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sabato 6 febbraio 2016

E tanti saluti alla consulta delle associazioni.



Nella foto: il consigliere comunale Laura Latini, coordinatrice della consulta

Che la consulta delle associazioni servisse a poco se non a niente lo sapevamo. Del resto non era certo stata voluta dal Sindaco per fare il calendario. Lo scopo che la nostra Sindachessa si prefiggeva era ben altro: voleva prendere il controllo del mondo dell’associazionismo. Purtroppo per lei le associazioni non sono giocattoli e il suo piano si è sbriciolato davanti alla volontà di autonomia delle associazioni, svuotando di ogni senso reale la consulta che è rimasta, appunto, solo per creare un calendario degli eventi e metterli insieme su un manifesto. Così le riunioni, che vengono convocate con cadenza mensile, sono diventate inutili, un modo per prendere un po’ di freddo la sera, visto che, per fare un calendario degli eventi, basterebbe un giro di telefonate o di email.
Poi è arrivato Giacomo Beverati che ha convocato le associazioni per concordare un progetto per Veregra Street. Solo che ne ha convocate solo alcune, secondo una logica che non si è ben capita, che va da chi ha allestito lo stand l’anno scorso e chi potrebbe allestirlo quest’anno. In sostanza molte associazioni non sapevano nemmeno di questo incontro. A parte che ci si potrebbe rimanere un po’ male quando l’assessore alla cultura decide al posto tuo se puoi o non puoi partecipare a un evento che coinvolge tutto in paese, il dato essenziale è un altro: questa mossa di Beverati ha definitivamente delegittimato la consulta delle associazioni.
Era quello, infatti, il luogo deputato per trattare la questione coinvolgendo tutte le realtà associative. Naturalmente chi non fosse stato interessato avrebbe declinato l’invito, ma si sarebbe data, in questo modo, la possibilità a tutti di partecipare, sapere, decidere, anziché magari inserirsi in un secondo tempo in un progetto concordato tra pochi. Del resto è questa la modalità operativa della giunta Mancini: si decide in pochi, oligarchicamente, e poi si fa finta di condividere la cosa. Nulla di nuovo, quindi. Solo il fatto che la Consulta, a questo punto, non ha davvero più ragione di esistere. Il calendario continuiamo a farlo ma per telefono, senza costringere la gente a uscire di casa col freddo che fa la sera.

Luca Craia

lunedì 1 febbraio 2016

Il cittadino che paga l’incapacità di comunicare



Che l’Amministrazione Mancini abbia qualche problema (più di qualche, direi) nella comunicazione è evidente a tutti. Errori macroscopici di impostazione, uscite estemporanee su stampa e social network, atteggiamenti spocchiosi e irrispettosi hanno massacrato letteralmente l’immagine della Giunta, a partire dal Vicesindaco, utilizzatore a dir poco maldestro dei social e totalmente incapace di controllare il suo pessimo carattere e i suoi eccessi di ira, alla Sindachessa stessa che, con le sue uscite al vetriolo sui quotidiani, ha tolto ogni dubbio sulla sua capacità di mediazione e, se vogliamo, sulla sua stessa bontà d’animo.
Per ovviare a tutto questo pare che si siano inventati un addetto alle comunicazioni. Buona idea, vista la totale incapacità a comunicare, affidarsi a un professionista potrebbe essere una soluzione. Ma mi pongo una domanda: questo addetto alla comunicazione, per quanto possa essere bravo, è in grado di mascherare la profonda cattiveria con cui Sindachessa e soci trattano i cittadini? Sarà capace di mascherare l’arroganza che ha fin qui contraddistinti questa amministrazione? Sarà talmente abile da non farne vedere la spocchia di fondo? Perché per farlo, secondo me, ci vuole un mago della comunicazione e i maghi della comunicazione costano cari. E qui veniamo al punto: quanto ci costa questa nuova figura? Perché pare proprio che a pagare questo professionista dovremmo essere noi cittadini. A me, francamente, tanto giusto non pare. A voi?

Luca Craia

domenica 31 gennaio 2016

Il tour degli orrori del centro storico, messaggio recapitato



Eravamo una dozzina di persone stamattina in giro per il centro storico a caccia di orrori. Non il solito tour delle bellezze Montegranaresi al quale accompagno i turisti, forestieri e non, bellezze che pur ci sono ma che, per mostrarle, tocca aggirare sapientemente tutte quelle cose, e sono tante, che è molto meglio non mostrare. Stamattina, invece, andavamo proprio a cercare le brutture. E le abbiamo trovate, nonostante l’Amministrazione Comunale si sia affrettata ieri a dare una pulita alla bell’e meglio. Ma pulire non basta, ci sono incrostazioni di anni di abbandono, ci sono le case che cadono, c’è tutta la stratificazione dell’inciviltà montegranarese e d’importazione, c’è la fotografia stampata sui muri vecchi delle case vecchie di una politica che se ne frega da decenni e queste cose non si tolgono con due colpi di ramazza.
Non c’era intento polemico nell’idea di andare in giro per il centro storico a vedere com’è messo, almeno non più di tanto. Non c’era ma la polemica, poi, nasce da sola, specie se l’assessore al centro storico, il giorno prima, afferma sul giornale che non si può risolvere i problemi del paese vecchio in venti mesi di amministrazione, dimenticando di dire che, dopo venti mesi di amministrazione, ancora non c’è un progetto e non si è stanziato un centesimo per il centro storico e sul famoso piano delle opere pubbliche il centro storico proprio non compare. Se ne è parlato, quindi, di questo atteggiamento dell’amministrazione Mancini di far finta di occuparsi del problema quando, invece, non è per niente nelle menti e nei cuori di chi ci amministra. 
Eravamo una dozzina, dicevo. Gente normale, che non fa politica ma che se ne interessa, gente non schierata ma che ha a cuore il proprio paese. E il tour, così, acquista valore politico, nel senso della politica intesa come occuparsi della polis, della propria città. Non sono poche dodici persone che, a viso aperto, si trovano in piazza per un’iniziativa di questo tipo, specie col clima avvelenato che si respira a Montegranaro, specie con una Sindachessa che si rivela sempre più incattivita e vendicativa, con un vicesindaco che, per quanto finalmente silenzioso, ha sparso veleno sul mondo intero per quei famosi venti mesi di amministrazione, specie con un Presidente della Provincia che, ultimamente, diventa più bellicoso dei suoi colleghi dopo essere stato, almeno idealmente, quello più pacato. Il sentimento di tutti, quello prevalente, è stata la tristezza più che la rabbia. Perché è vero che il problema è antico, vecchio di oltre vent’anni, ma è anche vero che ancora non si intende risolverlo, checchè ne dica l’architetto Beverati.
A proposito dell’architetto: è stato visto aggirarsi in piazza pochi minuti prima che il tour partisse, salvo poi eclissarsi senza farsi vedere. Fossi stato in lui mi sarei aggregato, avrei sfruttato l’occasione per parlare con i miei amministrati, per vedere insieme a loro le problematiche e magari sentire come la gente pensa che si possano risolvere. Un’occasione per dissipare un po’ di quella nebbia velenosa che è calata tra governo e città, di distendere un po’ gli animi, come lo stesso Beverati ha più volte proposto. Un’occasione persa. Peccato.

Luca Craia