martedì 30 aprile 2019

Napalm 51 e la propaganda dei nomignoli senza argomento.


Non guardo molto la televisione, per cui sono dovuto andare a vedere su Google cosa significasse il nuovo nomignolo che l’area “La Strada Giusta” ha coniato per me, Napalm 51. Così ho scoperto che si tratta di un personaggio di Crozza, un hater da social network, uno sempre arrabbiato, bilioso, che ce l’ha con tutti. Evidentemente loro mi vedono così, almeno ora, perché in passato si sono inventati altre cose, altri epiteti, altri store per denigrarmi. Intendiamoci: la cosa mi onora perché, se si prendono tanta briga, vuol dire che qualche fastidio glielo do e, francamente, dare loro fastidio non mi dispiace affatto. Lo racconto perché serve a stigmatizzare e, siccome si parla tanto di cattiveria in campagna elettorale, può essere utile per capire la cattiveria, quella vera, dove sta.
A usare questo singolare epiteto nei miei confronti è stato il congiunto di una candidata con la lista Mancini, ma in passato si sono cimentati in questo esercizio personaggi di spessore maggiore, persino il Vicesindaco che mi chiamò “bruttarello” e raccontò in giro e su Facebook che mi fregavo i soldi di Sant’Ugo e che maltrattavo mia moglie (tutto pubblico, documentato, ci sono gli screenshot). Meglio fece l’assessore Basso, visto ballare in piazza coi suoi amici, durante un Veregra Street di qualche anno fa, al grido di “chi non salta Craia è”, per tacere di quanto dettomi in diverse occasioni sul suo profilo Facebook da altri suoi amici, che tirarono in ballo persino la mia povera mamma, senza che l’assessore cercasse minimamente di riportare le cose nell’ambito civile come ci si aspetterebbe da una carica istituzionale.
Poi la storia che io avrei litigato con tutti, tanto cara agli “amici” di Città Vecchia che hanno dato un nuovo candidato alla lista Mancini, candidato che, tra l’altro, ha fatto tranquillamente naufragare il tavolo del centro storico messo insieme con tanta fatica. In realtà io avrei litigato solo con loro, e manco con tutti. I nomignoli e gli epiteti su di me non si contano, ho una cartella nel computer con tutti gli screenshot e sono talmente tanti che faccio fatica a orientarmici, hanno persino fatto nascere pagine Facebook apposite solo per prendermi per i fondelli, vedi la famosa L’Ape Sbronza.
Per tacere delle minacce, partendo da quanto mi disse l’assessore Beverati, appena eletto, quando rifiutai di condividere i frutti del mio lavoro nella promozione turistica con l’Archeoclub (che ha un suo candidato in lista, tanto per dire). Beverati mi disse: allora farò valere il mio peso di assessore. Lo abbiamo visto, questo peso. Minacce di azioni legali, azioni legali reali fatte fare da amici, addirittura una delibera di giunta per minacciare una querela, senza contare quanti amici persi, quanta gente mi evita solo per non trovarsi nell’imbarazzante posizione di dover giustificare qualche tipo di rapporto con me.
Di tentativi di ragionamento, di confronto civile, invece, ne ho visti davvero pochi. Insomma, se li critichi ti becchi l’insulto, così è se vi piace. Sono anni che la storia va avanti e inghiotto rospi più o meno grossi, quindi non mi aspetterei certo miglior trattamento durante la campagna elettorale, anzi. Però non parlatemi di cattiveria mia nei confronti della lista La Strada Giusta perché la partita è persa, non c’è storia.

Luca Craia

lunedì 29 aprile 2019

La terza lista fa ricorso (?), ma tutte queste spese chi le paga?

La notizia la dà soltanto La Provincia di Fermo.com, ma non è stata ribattuta da altre testate più seguite, per cui la prendo col beneficio di inventario. Pero parrebbe, secondo il notiziario online, che Demis Ranalli abbia depositato ricorso contro l'esclusione della terza lista montegranarese, quella che lo candida a Sindaco, dalle prossime amministrative, esclusione, come si sa, dovuta a un vizio nell'autentica delle firme, pare la mancanza di un timbro. 
A informare il giornalista, esperto di basket, è proprio la mentore di Ranalli, la coordinatrice regionale di Forza Italia, Jessica Marcozzi che il nome del partito sulla lista non lo ha messo ma l'anima, a quanto pare, sì. E la Marcozzi si dice certa che il ricorso verrà accolto. Vedremo.
Quello che sarebbe bello vedessimo è anche chi paga tutto questo. Perché a me, e non solo a me, pare piuttosto strano buttare tanti soldi in una campagna elettorale che, nella migliore delle ipotesi (ma deve essere migliore tanto) potrà produrre al massimo un consigliere comunale scarsamente influente nelle decisioni politiche cittadine. Una campagna elettorale costa, e costano anche i ricorsi. Sarebbe interessante, trasparente e davvero da "aria nuova" che ci dicessero chi paga.

Luca Craia 

DROGA E MAFIE – ELENA LEONARDI: FIUMI DI DROGA E MESSAGGI CULTURALI DISTORTI SONO ORMAI UNA EMERGENZA SOCIALE

LA CAPOGRUPPO DI FRATELLI D'ITALIA: CERTO "SISTEMA DELL'ACCOGLIENZA" NON OFFRE INTEGRAZIONE MA HA INNESCATO LA NUOVA MANOVALANZA DELLO SPACCIO
Comunicato integrale
 
Dopo l'incontro avvenuto nei giorni scorsi ad Ancona, organizzato da Fratelli d'Italia, con lo psichiatra Alessandro Meluzzi e lo zio della povera Pamela Mastropietro, Marco Valerio Verni, sull'emergenza droghe e sulla necessità della lotta contro quella che nelle Marche sta diventando un fenomeno insostenibile, interviene la capogruppo regionale di FdI Elena Leonardi .
Quello che occorre combattere – esordisce la rappresentante del partito della Meloni – intanto è il messaggio distorto che si fa passare con l'utilizzo delle cosiddette "droghe leggere": la Cannabis come sostanza non dannosa che vede addirittura in Parlamento proposte di legge per la liberalizzazione, evidenziando tutta la responsabilità politica del Movimento 5 Stelle che l'ha presentata e tutta quella componente della sinistra da tempo su questa posizione. Eppure – prosegue Leonardi – è di questi giorni l'intervento del Questore di Macerata Pignataro - che condivido nel merito – il quale, dati scientifici alla mano, evidenzia come non esista una "Cannabis Light" ma essa è una "droga a tutti gli effetti" e "i negozi che vendono queste sostanze dovrebbero essere tutti chiusi". Le percentuali di sostanze attive dichiarate sono "dati scientifici erroneamente recepiti dalla giurisprudenza" e, concorda Leonardi, "ove si fumino più spinelli con queste percentuali è ovvio che gli effetti stupefacenti si manifestano con danni alla salute di chi li usa, soprattutto i molti minori, e per la sicurezza nelle strade". Difatti ricorda Leonardi, nelle Marche cresce il consumo mentre scende l'età del primo uso (11-12 anni) e cresce anche il numero dei decessi per overdose.
A Macerata, evidenzia la capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, con l'omicidio di Pamela si è scoperchiato un "vaso di Pandora": circolano fiumi di droga in un contesto in cui il cosiddetto "sistema dell'accoglienza", che non offre vera integrazione, ha creato schiere di manovalanza per lo spaccio e la illegalità diffusa.
Elena Leonardi ricorda le sue due recenti mozioni che dovrebbero essere discusse in Consiglio Regionale al più presto, riguardanti le infiltrazioni mafiose e gli affari di queste varie mafie, come la subdola "mafia nigeriana", nella nostra non più felice Regione: spaccio e il transito di ingenti quantitativi di droga ne sono i tristi esempi. Occorrono pertanto, lo si ricorda negli atti della stessa Leonardi, più controlli: bene fanno le Forze dell'Ordine nelle scuole con i cani, mentre appare veramente incomprensibile la presa di posizione del Garante regionale x i minori , che si è rivolto al Prefetto per contrastare tali controlli. Per Leonardi proprio le scuole devono essere i luoghi più sicuri e al contempo, conclude la capogruppo regionale, occorre rompere questo circuito di enormi interessi economici e di sostanziale impunità: servono modifiche alle leggi per l'inasprimento delle pene, per togliere il concetto di droghe leggere e quello della cosiddetta "modica quantità".

domenica 28 aprile 2019

2.500.000 € per il palazzetto. Le priorità della Mancini mentre Montegranaro precipita.


Montegranaro ha molti problemi, sta attraversando un momento di crisi economica e sociale mai verificatosi nella storia. Il dato più indicativo della situazione arriva dal decremento demografico costante è importante che si sta verificando da qualche anno. È un dato che parla di impoverimento, di implosione industriale, di collasso economico. 
La conseguenza fondamentale di tutto questo sarà probabilmente che, nell'arco di pochi anni, la popolazione cittadina diminuirà drasticamente. Ne conseguira uno spopolamento urbano che porterà problemi enormi legati all'abbandono progressivo delle abitazioni che, in breve tempo, risulteranno inabitate in larghe zone urbane.
Un paese che ha davanti a sé queste prospettive più che probabili dovrebbe interrogarsi sul proprio futuro e su quali siano le proprie priorità. Certamente andranno riviste le azioni amministrative rivolte a progetti non più essenziali per la sopravvivenza stessa della comunità.
Per questo motivo, sentire ancora una volta candidati alle elezioni amministrative parlare di investimenti milionari rivolti allo sport e, in particolar modo, alla realizzazione dell'ormai fantomatico palazzetto per il basket, è quanto di più spaventoso possiamo ascoltare a livello di programmazione amministrativa. Quando poi a promettere queste cose all'elettorato è chi ha amministrato il paese per cinque anni, costruendo nel frattempo ulteriori strutture sportive che graveranno sulla spesa pubblica almeno per altri 90.000 Euro all'anno, nonostante non si riesca a mantenere nel minimo decoro nemmeno le strutture già esistenti (vedi bombonera), c'è veramente da essere preoccupati.
Ieri, il sindaco di Montegranaro attuale e l'assessore ai lavori pubblici, parlando al proprio potenziale elettorato, hanno promesso di spendere almeno un milione di euro di soldi pubblici comunali, in aggiunta un ulteriore milione e mezzo che dovrebbe arrivare dalla Regione, per mantenere promesse antiche e ormai diventate inutili, ovvero realizzare un palasport che certamente tutto è meno che prioritario per il futuro di Montegranaro. 
Questo significa che non si ha in mente un progetto concreto per far superare al paese questo brutto momento. Si è rimasti agganciati alle logiche dell'opulenza degli anni 80 e 90, non si è compreso come la situazione economica e industriale del paese sia mutata in negativo e non si ha alcuna idea su come affrontare il futuro. La logica rimane la stessa dei tempi delle vacche grasse, quando si poteva promettere di tutto e di più. Se questo è il modo con cui si vorrà amministrare Montegranaro nel prossimo quinquennio c'è davvero da preoccuparsi.

Luca Craia 

Lucentini e Arrigoni: soddisfazione per il comando dei VVFF a Fermo. Ma Cesetti faccia il portavoce per noi

Comunicato integrale 

Saluto con soddisfazione, e con me il coordinatore regionale della Lega, sen. Paolo Arrigoni, un altro impegno mantenuto. L’istituzione del Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Fermo è realtà, con un organico destinato a salire ad 88 unità. Ricordiamo tutti l’arrivo del ministro dell’interno Matteo Salvini a luglio dello scorso anno per l’inaugurazione di Questura e Comando provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. In quell’occasione disse con chiarezza che il prossimo passo per il potenziamento della sicurezza nella nostra provincia avrebbe interessato i vigili del fuoco. Grazie quindi ancora una volta al ministro Salvini. Quando noi della Lega diciamo “dalle parole ai fatti” non pronunciamo uno slogan, ma intendiamo proprio questo: mettere la faccia davanti alla gente, assumere degli impegni, mantenerli. Anche stavolta è andata così. Il passaggio da Distaccamento a Comando provinciale era stato più volte richiesto anche sotto i governi precedenti, ma a quelle legittime istanze dal nostro territorio non si era dato seguito. Salvini ha dato la sua parola, poi ci ha messo risorse economiche ed uomini. Ancora una volta, a dare l’annuncio, com’era già capitato per l’istituzione dell’Area di crisi complessa per il distretto calzaturiero, è stato l’assessore regionale Fabrizio Cesetti. Ci chiediamo se ambisca al ruolo di portavoce della Lega, visto che continua a dare notizia di importanti risultati di cui non è certamente l’artefice. Cesetti parlò del riconoscimento dell’area di crisi come se fosse merito suo, quando, se pur preparata dal governo precedente, era rimasta arenata per mesi e personalmente ho contribuito a sbloccarla e ad arrivare alla firma del decreto nel giro di 15 giorni. Ora arriva l’istituzione del Comando provinciale e lui si affretta a darne notizia, nonostante si tratti di una materia che non compete affatto al suo assessorato. Quanto meno si è ricordato di esprimere un ringraziamento al ministro Salvini. Possiamo capire che gli spazi d’azione di Cesetti nel Pd inizino a scarseggiare. Ripetiamo: se vuole fare il portavoce della Lega ce lo dica. Purtroppo non siamo abituati ad accettare politici freelance. Dato che si interessa così tanto di Vigili del fuoco, potrebbe preoccuparsi del Campo Usar che i Vigili del fuoco da tempo chiedono di allestire in un terreno di proprietà Asur, per il quale il sottosegretario Stefano Candiani sta attendendo ancora una risposta. Perchè l’assessore al bilancio non si fa carico della questione, per concedere un terreno molto utile all’allestimento di un campo di esercitazione? Vista l’abitudine a sconfinare fuori dalle proprie competenze, si interessi anche della disastrata situazione della sanità delle Marche, o del nascituro ospedale di Fermo che avrebbe dovuto essere già inaugurato entro il 2018. Gli auguriamo di ottenere risultati apprezzabili con la stessa concretezza dimostrata dal ministro Salvini. 

IL COMMISSARIO PROV. LE LEGA FERMO Mauro Lucentini

Ricusata la terza lista. Per il momento a Montegranaro si corre in due.

La commissione elettorale della Prefettura di Fermo ah, questa notte alle 2:00 ha ricusato la lista Montegranaro Insieme, con candidato sindaco Demis Ranalli, per irregolarità riscontrate nella autenticazione delle firme. Al momento, quindi, la corsa al Sergio di sindaco di Montegranaro è esclusivo appannaggio di Gastone Gismondi ed Ediana Mancini. Ovviamente Ranalli potrà presentare ricorso al TAR ma pare piuttosto complicata una sua ripartenza per la competizione elettorale.

Luca Craia 

Presentazione delle liste: Gismondi batte Mancini 5 - 2.

Se le elezioni si vincessero contando il pubblico che partecipa alla presentazione della lista, La Strada Giusta avrebbe perso di brutto. Dalle foto che ci sono state mandate della manifestazione di ieri allo stadio La Croce (non sono andato per ovvi motivi ma avevo degli amici sul posto andati appositamente per documentarmi), si fa presto a fare un rapido conteggio delle persone presenti. E il conteggio è impietoso: al massimo 200 persone, molte delle quali sono sembrate più interessate alla porchetta che ai proclami dei candidati.
Il teatro La Perla pieno per Gismondi
Se la competizione elettorale si riducesse a questo, dicevamo, Gastone Gismondi avrebbe vinto con vantaggio, visto che la presentazione della sua lista al teatro La Perla ha visto la struttura stracolma con almeno 500 presenti. E lì, da mangiare, non c'era nulla.
Ma le lezioni, lo sappiamo bene, sono tutt'altra cosa. Nel segreto della cabina elettorale non ci sono panini con la porchetta che contano. Conta quello che si è fatto, come lo si è fatto, conta, per chi ha governato, cosa lascia alla cittadinanza; conta, per chi si propone di governare, quanto siano credibili le proprie proposte. 
L'amministrazione Mancini ha fatto diverse cose, che possono piacere o non piacere, che possono essere ritenute utili o inutili, addirittura dannose, in qualche caso. Quello che, però, l'amministrazione Mancini lascia alla cittadinanza di Montegranaro è un paese diviso da odi e rancori mai visti prima. Lo stesso Sindaco, arringando alla folla, se di folla si può parlare, ieri ha sostanzialmente ammesso di essere stata troppo distante dal rapporto diretto coi cittadini amministrati. Il problema, però, è molto più grave: il modus operandi di questa Giunta è stato estremamente divisivo e ha letteralmente spaccato il paese in due, creando un danno sociale che sarà difficilissimo riparare.
Forse è anche per questo che ieri c'era poca gente, nonostante la porchetta. Le distanze, le barriere, i rancori e gli odi potrebbero essere ben più forti della fragranza di un panino gustoso.

Luca Craia 

sabato 27 aprile 2019

Montegranaro Insieme, presentate le candidature per la terza lista.

Demis Ranalli, l'ingegnere che fa da coordinatore per Forza Italia a Montegranaro, ha presentato la lista che sosterrà la sua candidatura a sindaco. Non c'è stata ancora alcune presentazione ufficiale ma nomi dei candidati circolano già nell'ambiente politico montegranarese. Ve li elenco. 
Oltre a ranalli, candidato sindaco, troviamo i seguenti nomi: Marco Cinquantini, Denzo D'Amario, Cinzia Mennoia, Roberta Di Battista, Mauro Fagiani, Diego Gentili, Stefano Borioni, Sara Zengarini, Giampaolo Svampa, Edoardo Vitali, Luca Lucentini, Anna Maria Porfiri, Mirco Sbaffoni, Davide Rendina, Krizia Francia e Simona Salvatelli.
Si nota l'assenza di Gionata Pagliaricci, ex consigliere comunale e facente parte del drappello che tradì Gismondi insieme allo stesso Ranalli. Era dato per certo così come si pensava Siri candidasse anche l'ex assessore Giacobbi. Invece pare che Ranalli se la debba vedere da solo, con una squadra che non presenta nomi altisonanti e personaggi particolarmente di spicco nel panorama sociale montegranarese, a parte la avvocato Mennoia, nota anche per la vicenda legata all'antenna di San Liborio, e il giovane Borioni, figlio della presidentessa dell'Archeoclub, che così piazza due candidati in due liste diverse ma sostanzialmente alleate (la segretaria Puggioni è candidata con la Mancini). 
Ancora nulla si sa circa una presentazione ufficiale della lista né se ci sarà qualche tipo di manifestazione, mangereccia o no.

Luca Craia 

venerdì 26 aprile 2019

Walter Antonelli: perché lascio Edi Mancini e mi candido con Gismondi. L’ex Presidente attacca e non le manda a dire.


Comunicato integrale

Nel 2014 ho aderito alla lista Mancini cosciente della sua eterogeneità, sulla base di un programma condiviso e un modus operandi basato sulla totale condivisione delle scelte. Un metodo che purtroppo è stato completamente disatteso dalla Giunta.
Sono state diverse le scelte che non ho condiviso e che mi hanno allontanato dalla maggioranza.
Uno degli esempi più significativi riguarda il regolamento sull’assegnazione delle case popolari: ho sempre manifestato la mia intenzione di modificarlo. Una variazione che ho ritardato, nella consapevolezza che la Regione si stava muovendo in tal senso, e che il regolamento comunale doveva muoversi tra i paletti della norma regionale.
La giunta Mancini non ha esitato, a mia insaputa, a deliberare un bando per l’assegnazione delle case popolari. Il regolamento utilizzato discrimina i cittadini, gli italiani sono esclusi, anche se i loro genitori o loro stessi per molti anni hanno versato contributi Gescal. Bastava infatti possedere un piccolo alloggio in qualsiasi parte d’Italia per essere esclusi, mentre gli stranieri non avevano l’obbligo di dichiarare gli immobili posseduti nei loro Paesi. La Regione ha modificato il regolamento obbligando a tutti i partecipanti di dichiarare gli immobili posseduti. Ho portato subito in Consiglio le modifiche che recepivano la normativa regionale, ma il segretario del PD di Montegranaro non dava il suo assenso a ciò che il PD regionale aveva approvato. La Giunta avrebbe dovuto portare alla seduta successiva le modifiche, ma ancora una volta ha disatteso ciò che aveva accettato e che si era impegnata a fare.
In materia di politiche sociali, ho trovato assurdo prevedere dei contributi di sostegno al reddito di modesta entità, con somme una tantum, che poi in larga parte il Comune tratteneva per compensare debiti verso l’Ente. Neanche la famigerata Equitalia si sarebbe comportata in modo così umiliante nei confronti delle fasce più in difficoltà della cittadinanza, perché aveva quanto meno una progressività con una base intoccabile. Anche in questo caso, come per il regolamento sulle case popolari, si è perpetrata l’ingiustizia verso gli italiani, obbligati a dichiarate tutti i possedimenti, diversamente dagli stranieri.
Durante la legislatura ho spesso sollecitato l’attuazione degli impegni presi in campagna elettorale, ma a parte i progetti dei due assessori forti, quindi palazzetto di San Liborio e viale Gramsci, il resto non interessava. Gli altri dovevano genuflettersi e tacere. In maggioranza sono stati proposti gli orti sociali, ma la richiesta è caduta nel vuoto. Abbiamo oltre 50 persone in lista d’attesa per la casa di riposo, ho sollecitato spesso l’esigenza di affrontare il problema, ma sono rimasto inascoltato. Si potrebbero ristrutturare alloggi nella parte vecchia della città da adibire a casafamiglia, per collocarvi persone autonome o semiautonome, fornendo così collocazione a parte delle persone in lista d’attesa. Io vivo del mio lavoro e vorrei restituire alla collettività ciò che ho avuto. Solo stando tra la gente, ascoltandola, si conoscono certe realtà. Abbiamo molti anziani non autosufficienti tenuti in famiglia tra mille difficoltà e senza alcun aiuto. Vogliamo dar loro delle risposte?
Per la mia scelta di lasciare la maggioranza uscente c’è anche chi mi ha definito populista. Credo che populisti lo siamo stati 5 anni fa, effettuando promesse che non abbiamo mantenuto.
Queste sono alcune delle ragioni che mi hanno convinto di sposare il progetto di Montegranaro tra la gente, affinché possano concretizzarsi quella condivisione delle scelte e quell’ascolto della cittadinanza di cui si è avvertita la mancanza negli ultimi 5 anni.

Walter Antonelli