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venerdì 5 febbraio 2016

L’assessore per il sociale degli stranieri



Si dà un gran da fare l’assessore Cristiana Strappa, avente delega per i servizi sociali del Comune di Montegranaro, per gli extracomunitari. Promuove incontri per l’integrazione (a proposito, mai visti incontri per l’integrazione promossi dagli extracomunitari, chissà perché), mense per i poveri dove accederanno prevalentemente gli extracomunitari, corsi di lingua italiana per extracomunitari, case popolari per extracomunitari eccetera eccetera.
Per gli Italiani, invece, che fa? Riduce il monte ore per i servizi domiciliari, non dice nulla sull’aumento delle tasse comunali, fa pagare il pulmino ai bambini che vanno in piscina con la scuola, concorda col suo Sindaco nel tentativo di abrogare la mensa scolastica eccetera eccetera.
Cosa non fa? A parte il parlare (non ne abbiamo mai sentita la voce in Consiglio Comunale), non fa nulla, ma davvero nulla per i cittadini montegranaresi che si trovano in difficoltà, così come questa amministrazione non fa nulla ma davvero nulla per fronteggiare in qualche modo la crisi economica che sta riducendo Montegranaro a un livello mai visto. Che dire: davvero brava.

Luca Craia

giovedì 31 dicembre 2015

Gli auguri dell'Ape a una Montegranaro sempre più in difficoltà



Ricompare sul giornale stamattina la nostra sindachessa per annunciarci gli esiti dell’iniziativa a sostegno della povertà intrapresa dal Comune. In buona sostanza è stato creato un fondo a sostegno delle famiglie in difficoltà tramite il quale viene assegnata una cifra, ancorché piccola, che potrebbe aiutare chi ha problemi economici in questa fase estremamente difficile nell’economia del nostro paese. L’iniziativa è lodevole anche se certamente niente affatto risolutiva. Però la notizia in sé è preoccupante.
Sono 98, infatti, le domande di aiuto economico giunte in Comune. Solo 26, però, sono state accolte anche perché i fondi sono quello che sono. E il dato è allarmante. Se ci sono 98 famiglie che hanno trovato il coraggio di chiedere aiuto, chissà quante, per orgoglio, paura, ignoranza, non lo hanno fatto. Su un totale di 13.000 abitanti sono numeri importanti.
Questo, alla fine dell’anno, dovrebbe farci riflettere su quali siano le cose che contano e quelle che non contano. Stiamo assistendo a un grottesco teatrino di polemiche da parte di chi ci governa e che sembra tutto preso in questioni irrilevanti come i volantini del presepe o chi debba prendersi la paternità di cosa, ma non vediamo lo stesso impegno per risolvere i problemi reali di Montegranaro. E, guardate, i problemi non sono nemmeno costituiti da come far circolare le macchine dietro le mura, dallo spostare un parcheggio, da riparare o mettere a norma un palasport o un teatro. Certo tutto è rilevante e si dovrebbero trovare le risorse per far funzionare bene la città. Ma prima di tutto vengono i cittadini.
Montegranaro è passata dall’opulenza degli anni ’80 a una situazione in cui ci sono almeno 98 famiglie in difficoltà, senza contare quelle che regolarmente vengono aiutate dalla Caritas. Un paese che si vantava di avere un laboratorio artigiano in ogni sottoscala, di essere la capitale dell’industria calzaturiera mondiale, un paese dove circolavano le macchine più grandi e costose e che faceva arricchire i grandi centri costieri andando semplicemente a far compere, oggi ha un’altissima percentuale di cittadini in difficoltà. E non consideriamo solo questi dati ma osserviamo quanti operai in cassa integrazione, quante fabbriche chiuse, quanti imprenditori che stentano a rimanere a galla, quante attività commerciali in crisi. Per tutto questo, a parte questa lodevole ma isolata iniziativa, nulla si è fatto e pare che nulla si farà.
Le energie politiche si spendono per contrastare questo o quel personaggio, per dominare all’interno della maggioranza, per inventarsi un buon motivo per finire sul giornale e prendere qualche consenso in più. Non funziona. Tra tre anni, quando voteremo di nuovo, avremo una Montegranaro molto diversa se non si prendono provvedimenti seri, se non si studia una strategia, se non si pensa al sociale non più come a una poltrona da assegnare al gruppo che ruggisce di più ma come a una priorità assoluta. Mi auguro questo, per il 2016: che i nostri amministratori rinsaviscano, smettano con le cattiverie e dispettucci da bambini dell’asilo, smettano coi giochini di potere e il domino delle poltrone e comincino seriamente a occuparsi del paese. Altrimenti nel 2019 resterà ben poco da amministrare. Auguri.

Luca Craia

lunedì 8 giugno 2015

Casa di Riposo. Pd – ubaldiani: ci sarà da divertirsi?



Il ragionamento fatto nel suo articolo di ieri da Marisa Colibazzi non fa una piega: la surroga della Strappa, dimessasi dal CDA della Casa di Riposo perché eletta in Consiglio Comunale (e attualmente è assessore competente proprio per la Casa di Riposo stessa), dovrebbe spettare alle minoranza in quanto Cristiana Strappa era stata nominata come rappresentante dell’opposizione, in quota Ubaldi. Solo che, nel frattempo, la minoranza in Consiglio Comunale è diventata maggioranza e, quindi, l’attuale Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo si è trasformato da espressione della maggioranza a espressione della minoranza.
In tutto questo va considerato anche il ruolo del rappresentante nominato all’epoca dall’altro pezzo di minoranza, il Partito Democratico, ma che, essendo collocabile nell’area piddina che fa riferimento ai Franceschetti (a quel tempo saldamente in sella alla segreteria), certamente non è in rapporti idilliaci con l’attuale maggioranza politica cittadina. Il CDA della Casa di Riposo è, quindi, totalmente sotto il controllo di uomini inquadrabili nell’area di minoranza consigliare o, comunque, non nell’area di maggioranza. Cosa accadrà con la surroga? Forse niente, forse prevarrà il buon senso e la minoranza non vanterà diritti su questo seggio vacante. Sarebbe auspicabile e plausibile.
Ma ci potrebbero essere (e, conoscendo i soggetti, sono quasi sicuro che ci saranno, anche se si farà di tutto per non farlo sapere) attriti e scintille nella stessa maggioranza. La Strappa era in quota Ubaldi. Questi, avendo un insaziabile appetito di poltrone, difficilmente cederà a un rappresentante di altre aree della maggioranza, anche perché il Pd è comunque rappresentato all’interno del CDA, seppure da un elemento appartenente all’opposizione (e che opposizione) interna. Ma non credo che il Pd si senta in questo modo rappresentato.
Consideriamo anche che ora il Pd ha ottenuto quello che voleva, con la Presidenza della Provincia data a Perugini anche grazie agli sforzi propagandistici di Ubaldi (ricordiamo il famoso SMS ma anche le pittoresche uscite sulla stampa) e che, quindi, ora può sentirsi sciolto da vincoli. Credo che si profili un interessantissimo scontro tra il Pd e gli ubaldiani.
E non dimentichiamoci che anche il Presidente del Consiglio Antonelli rappresenta un’anima a se stante e potrebbe pretendere qualcosa. Non credo, infine, che Sel andrà a vantare pretese. Finora ha solo preso schiaffi e, probabilmente, continuerà a prenderne fino a che non ne potrà più e uscirà dalla maggioranza, salvando quel poco che rimane della propria credibilità. Ma mai dire mai: potrebbero pretendere anche loro quella poltrona che, a questo punto, sarebbe davvero stretta. Ci sarà da divertirsi. Forse.

Luca Craia