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lunedì 18 gennaio 2016

Riordino di viale Gramsci: i commercianti bocciano il piano



Si è tenuta questa sera la riunione dei commercianti del centro, convocati dal Comune per illustrare loro il progetto di riordino di viale Gramsci, largo Conti e piazza Mazzini. Lo stesso progetto era stato presentato alla cittadinanza qualche tempo fa riscuotendo forti critiche e molti mugugni. Stessa sorte ha avuto questo pomeriggio. Infatti alla riunione, che è stata piuttosto partecipata, i commercianti quasi all’unisono hanno bocciato il piano chiedendo, al contrario, più posti auto e il mantenimento dei due sensi di marcia. Direi che, quindi, questo progetto non stia incontrando consensi alcuni e che, forse, è il caso di rivederlo e magari accantonarlo.

Luca Craia

venerdì 15 gennaio 2016

Jemo a fa du vasche derete le mure



Ve le ricordate le estati di tanti anni fa, negli anni ’80, con i giardini di viale Gramsci nuovi nuovi? C’era tutto il paese a passeggio per quei viali, tutte le sere che ha fatto Iddio. Le panchine stracolme di ragazzi, seduti in doppia fila sulla spalliera e sulla seduta. E le guardie che si arrabbiavano ma non ci facevano niente. Si cominciava già dalle sei e mezzo o sette del pomeriggio a ritrovarsi dietro le mura, prima era improponibile perché il sole ci picchiava da ore e potevi cuocere un uovo sul selciato. Ma la sera arrivava la brezza da Civitanova e tutta Montegranaro andava a godersi il fresco, i ragazzi a vedere le ragazze passeggiare, le ragazze a farsi ammirare, gli adulti a fare lo struscio o, come si diceva allora, a farsi qualche vasca avanti e indietro.
Ci si incontrava, si chiacchierava, si prendeva il gelato seduti davanti a Tropical (incredibile ma vero, c’erano persino i tavoli fuori e si sacrificavano posti auto per metterli) o, nel pomeriggio, la pizza da Don Pepe, la pizzeria di Peppe Testatonda. Il fine settimana d’estate si chiudeva la corsia di marcia per le auto più vicina ai giardini e tutta la strada si riempiva di gente. In agosto era così tutti i giorni. Era il luogo di ritrovo dei Montegranaresi. Poi le cose sono cambiate.
La strada non è stata più chiusa. La gente ha cominciato a uscire e andare altrove. Le vasche dietro le mura sono rimaste vuote. Persino i pesci se ne sono andati dalle fontane. Ritornare a quei tempi? Si può, ma non servono nuovi marciapiedi, nuove aiuole, nuove panchine. Serve ricreare lo spirito di coesione e comunità che c’era allora. Serve far vivere Montegranaro non come la cornice per il passeggio ma serve il paese, inteso come organismo vivo e pulsante. È questo quello che abbiamo perso e che dobbiamo recuperare.

Luca Craia

lunedì 28 settembre 2015

300.000 Euro per una foto?

Foto "Corriere Adriatico!"
Sono molto preoccupato per i giardini di viale Gramsci. Non è la prima volta che lo scrivo e non sarà l’ultima, e torno sull’argomento l’indomani dell’inaugurazione di un’opera sulla cui estetica possiamo disquisire all’infinito tra chi la gradisce e chi no (io no) ma il punto è un altro: siamo sicuri che l’opera sia duratura?
L’intera operazione è costata 300.000 Euro, una cifra piuttosto cospicua se consideriamo il rischio che quanto realizzato non duri. Una cifra, però, troppo piccola per essere tranquilli, appunto, sulla consistenza dell’intervento. Infatti, quando il problema dello smottamento della scarpata di viale Gramsci si presentò in tutta la sua gravità, si parlava di ben altre cifre e di progetti molto più complessi, che prevedevano palificazioni profonde e sbancamenti importanti. Non mi pare si sia fatto niente di tutto ciò. Non si è nemmeno piantumato il crinale per creare quella sorta di sostegno naturale costituito dalle radici degli alberi. Come fa, allora, la scarpata ad essere in sicurezza?
Ho girato la domanda ad alcuni amici tecnici, in particolare un ingegnere e un geologo. Entrambi mi hanno dato la stessa risposta: ci sono grosse probabilità che non tenga. Spero che si sbaglino ma, secondo loro, esistono gravi dubbi sulla staticità della scarpata e l’intervento effettuato sembra più di facciata che di sostanza. Se l’inverno dovesse essere particolarmente rigido, con nevicate cospicue, il rischio è che tutto precipiti a valle. E con esso i 300.000 Euro che l’opera è costata. Un po’ caro per farsi una foto a favore dei giornali.

Luca Craia

mercoledì 22 luglio 2015

A Montegranaro le palle non girano più.



Vi ricordate il monumento alle palle che girano, la bizzarra fontana posta nella piazzetta dei giardini di viale Gramsci dall’allora amministrazione Basso? Un monumento in granito piuttosto importante, bello o brutto che lo si reputasse, costato alla collettività la bella cifra di € 80.000. Dopo la frana ne abbiamo perse le tracce e non sembra che possa essere rimesso al suo posto alla fine dei lavori di rifacimento dei giardini in quanto il suo posto non c’è più.
Pensavo addirittura che la palla fosse andata perduta, magari rotolata a valle con la frana fino a raggiungere i sassi del Chienti o finita in qualche angolo perduto dei magazzini comunali. Invece sembra che ancora esista, ma certamente non verrà riposizionata. Che fine farà? Non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che, se la palla non è rotolata a valle, 80.000 euro sono volati via. E mi pare lecito domandarmi: si possono buttare via così i soldi della collettività? Anche ammesso che sia stata brutta (a me non è mai piaciuta) è giusto buttarla via come un paio di calzini bucati? Non sarebbe stato più saggio e oculato recuperarla e metterla al suo posto? Le palle a Montegranaro continueranno a girare, sia col monumento che senza. Tanto vale salvare questa cosa costata tanti soldi dei contribuenti.

Luca Craia