giovedì 5 novembre 2015

Vatileaks e come vanno le cose in questo Paese



Non che io creda che non sia vero che, per esempio, il cardinal Bertone viva in un appartamento i extralusso e magari l’abbia pagato con soldi che non gli competessero. E credo anche che, in linea di massima, esista un clero corrotto, arrivista, cinico che, di fatto, zavorra e affossa ogni sforzo di riformare e rendere più credibile la Chiesa Cattolica. Del resto, come ho più volte detto, la Chiesa è l’organizzazione più grande e complessa che esista al mondo ed essendo umana racchiude in sé tutto il male e il bene del mondo.
Ciò che dovrebbe quantomeno meravigliare è il fatto che tutto questo venga agli onori delle cronache in momenti ben precisi. Tipo questo. Papa Francesco fa politica e la fa bene. È progressista nel modo giusto, sta riformando la Chiesa partendo dai suoi gangli più nascosti ma sta anche comunicando in maniera perfetta fornendo una nuova immagine che piace e conquista anche i laici e i non credenti. Ma, soprattutto, parla di temi socialmente e politicamente importanti e lo fa in un modo spesso molto più moderno dei politici. Evidentemente questo a qualcuno non piace.
Una volta i Papi scomodi li ammazzavano. Benché ancora non ne esista la prova, siamo tutti convinti che Giovanni Paolo I sia stato fatto fuori. Oggi non li ammazzano più, almeno non fisicamente. Oggi li delegittimano con la diffamazione, il discredito, facendogli terra brucata intorno, dando un’immagine distorta che, mano a mano, diventa reale nelle coscienze della gente. E così oggi sappiamo che ci sono cardinali che si fanno appartamenti principeschi con i soldi dei bambini malati. E lo sappiamo dopo la falsa notizia che il Papa ha un male al cervello che, badate bene, è sì benigno ma lo fa sragionare. E questa notizia falsa viene diffusa da giornalisti indegni all’inizio dell’ultimo Sinodo, quasi in contemporanea col cardinale omosessuale che fa coming out. Insomma, è in corso un papicidio senza spargimento di sangue. Come, del resto, oggi si fa in politica, anche a livelli molto bassi, anche nei nostri paesini. Non uccideranno papa Bergoglio, ma cercheranno di distruggerne l’immagine e le dignità. Ma non sarà facile.

Luca Craia

mercoledì 4 novembre 2015

Il centro storico che muore. Forse è ora di arrabbiarsi di nuovo.



Vorrei fare una brevissima analisi della situazione del centro storico montegranarese allo stato di oggi. Me ne occupo da decenni ma la mia azione si è intensificata nel 2009 con la nascita del blog L’Ape Ronza che, tra i vari argomenti trattati, ha sempre posto la questione del degrado del nostro centro storico come prioritaria e principale. Ho lavorato nell’associazionismo culturale per rivalutare il nostro patrimonio artistico e storico, ma sempre con l’occhio rivolto verso le problematiche della città vecchia e cercando, tramite il recupero culturale delle nostre radici, di portare nuova linfa al morente quartiere antico.
Ebbene, ad oggi devo dire che non ho, anzi, non abbiamo ottenuto nulla. Nel senso che, se all’inizio la spinta era forte e potenzialmente in grado di produrre effetti, col tempo si è affievolita anche per una sorta di assuefazione da parte degli stessi cittadini montegranaresi. Va anche detto che, nel frattempo, il degrado si è esteso ad altri quartieri e oggi Montegranaro vive una situazione di profondo disagio urbanistico dove il centro storico è, comunque, la problematica più seria.
Non abbiamo prodotto un grande risultato. Questo per molti motivi, il principale dei quali è forse il forte e costante inquinamento dell’azione spontanea e popolare da parte di personaggi legati alla politica che hanno condizionato i rapporti tra le persone e la loro azione. La continua tessitura di trame da parte di taluni personaggi che hanno giocato con la questione per trarre vantaggio politico e visibilità ha deteriorato l’entusiasmo con cui, nel 2010, nascevano tante iniziative per rilanciare il centro. Oggi queste persone sono, fortunatamente e finalmente, piuttosto emarginate dal panorama del volontariato associativo e forse possono esserci i presupposti per riprendere qualche buona iniziativa.
Nel frattempo, però, c’è la politica che, se ha sempre fatto poco e male, oggi fa niente e peggio. A parte le comparsate sui giornali di qualche assessore che si bea di proposte illusorie fatte nell’assenza di un progetto globale, assistiamo a un disinteresse pressochè totale da parte degli amministratori verso il problema, forse troppo complesso e sicuramente poco remunerativo da un punto di vista elettorale. Così, a parte le case a 1 € tanto sbandierate ma sostanzialmente naufragate, le politiche per il contenimento dei piccioni mai decollate, tocca constatare che, nonostante ci sia una delega specifica con tanto di assessorato per il centro storico, l’attuale amministrazione propone il nulla, non ha un progetto, non ha la minima idea di che fare sempre che si sia mai posto il problema. Forse è il caso che i cittadini tornino ad arrabbiarsi.

Luca Craia

martedì 3 novembre 2015

Parcheggi creativi e storie montefranosine a Montegranaro


Ore 17,00

Sembrerebbe una di quelle storie di pura fantasia che ogni tanto mi invento ambientandole nel fantomatico paesino di Monte Franoso ma questa è accaduta a Montegranaro e ve la voglio raccontare perché è il giusto mix tra la maleducazione della gente e le disfunzioni della cosa pubblica.
La mia amica Bice decide di andare a comprare del materiale presso Spillo, la merceria di largo Conti. Arriva da viale Gramsci e vede che, sul lato interno del parcheggio dello spiazzo antistante Buffetti, ci sono posti liberi. Va per girare ma trova una macchina che occupa totalmente il passaggio, per di più parcheggiata sopra le strisce pedonali. Sono le 16,30 circa.  Bice scende, entra nei vari negozi e chiede di chi sia la macchina ma non trova il proprietario.
Così decide di chiamare la Polizia Municipale (ha in memoria sia il numero fisso che i due mobili). Prima fa il fisso. Nessuna risposta, evidentemente in ufficio non c’è nessuno, ma esiste il trasferimento di chiamata, perché non lo usano? Fa il primo numero mobile ed è staccato. Fa il secondo ma suona a vuoto. Allora prende e va in piazza per verificare se veramente in ufficio non c’è nessuno, hai visto mai che abbia il numero sbagliato? La porta è chiusa. Intanto il tempo passa.
Ore 18.09
Bice è una dotata di “tigna”, come si dice da noi, e decide di aspettare per vedere come si evolve la faccenda. Alle 17,40 passa per largo Conti una macchina della Polizia Municipale. Bice la ferma al volo e chiede al vigile che la guida di intervenire. Questo dice che deve fare un intervento urgente e che ripasserà tra mezz’ora. Non lo vedremo più.  Passa il tempo e la macchina è ancora lì.
Superate le 18 Bice chiama i Carabinieri. Le dicono di chiamare i vigili. Sono le 18.41 e la proprietaria finalmente sposta la macchina.

FINE

Evito ogni ulteriore commento. Le conclusioni le possiamo tranquillamente trarre da soli, ognuno le sue.

Luca Craia