasmarsi se si fa soltanto quello che si dovrebbe fare: l’ordinaria manutenzione. E non la si fa perché è bella. La si fa perché si evitano incidenti, si evitano morti.

Luca Craia

martedì 24 maggio 2016

La Mezzina e la memoria breve



Sono passati quasi due mesi dal tragico ultimo incidente capitato lungo la provinciale Mezzina, un incidente luttuoso che ha sconvolto, allora, cittadini e autorità e costretto il Presidente della Provincia Aronne Perugini, dopo una reazione iniziale piuttosto fredda, a parlare di investimenti per la messa in sicurezza della strada. Perugini, infatti, inizialmente aveva cercato di negare la necessità di intervenire sull’incrocio maledetto che tante vittime ha mietuto negli anni, dicendo che l’incrocio in questione “è regolamentato e ben visibile. Se uno non rispetta le regole, non possiamo fare altro”, salvo poi fare retromarcia qualche giorno dopo e dichiarare che c’erano disponibili circa 500.000 euro per intervenire sulla sicurezza dell’asse viario.
A distanza di quasi due mesi, però, non se ne parla già più. Oggi si ragiona sugli asfalti, importanti, per carità, e sembra che il problema si risolva semplicemente tappando qualche buca. L’opinione pubblica, a quanto pare, sembra essersi velocemente dimenticata del dramma e così il buon politico si sente autorizzato a sua volta a dimenticare promesse e impegni. Ma il pericolo rimane. Auguriamoci che non accada mai più niente di grave ma, facendo finta di niente, il politico si assume una grave responsabilità qualora dovesse capitare di nuovo.

Luca Craia

giovedì 31 marzo 2016

Spieghiamo perché la rotatoria e non il semaforo



Non mi pare che debba essere necessario, perché chiunque guidi un veicolo semovente (non dico una macchina, basterebbe un triciclo) dovrebbe sapere la differenza che c’è tra il percorrere un incrocio regolato da semaforo e uno in cui insiste una rotatoria. Però ho visto diversi commenti su Facebook che si chiedevano perché sprecare soldi per un incrocio dove già ci sono i semafori se tanto la gente, poi, non rispetta né questi né un’eventuale rotatoria. Quando poi leggo articoli di giornale che si pongono la stessa domanda, chiedendosi, appunto, perché bisognerebbe spendere soldi per “una costosa rotatoria” allora, forse, è meglio spiegare, perché sembra ci sia chi non capisce.
La “costosa rotatoria” serve per salvare vite umane. Se diamo per assunto che la vita umana non ha prezzo, la “costosa rotatoria” diventa automaticamente molto economica. Ora vediamo perché le amministrazioni pubbliche di mezzo mondo preferiscono utilizzare la rotatoria anziché il semaforo per salvare vite umane: il semaforo, quando è rosso, indica che bisogna fermarsi ma capita, si sa, che qualcuno non lo faccia, vuoi per distrazione, vuoi per errore, vuoi per un guasto meccanico, vuoi perché si ritiene più furbo degli altri. Quando questo accade chi non si ferma arriva in mezzo all’incrocio a velocità sostenuta e, se incontra un altro veicolo, ci può scappare il morto.
Cosa cambia con le rotatorie? Cambia che, chi non rispetta la precedenza deve comunque rallentare, altrimenti finisce in mezzo alla rotatoria. È facile capire che, per quanto gli incidenti possano ancora capitare, con la rotatoria la loro gravità cala bruscamente proprio per la minore velocità di impatto. Ecco perché una rotatoria è di gran lunga preferibile al semaforo. Ecco perché stanno mettendo rotatorie dappertutto. Ecco perché sarebbe bene metterne un paio anche lungo la Mezzina. Poi se per certi giornalisti i morti contano meno del volere del Presidente della Provincia, questo è un altro paio di maniche.

Luca Craia