lunedì 30 luglio 2018

Un sabato di isola pedonale deserta. La mortificazione gratuita del commercio del centro. C’è uno scopo?

Come si mostrava viale Gramsci sabato 28 luglio alle ore 18.00.

Ho tenuta monitorata l’isola pedonale di viale Gramsci, a Montegranaro, per tutto il pomeriggio di sabato 28 luglio, partendo dalle 15.30 fino a sera. Di sabato la chiusura al traffico della corsia lato marciapiedi comincia subito dopo pranzo e si protrae per tutto il fine settimana. Dall’osservazione è scaturito che, nel pomeriggio, sul quel marciapiede non ci passa nessuno. Del resto, il caldo è micidiale, lo è sempre stato e chiunque conosca Montegranaro sa che il viale, nel pomeriggio d’estate è invivibile. Ciò non toglie che, se uno deve andare a fare acquisti nei negozi del posto, ci va lo stesso, purchè trovi parcheggio. Certo, è un costume sbagliato, quello di dover lasciare per forza la macchina a pochi metri dalla destinazione, ma è un costume col quale il commerciante deve fare i conti perché se si impedisce al cliente di parcheggiare nelle vicinanze, il cliente va altrove.
Il deserto del marciapiede durante il pomeriggio del sabato testimonia come tutta l’idea dell’isola pedonale da parte dell’Amministrazione Mancini sia totalmente sballata, campata per aria, priva di ogni aggancio con la realtà. L’isola pedonale è ottima cosa la sera, quando i negozi chiudono, l’aria si fa fresca e la gente comincia a frequentare il viale. Di pomeriggio è assurda, a meno che lo scopo non sia proprio quello di danneggiare il commercio. Un’ipotesi che sta prendendo corpo, viste le politiche attuate dall’amministrazione comunale e dall’assessorato al commercio, politiche che stanno tendendo a produrre effetti negativi sul commercio in centro, forse per favorire quello di altre zone. Il progetto di un centro commerciale a ridosso del centro, che dovrebbe giungere in Consiglio Comunale prossimamente, è inquietante: se la politica del Comune è quella di favorire questo tipo di commercio a discapito di quello storico, il centro ha la fine segnata.

Luca Craia

domenica 29 luglio 2018

L'ambulante di largo Conti se ne va. Desertificazione programmata del centro storico.

L'ambulante che da anni vende frutta e verdura in largo Conti, il giovedì e il sabato mattina, si è arreso: trasloca lungo la circonvallazione. Lo fa perché, nonostante paghi regolarmente lo stallo per il commercio ambulante nello slargo davanti a Porta Marina, troppo spesso lo trova occupato da macchine che non rispettano il divieto di sosta. E nessuno lo fa loro rispettare. 
È un brutto colpo, l'ennesimo, per il centro storico di Montegranaro, perché quel camioncino di ortaggi funge un ruolo essenziale per i cittadini residenti nel paese antico e nel circondario, soprattutto per gli anziani e chi abbia difficoltà a raggiungere i supermercati, tutti periferici rispetto al centro. 
Ma la cosa comincia a puzzare: dopo la realizzazione del marciapiedone di viale Gramsci, si è attuata una politica evidentemente volta a danneggiare il commercio in centro, ne abbiamo cronaca anche in questo giorni in cui il Comune forza sull'isola pedonale ben sapendo i danni che produce agli esercenti. Tutto questo giunge dopo mesi di chiusura del viale, tra lavori vari, murale, Veregra Street e altre iniziative estive. Contemporaneamente ci si affretta oltremodo per portare in Consiglio Comunale una variante per autorizzare la realizzazione di un centro commerciale a ridosso del paese, con una tale fretta da metterla all'ordine del giorno senza che vi sia ancora la documentazione. È evidente che questo, se andasse a buon fine, porterà alla morte del commercio in centro.
Si delinea, forse, un progetto, e non più una concomitanza di errori amministrativi, progetto in cui la sostanziale cacciata del fruttarolo ambulante di largo Conti è solo uno dei tasselli. Si direbbe proprio che si voglia portare il commercio nel centro storico alla fine. E, se muore il commercio, muore il centro stesso. A che pro?
Il problema "centro storico" è complesso, molto, forse troppo, forse lo si ritiene irrisolvibile. È molto dispendioso, trovare una soluzione, è non è  remunerativo in termini elettorali. È molto più facile utilizzare il castello come teatro di eventi, per quanto sporadici, come le lunghe notti di Veregra Street. Ma ci sono i residenti, che pretendono rispetto, meno chiasso, è soprattutto soluzioni più concrete. Ecco allora che, attuare una politica che, in breve tempo, porti alla sostanziale desertificazione del centro non può che portare benefici. Finiscono le pressioni, finiscono le proteste e si può utilizzare il paese antico come teatro o discoteca senza che protesti nessuno, con evidenti vantaggi elettorali,  mentre eliminare gradualmente i servizi comporta uno svantaggio elettorale quasi nullo, vista anche l'esiguità del  numero dei residenti/elettori. Fantascienza? Forse, ma vista la consistenza umana dei nostri attuali amministratori, l'ipotesi non sembra così fantasiosa. 

Luca Craia 

Frontignano, i ritiri della cresima. Ricordi adoloscenziali

Dopo due anni e passa di Salesiani, avevo perso gran parte dei miei contatti al mio paese, Montegranaro. Ed essendo la scuola salesiana priva di allievi di genere femminile, mi stavo anche perdendo un bel pezzo di adolescenza e dei suoi riti tribali di iniziazione. La salvezza arrivò in seconda media, quando iniziai il catechismo per la cresima, per me occasione di incontrare nuovi ragazzi del mio paese che, altrimenti, non avrei avuto modo di conoscere, e di rincontrare qualche vecchio compagno delle elementari. All’inizio ebbi qualche difficoltà a farmi accettare perché i gruppetti di fanciulli già esistevano e io recitavo il ruolo di “quello di fuori” anche se di fuori non ero. Devo però, per fortuna, dire che non mi ci volle molto per integrarmi. Conobbi personaggi come Mauro, Andrea, coi quali condivisi momenti davvero divertenti, il cui apice fu il ritiro spirituale dei tre giorni a Frontignano.
Allora il ritiro spirituale per la Cresima era cosa seria e ci si ritirava, nel vero senso della parola, nell’hotel Domus Letitiae di Frontignano per tre giorni. Chiusi dentro tutto il tempo e con fuori la neve. Tralasciando il catechismo full immersion che facevamo di giorno, la “movida” cominciava in camerata alla sera. In camera con me c’erano Mauro, Franco, Ubaldo, Teo e altri due che proprio mi sfuggono. In quella accanto c’erano Marco, Andrea e Paolo. Marco s’era portato da casa un impianto stereo da discoteca, Andrea aveva provveduto all’impianto luci: due coppie di torri da tre faretti colorati cadauna con sensore microfonico che comandava l’intermittenza.
Al primo accenno di festino, alle prime quattro note di YMCA arrivò don Manlio “lo priore” come una furia e sequestrò tutta la discoteca. La nostra vendetta fu una minzione collettiva dalla finestra. Il giorno dopo c’era un’inspiegabile lastra di ghiaccio giallo nel cortile della Domus Laetitiae.
La sera dopo tentammo una sortita nell’ala delle femmine. Camminammo nottetempo nell’oscurità dei corridoi della Domus guidati da Mauro che asseriva di conoscere la strada ma non aveva la minima idea di dove ci stava portando, finché scorgemmo dietro un angolo una luce invitante: ci siamo! Era, invece, lo priore, in camicia da notte, pila e scopa. Ci rincorse per i corridoi, guadagnammo un netto vantaggio lungo le scale per via della camicia da notte che non lo agevolava nella corsa, e ci infilammo di corsa in camera e a letto certi di non essere stati individuati grazie all’oscurità. Ma don Manlio aveva un fiuto da segugio e spalancò la porta della nostra camerata senza esitazioni, si fiondò sul primo letto, quello di Franco e gli afferrò le orecchie sotto le coperte, insensibile alle grida di dolore e orrore del povero Franco che urlava. “Ahhhhhhh le recchieeeeeeeeeeee!!!!!”.
Poi, passato letto letto a darci di manico di scopa, se ne andò sbattendo la porta. Seguirono cinque minuti di silenzio. Qualcuno accese la luce, uscimmo da sotto le coperte, guardammo Franco e le sue orecchie quasi blu per il trattamento subito e scoppiammo a ridere per un buon quarto d’ora. Ma nessuno propose una seconda spedizione a caccia di femmine.

(nella foto l'hotel Domus Laetitiae di Frontignano distrutto dal terremoto)

Che fine ha fatto l'approdo per idrovolanti del Lago di Gerosa?

Mi riferiscono che l'approdo per idrovolanti costruito e inaugurato in pompa magna nei giorni scorsi dalle massime autorità regionali sul lago di Gerosa, in territorio di Montemonaco, pare essere sparito nel nulla. Al suo posto un sacco di nastri da cantiere sparsi
in giro per le rive, tanti rifiuti, e nulla di più. Ci avevano detto che si trattava di una grande iniziativa per rilanciare il turismo nella zona terremotata tanto che, per la sua inaugurazione, se erano mossi i più alti dignitari della politica e della burocrazia regionale. Essendo stato studiato per favorire il turismo ed essendo in questo momento nella fase più alta del turismo locale, c'è da chiedersi come mai a Gerosa siano rimasti solo i nastri da cantiere. Uno dei tanti misteri legati al terremoto del 2016.


  1. Luca Craia 

Ricorsi multe Mezzina. La soddisfazione di Gismondi.

Comunicato integrale 

Sono venuto a conoscenza che sono stati vinti innumerevoli ricorsi introdotti dinanzi al Giudice di Pace di Fermo contro le molteplici multe elevate per il superamento del limite di velocità rilevato da scellerati tutor posti dalla Provincia di Fermo sulla SS Ete morto, cosiddetta Mezzina.
Non posso se non manifestare la mia grande soddisfazione visto che, per primo, dopo aver raccolto le lamentele di cittadini e di imprenditori montegranaresi, mi sono trasformato in paladino delle vittime nonostante l'irrisione di gran parte del mondo politico locale.
Già dalle prime segnalazioni del mese di novembre, insospettito, ho chiesto ed ottenuto, dai Consiglieri provinciali, la visione della documentazione per cercare di capire se queste innumerevoli sanzioni fossero più o meno legittime.
Da amministratore mi sono subito reso conto che il cambiamento improvviso del sistema di rilevazione della velocità su una strada  molto transitata come la Mezzina non aveva come fine  la sicurezza stradale bensì quello di fornire degli introiti alla Provincia.
I miei dubbi venivano palesati in una riunione presso il Calzaturificio Dino Corvari, innanzi ad una numerosa platea e alla presenza anche del Presidente della U.Di.Con Marche, Giovanni Mariani. In quella sede, da politico che, da sempre, ha operato ed opera per il bene della cittadinanza, promettevo di trovare accordi con la Provincia ed assicuravo che il mondo politico, sicuramente, sarebbe andato incontro a tutti quei lavoratori, imprenditori e alle famiglie che si erano trovati all'improvviso con notifiche multiple di sanzioni e con cifre ingenti che spesso facevano fatica a pagare. In assoluta buona fede chiedevo dunque alla provincia di annullare i numerossissimi e gravosi verbali. Con estrema sorpresa, rispondeva, per la Provincia, l'assessore Aronne Perugini, che garantiva la massima regolarità delle procedure e sottolineava che quanto stava avvenendo era necessario e doveroso per una maggiore sicurezza stradale e che dunque, tutte le multe, dovevano essere pagate.
Convinto delle mie idee, dopo aver rivisitato tutta la documentazione, facevo un esposto denuncia alla Procura della Repubblica e invitavo la popolazione ad adire le vie legali. Mi risulta che, ad oggi, tutti i ricorsi avverso le sanzioni per il superamento dei limiti di velocità rilevati dal sistema del deprecabile tutor sono stati vinti, ed altri sono ancora in corso. Sono dispiaciuto per quei cittadini montegranaresi che solo per il timore di scontrarsi con l'Ente Provincia hanno preferito pagare le sanzioni piuttosto che tentare di opporsi ad esse.
Tutti reputavano che io combattessi i mulini a vento proprio come Don Chisciotte, ecco perchè oggi sono estremamente orgoglioso di quanto la mia ostinazione e la mia correttezza mi hanno portato a fare. Mi sento vincitore e non perchè avessi personalmente delle multe da pagare ( non ne ho avute!) ma perchè mi sento parte di un gruppo, mi sento un lavoratore, un imprenditore, un qualsiasi montegranarese raggirato in un momento di grave difficoltà e crisi da chi al contrario dovrebbe tutelarci e sostenerci.
Per questo mio trionfo mi sento in dovere di ringraziare la U.Di.Con Marche, in persona del Presidente Giovanni Mariani che sin da subito, si è messa gratuitamente al servizio della tutela dei cittadini. Ed in particolare ringrazio, l'avvocato della U.Di.Con Marche, Anna Marconi, un giovane avvocato di Montegranaro, che in silenzio, senza clamore, ha vinto ogni ricorso, ha annullato decine e decine di verbali ottenendo notevoli risparmi per le famiglie di Montegranaro e per gli imprenditori e i lavoratori delle zone limitrofe. 

sabato 28 luglio 2018

Centro commerciale: perché tanta fretta?


La variante al PRG che potrebbe consentire la costruzione di un centro commerciale a Montegranaro, a ridosso della circonvallazione (leggi articolo http://www.laperonza.org/2018/07/linspiegabile-caso-del-centro.html), non arriverà in Consiglio Comunale per la prossima seduta come previsto ma slitterà alla seduta successiva, questo perché è arrivata in tempo la documentazione necessaria. E qui mi sorge un’ulteriore domanda, da aggiungere a quelle che già mi sono posto qualche giorno fa.
Come mai tanta fretta? Perché inserire all’ordine del giorno un punto per il quale non esiste nemmeno ancora la documentazione? Perché non si è atteso di avere tutte le carte per poi inserire la discussione all’ordine del giorno della prima seduta possibile, ma si è cercato di guadagnare tempo inserendolo nella prossima seduta pur non essendo in possesso delle informazioni necessarie?
Questo centro commerciale diventa sempre più interessante. E misterioso.

Luca Craia

venerdì 27 luglio 2018

Riunione dei commercianti di viale Gramsci. Si studiano iniziative. Invitata l’opposizione, la maggioranza no.


Si riuniranno mercoledì prossimo, i commercianti di viale Gramsci e largo Conti, per discutere le nuove disposizioni sulla pedonalizzazione del viale che li penalizzano fortemente. Alla riunione parteciperanno gli esercenti della zona nella quasi totalità (solo 3 hanno dato la loro indisponibilità) e una rappresentanza della Confcommercio. Lo scopo è di studiare iniziative che possano far comprendere la posizione dei negozianti, non escludendone nessuna, nemmeno una class action o qualche tipo di manifestazione. I commercianti sono estremamente delusi per non essere stati ascoltati e per aver visto tutti gli accordi fin qui presi cadere nel nulla. La delusione è tale da fare in modo che, alla riunione, sono invitate tutte le forze politiche di opposizione mentre la maggioranza non è stata convocata. La motivazione è semplice: quello che c’era da dirsi, ormai, si è detto.

Luca Craia

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