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domenica 14 giugno 2015

I Comuni e la gestione vergognosa del patrimonio culturale. Sant’Elpidio a Mare



Ci sono persone che hanno a cuore la loro terra e si prodigano per farla crescere, per promuoverla, per far sì che quell’immenso patrimonio culturale che abbiamo a disposizione diventi patrimonio comune, anche economico. Ci sono persone che spendono tempo, denaro, fatica, sacrifici per far sì che la loro terra migliori, culturalmente e economicamente, impegnandosi con dedizione e passione. E poi ci sono le Istituzioni. Quelle Istituzioni incapaci di vedere più lontano dal loro naso e, nel caso quest’ultimo sia troppo lungo, nemmeno la punta dello stesso. 
Questa volta non mi riferisco a Montegranaro, anche se il ragionamento calzerebbe a pennello anche per i miei amministratori, ma al limitrofo paese cugino di Sant’Elpidio a Mare. Lì c’è un’associazione che da anni e in quasi perfetta solitudine lotta per valorizzare quel tesoro inestimabile che è la Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti, ottenendo risultati notevolissimi. Il primo risultato è stato l’apertura al pubblico del sito, e non mi pare per niente poco. Ora sta portando gente, tanta, a visitare questo fondamentale pezzo di storia e questo potenziale capitale turistico per tutto il territorio E di gente ce ne va tanta, a Santa Croce, proprio grazie all’impegno dei soci dell’omonima associazione.
Oggi c’era una manifestazione interessantissima, con esibizioni di falconieri e armigeri in costumi d’epoca. Era una manifestazione dal forte richiamo e, infatti, si è presentata un sacco di gente malgrado il tempo non promettesse niente di buono. Il tempo, infine, ha mantenuto le promesse ed è piovuto in abbondanza. Ciononostante i visitatori sono rimasti, anche se, poi, si è deciso di rimandare il tutto a domenica 21 giugno. Niente di grave.
Grave è, invece, lo stato delle strade che portano a Santa Croce. Ignobile, direi. Vergognoso. Degno di un paese del terzo mondo. A Sant’Elpidio a Mare riescono quasi a superare i colleghi (della stessa parte politica, tra l’altro) di Montegranaro in fatto di scarsa(issima) sensibilità, lungimiranza pressochè nulla e, consentitemi, stupidità amministrativa. Arrivare a Santa Croce, oggi (ma in realtà anche col bel tempo) era cosa ardua per le condizioni delle strade. Che ci vorrebbe a renderle un pelino migliori? Ci vorrebbe una depolverizzazione. Ci vorrebbe intelligenza. Ci vorrebbe uscire dalla grettezza del ragionamento politico e guardare lontano. Le strade che portano a Santa Croce, impantanate e infangate, indicano il rispetto che la politica ha per i nostri beni culturali, per chi si impegna per valorizzarli e per la gente che ne gode e ne vuole godere. Le strade che portano a Santa Croce sono una vergogna. Solo che chi si deve vergognare non lo fa.

Luca Craia

mercoledì 22 aprile 2015

E il primo maggio al laghetto?



Il Primo Maggio è alle porte, manca poco più di una settimana, e da un po’ di giorno ho una sensazione come se mi mancasse qualcosa. Non capivo cosa finchè stamattina non ho letto sul giornale della grande festa organizzata a Monte Urano per la festa dei lavoratori e ho capito cosa mi mancava: la festa delle associazioni al laghetto! E che fine ha fatto?
Non se ne parla. Il laghetto è circondato da erba alta ed è evidente che non se ne cura più nessuno (gli anni passati ci pensava la Protezione Civile, ora non si sa). Intanto la data si avvicina e appare piuttosto difficile pensare di organizzare qualcosa in così poco tempo.
Negli ultimi anni la Proloco montegranarese organizzava, coordinando la quasi totalità delle associazioni esistenti sul territorio comunale, una bella festa al Parco Fluviale del Chienti. L’evento era molto partecipato, con gazebo e tendoni per tutta l’area del piccolo parco e un sacco di gente che veniva a passare la giornata o parte di essa mangiando e giocando tra un intrattenimento e l’altro.
L’anno scorso il maltempo l’ha fatta sfumare e, come sempre, passata la festa gabbato lo santo: anche se si parlava di rimandarla non se ne è fatto più niente. In realtà c’erano stati anche altri fattori a determinare la scelta di annullare l’evento. Ci furono polemiche, screzi tra associazioni e forti ingerenze politiche. E quest’anno? Che fine ha fatto la festa delle associazioni?
Sarebbe forse meglio chiedersi che fine abbia fatto la Proloco. Ne abbiamo perso le tracce da qualche tempo. Dopo una partenza sprint, almeno nelle intenzioni, dei rapporti con la nuova amministrazione Mancini, abbiamo registrato nel corso dei mesi un progressivo quanto inarrestabile prolasso delle attività dell’associazione delle associazioni, sempre meno presente e vitale, fatta eccezione per la presenza del logo su alcuni manifesti.
Eppure il Sindaco Mancini, nei primi mesi di mandato, dava ampio risalto al ruolo della Proloco. Nel contempo, però, dichiarava la necessità di un organismo apposito per coordinare le attività associative (proposito che suonava un tantino sovietico), di fatto esautorando la Proloco stessa del suo ruolo fondamentale. Intanto partivano pezzi importanti del direttivo, chiudeva la sede di Palazzo Francescani e alle riunioni ufficiali il Presidente non si vedeva più.
Credo, quindi, che sia opportuno non solo domandarsi che fine abbia fatto il Primo Maggio al laghetto ma anche e soprattutto che fine abbia fatto la Proloco. Esiste? O è rimasto solo il logo?

Luca Craia

domenica 12 aprile 2015

Il parco fluviale che torna alla natura

Ieri un lettore dell’Ape mi segnalava su Facebook che il laghetto del Chienti anche noto come “Parco Fluviale”, luogo dove, gli scorsi anni, i Montegranaresi erano usi a ritrovarsi nelle giornate della bella stagione, presenta attualmente qualche problema. Ecco il testo della segnalazione: “Ciao oggi pomeriggio visto il clima gradevole ho deciso di andare a fare 4 passi al lago del Torrione visto che negli anni passati era diventata ormai prassi comune. Ma con grande stupore o appurato che è stato chiuso con reti e lucchetti ai cancelli. Ovviamente chiuso all'italiana, perche passando da un sentiero verso il fiume si entra senza scavalcare nulla. Ovviamente all'interno l'abbandono sta prendendo il sopravvento visto che le erbacce arrivano al ginocchio. Il tutto credo si debba alla nuova giunta comunale dato che negli anni passati la manutenzione era continua e il luogo era frequentato da tanti, famiglie, ragazzi e pescatori”.
Così stamattina sono andato a verificare di persona e quello che ho visto non mi è parso così drammatico: il luogo è bellissimo, con i riflessi del paesaggio nell’acqua che sono davvero magici. Però è chiuso e non fruibile, anche se, come dice il nostro lettore, facendo un giro intorno al rudere di un capanno, si riesce a entrare senza problemi. All’interno non troviamo una situazione di degrado ma soltanto la natura che si riprende quel che è suo, una volta che l’uomo ha smesso di occuparsene.
Ho anche trovato una cinquantina di persone dedite a fare un picnic, gente probabilmente entrata come sono entrato io. Del resto è chiuso ma non ci sono divieti, per cui, se si trova un modo per passare senza scavalcare nulla non si fa nulla di male.
È un peccato che ancora non si sia provveduto a rendere il luogo fruibile: la bella stagione sta cominciando (oggi ci sono 20°) e la gente comincia a recarsi dove è abituata ad andare e questo posto è sempre stato meta di passeggiate e giornate all’aria aperta. Auguriamoci, quindi, che il Comune provveda quanto prima a tagliare l’erba e a riaprire i cancelli, restituendo questo posto magnifico ai cittadini.

Luca Craia

giovedì 26 marzo 2015

Il fiume Chienti e la menzogna sistematica


Foto scattata il 26/03/2015

Ci sono cascato anche io ieri, guardando le foto pubblicate sulla pagina Facebook del Comune di Montegranaro che riprendevano i lavori effettuati dalla Provincia di Fermo per mettere in sicurezza l’argine del fiume Chienti che stava portandosi via la strada. Ci sono cascato al punto che ho pubblicato sulla pagina de L’ape Ronza una foto di quelle messo online dal Comune complimentandomi con la Provincia. I complimenti erano dovuti alla celerità dell’intervento e, per questo, restano. Ma oggi, che sono passato in loco e ho visto che  i lavori, in realtà effettuati la scorsa settimana e non ieri, sono già stati totalmente inficiati dalla furia del fiume che sta continuando ad avanzare verso la strada, sono più forti le mie perplessità.
Foto scattata il 26/02/2015 
Primo motivo di disturbo è il fatto che venga spacciato un intervento della Provincia come fosse effettuato dal Comune. Intendiamoci: c’è scritto che a intervenire è la provincia, ma l’impressione superficiale è che sia opera del Comune. E, comunque, perché dare risalto a opere non proprie?
Secondo e più grave motivo di perplessità è il fatto che, mentre il fiume sta divorando la strada, si pubblicano foto antecedenti per far vedere che è tutto a posto. Non si capisce il motivo. Fretta? Voglia di propagandarsi? Eccesso di zelo?
Guadagnarsi e mantenere la fiducia del cittadino dovrebbe essere la priorità del buon politico. In questo modo la fiducia se ne va solo per la furia di apparire, sia sul giornale che sui social. Non è la prima volta che si raccontano frottole o si lasciano intendere cose diverse dalla realtà. Io ci starei più attento.

Luca Craia