martedì 3 luglio 2018

Il malefico potere del malvagio Salvini

È potentissimo, il mago Salvini, tanto potente e malvagio da affondare i gommoni a distanza di migliaia di chilometri o miglia marine che siano. Tanto potente e malvagio che, da quando è salito al potere, ogni gommone che parte affonda, come se il Malvagio Ministro inviasse spille demoniache a forare le fragili pareti di plastica delle imbarcazioni.
Che sia opera sua è fuor di dubbio: prima, quando lui non era al potere, mica affondavano, i gommoni. E poi, sempre con la sua diabolica magia, blocca i motori alle navi dei soccorsi, quelle delle ONG che prima andavano praticamente in spiaggia a raccogliere i migranti e che oggi non riescono più nemmeno a raccogliere quelli che finiscono in mare dopo che Salvini il Perfido gli ha sgonfiato il gommone. Cattivo, il mago Salvini.
Speriamo che le forze del bene riescano a tornare presto e a riportare le cose verso il giusto, con i migranti che arrivano tranquillamente in Italia, si fanno qualche mese nei comodissimi centri di accoglienza dove vengono trattati con i guanti bianchi per poi, finalmente, andare a trovare il tanto agognato lavoro verso i campi di pomodori della Ndrangheta o in qualche giardino pubblico al soldo di chi gestisce il traffico della droga. Ah, bei tempi quando non c’era il Malvagio Mago Salvini Il Perfido.

Luca Craia

lunedì 2 luglio 2018

Le chiavi delle ambulanze ai Sindaci. La protesta estrema dell’ANPAS

È complicatissimo gestire il sistema delle pubbliche assistenze, enti benefici in mano ai volontari, complicato e costoso. Per risolvere le numerosissime criticità nelle Marche, a partire dai rimborsi che sono indietro dal 2013, l’ANPAS, l’associazione nazionale che raccoglie le varie pubbliche assistenze, aveva incontrato le parti pubbliche interessate e competenti, prime fra tutte la ASUR Marche e la Regione Marche, lo scorso 8 marzo e, dall’incontro, era scaturito un accordo scritto e firmato da tutte le parti.
È di oggi una nota in cui l’ANPAS annuncia che il prossimo 9 luglio le 45 Pubbliche Assistenze marchigiane sospenderanno ogni servizio pubblico e consegneranno le chiavi dei mezzi ai Sindaci delle città di riferimento con una manifestazione generale che interesserà l’intera regione. È una decisione drastica ma necessaria perché, secondo l’ANPAS, non esiste la volontà da parte di ASUR e Regione di risolvere il problema. Non solo ma, fatto ancor più grave, si sono verificate “deprecabili azioni ritorsive nei confronti delle associazioni ANPAS sul piano amministrativo e finanche operativo, in un contesto ormai privo di ogni razionale principio di gestione”. Una situazione insostenibile che porterà a conseguenze molto pesanti per la salute e la sicurezza dei cittadini, nel momento in cui verrà a mancare il fondamentale lavoro dei volontari delle pubbliche assistenze.

Luca Craia


Il Comune di Montegranaro e l’idiosincrasia per le antenne telefoniche.


Ha un pessimo rapporto con le antenne telefoniche, l’amministrazione comunale di Montegranaro. Anzi, diciamo che il rapporto non ce l’ha, evidentemente ha qualche tipo di antipatia, di idiosincrasia verso questi apparecchi e preferisce fare finta che non esistono. Eppure esistono eccome, sul territorio comunale ce ne sono tanti, e non sono regolamentati da alcuna norma comunale che tuteli la salute dei cittadini perché pare che, oltre a essere piuttosto brutte, le antenne telefoniche potrebbero anche far male.
Ricordate il caso dell’antennona di San Liborio? Ve lo ricordo io, brevemente: a un certo punto i residenti del quartiere si accorgono che, in prossimità delle case, stanno facendo dei lavori non meglio definiti. Mi contattano e, dopo una breve e facile indagine, si scopre che sta per essere tirata su un’enorme antenna della Vodafone, proprio di fronte alle finestre della gente. Il Comune, interpellato, dice che non si può far niente, che la Vodafone ha tutti i permessi e può fare come vuole. Solo che, dopo una robusta raccolta firme, un’assemblea partecipatissima, la montante rabbia dei cittadini e una strenua lotta politica da parte delle opposizioni, si scopre che, invece, non era vero che non si poteva fare niente, tanto che l’antenna, poi, non è stata più installata.
Sulla torre dell’acquedotto c’è un guazzabuglio di antenne da far paura. E in effetti fa paura. Ho più volte scritto al Comune chiedendo se queste antenne sono monitorate, se si conosce il livello delle loro emissioni di onde elettromagnetiche, se possiamo stare tranquilli. Non c’è mai stata risposta. Ho fatto partire, l’anno scorso, una petizione per chiedere di controllare queste e altre antenne presenti nel territorio comunale e il Comune ha subito fatto sapere che era in procinto di redigere il tanto sospirato piano antenne. Così ho fermato la raccolta firme, speranzoso che, con la norma comunale in corso di realizzazione, tutto si sarebbe risolto. Era il settembre del 2017, oggi è luglio 2018, sono passati dieci mesi e del piano antenne non c’è traccia.
Eppure, oltre alle dichiarazioni a mezzo stampa che, pure, un valore avranno, almeno come impegno morale, già nel 2015 veniva approvata dal Consiglio Comunale una mozione del Movimento 5 Stelle che impegnava la Giunta a realizzare il piano antenne. Anche quella è rimasta lettera morta.
Intanto non sappiamo i livelli di emissioni delle apparecchiature esistenti e qualsiasi gestore telefonico può venire a Montegranaro a installare i propri ripetitori con estrema tranquillità, tanto non ci sono regole, a meno che non si arrabbi la popolazione e dia la sveglia all’Amministrazione Comunale, come accaduto con l’antennona di San Liborio. Ma bisogna arrivare sempre a questo?

Luca Craia

domenica 1 luglio 2018

La desertificazione attraverso il non ripristino delle strade

La strada tra Castelsantangelo Sul Nera e Castelluccio è fondamentale per la ripresa di entrambi i paesi, dopo la distruzione del terremoto. Castelsantangelo vive di riflesso per i gitanti che si recano a Castelluccio, e Castelluccio  ha in Castelsantangelo la porta sulle Marche. C'è tutta un economia che campa o, meglio, campava di quella strada tortuosa, un'economia fatta di piccoli negozi, bar, ristoranti che vivevano della gente che saliva a Castelluccio e che si fermava per la colazione, il pranzo, una sosta. Quella strada è chiusa dai tempi del terremoto, quegli stessi tempi, esattamente nel settembre del 2016, in cui Carlo Bifulco ha ricevuto l'incarico di direttore dell'Ente Parco dei sibillini.
La figura va analizzata, anche in funzione di un passato professionale burrascoso, nel suo ruolo analogo presso il Parco del Vesuvio, dove ha anche avuto qualche problema con la magistratura. La sua nomina nell'immediato domani del primo terremoto che ha quasi distrutto il centro Italia forse ha un significato, quanto meno per la tempistica. In ogni caso oggi il nostro direttore dell'ente parco, nonostante abbia già benedetto, per esempio, l'orribile deltaplano di castelluccio, senza ritenerlo impattante sull'ambiente, blocca la ricostruzione della strada di cui sopra perché, secondo lui, le costruzioni del tutto provvisorie e amovibili, del cantiere, le piccole baracche usate dagli operai che verranno smontate a fine lavori senza lasciare traccia, sarebbero impattanti in maniera intollerabile sull'ambiente del parco.
Il ragionamento è incomprensibile, almeno a me. Quello che, sempre a livello ipotetico, pare piuttosto chiaro è che si sta cercando di impedire che la strada, di vitale importanza per l'economia locale, venga ripristinata. Se vogliamo continuare a credere alla strategia della desertificazione, siamo di fronte all'ennesimo tassello. Fermo restando che, alla visione degli atti che noi magari non conosciamo, potrebbe aver ragione il direttore. In ogni caso il danno è gravissimo. E in questo esprimo la piena solidarietà al sindaco di castelsantangelo, Mauro Falcucci, almeno per questa volta, dopo averlo criticato senza pentimento.
Tiri fuori i denti e gli artigli, Falcucci, almeno adesso, perché questo è davvero un danno di gravità enorme per il territorio del suo comune.

Luca Craia