lunedì 10 dicembre 2018

Malaigia: la caccia è importante, servono tavoli di concertazione


Comunicato integrale

Si è parlato di caccia, lo scorso giovedi 6 dicembre al Teatrino Antonini di Fermo. Un'assemblea pubblica voluta dal coordinamento provinciale della Lega, per analizzare problemi, prospettive e proposte su un settore sul quale si soffre l'assenza di attenzione e provvedimenti da parte della regione Marche.
Dopo i saluti introduttivi del commissario provinciale Mauro Lucentini, si è entrato nel merito dei temi. A moderare il dibattito il giornalista Andrea Aromatico, direttore della rivista All 4 hunters. Ad intervenire il consigliere regionale Marzia Malaigia, l'avv. Giuseppe Villa, segretario nazionale dell'associazione Caccia sviluppo e territorio, il presidente regionale di Libera caccia Paolo Sparvoli.
"Su questo tema – ha sottolineato il consigliere Malaigia – sono stata invitata a tacere dall'assessore Moreno Pieroni, che mi ha accusato di non capire nulla di caccia. Mi chiedo se serva essere esperti per raccogliere i sempre crescenti malumori degli operatori, se serva essere esperti per rendersi conto che c'è un Piano faunistico venatorio scaduto nel 2015 e mai rinnovato, principale causa del ricorso accolto dal Consiglio di Stato che ha portato alla sospensione del calendario venatorio regionale. Sono purtroppo evidenti l'inadeguatezza ed il lassismo del governo regionale su questo settore, che sta provocando danni ingenti all'economia generata da chi pratica quest'attività. I cacciatori vivono come poggiati su un pavimento di cristallo, in assenza di una regolamentazione adeguata".
La posizione della Lega in materia, rimarca il consigliere regionale, è "la richiesta di tavoli di concertazione che si aprano a tutte le categorie, quindi allevatori, cacciatori, agricoltori, produttori di selvaggina, produttori di accessori e abbigliamento per la caccia. Forse non ci si rende conto – nota il consigliere Malaigia - dell'indotto di strutture ricettive dell'interno che nel periodo invernale vivevano in buona parte dei movimenti da parte dei cacciatori e perdono introiti importanti. Più di 20 anni fa è stata sottoscritta la Carta di Fonte Avellana, un documento strategico per lo sviluppo dei territori montani, le cui intenzioni sono rimaste tutte sulla carta. Pensiamo anche al piano di controllo del cinghiale, realizzato con evidenti lacune, come il divieto per gli agricoltori di mettere recinti di cattura se non in possesso del porto d'armi. Ci sono seri problemi per gli allevatori nel risarcimento per i capi di bestiame attaccati da animali selvatici. Uno dei motti della Lega è 'La difesa è sempre legittima'. Non vale solo per chi viene derubato in casa o nella sua attività. Vale anche nel senso di protezione del lavoro, delle produzioni, degli equilibri del territorio. In questo senso i cacciatori e tutte le categorie ci troveranno sempre in prima linea. Crediamo serva un approccio completamente diverso a quello operato dalla Giunta regionale, volto ad affrontare i problemi, dare regolamenti certi, coinvolgere con tavoli aperti tutti gli attori, preservare il territorio e le attività produttive e ricettive".
Marzia Malaigia

Foto: http://gds.it/2018/09/29/caccia-sicilia-il-consiglio-di-giustizia-amministrativa-conferma-il-blocco_924531/

Strage in discoteca: abbiamo un colpevole. Ora possiamo tacitare le coscienze.


Lo hanno trovato. Il ragazzo che ha spruzzato lo spray urticante e ha causato la strage di venerdì notte a Corinaldo è un quindicenne anconetano. Ora possiamo chiudere la questione, il colpevole c’è. Mandiamo il ragazzo a fare qualche lavoro socialmente utile per qualche mese, diamo una bella multa al proprietario del locale, magari glielo chiudiamo per qualche mese, e a posto, possiamo andare avanti come se nulla fosse accaduto.
Credo invece che qualche interrogativo dobbiamo porcelo e che questa bruttissima storia almeno debba servire a farci fare due conti con la coscienza, la coscienza di una società troppo incline all’autoassoluzione, dalla memoria corta e dai principi molto instabili. Dobbiamo ragionare, perché il ragazzo che ha spruzzato la sostanza irritante, oltre a essere un delinquente in erba e un assassino, è anche uno spacciatore. In casa pare gli abbiano trovato un paio d’etti di cocaina. Credo che un quindicenne che tiene in casa due etti di cocaina e che spruzza spray urticante per rubare catenine e cellulari sia un bello spunto di riflessione.
E da riflettere c’è molto, perché questo piccolo criminale segue in qualche modo la logica dei testi di quel forbito signore che tanti ragazzini erano andati a sentire, a Corinaldo. Sono testi in cui il messaggio è fare soldi e sballarsi, fare soldi senza farsi scrupoli su come li si fa, coi soldi sballarsi, comprare donne come fossero merci e ostentare la propria ricchezza. Quindi abbiamo dei genitori che acconsentono e addirittura accompagnano i propri figli a sentire uno che lancia messaggi di questo tipo.
Ma il fatto stesso che un quattordicenne o un dodicenne passi la notte in una discoteca, magari bevendo, magari consumando droghe, con i genitori che aspettano fuori a dormire in macchina e che comunque autorizzano tutto questo, è il segno evidente di una società malata e di una famiglia, base e fondamenta della società, che ha abdicato al proprio ruolo educativo, si è arresa al mercato, si abbandona ai voleri di chi ci vuole tutti storditi, senza valori, incapaci di critica e reazione. La generazione che sta crescendo in questi locali, ascoltando questi messaggi, è una generazione amorfa, in cui mancano i riferimenti, mancano i valori, manca il futuro. E il futuro, volenti o nolenti, è che questa generazione rimpiazzi la nostra e metta al mondo una nuova generazione. Se permettete, sono molto preoccupato.
Ma ora abbiamo il colpevole, e tutti questi pensieri brutti ce li possiamo togliere dalla testa. Possiamo lavarci la coscienza e smettere di farci domande, sempre che ce le siamo fatte. Non c’è colpa di quanto successo a Corinaldo nel trapper coi denti d’oro che doveva esibirsi e manco ci è andato. Ma la sue colpe sono altre, sue come parte di un sistema fradicio, putrido, puzzolente che sta massacrando una generazione intera, con qualche isolata eccezione. È la cultura dello sballo, del consumismo estremizzato, una cultura che porta a fregarsene di tutto il resto, a non porsi obiettivi, a non darsi alcun impegno nella società. Banconote, gioielli, droga e sesso, questo è il messaggio che arriva. I ragazzi rimangono bravi ragazzi ma si atrofizzano. Le famiglie non ci sono più.

Luca Craia

sabato 8 dicembre 2018

La nuova sinistra dei ricconi si spella le mani per Mattarella alla Scala

Fa notizia l'ovazione riservata al Presidente della Repubblica Mattarella alla prima della scala di ieri sera. Fa notizia o, meglio, si vuole che faccia notizia in modo da dimostrare che il popolo è con il Presidente. Ma quel popolo che si spenga le mani per Mattarella non è certamente fatto di quegli operai che hanno sempre costituito l'elettorato di sinistra italiano, operai che, alla Scala, non sono mai entrati perché non possono permetterselo. Applaudire con veemenza il Presidente più politicizzato della storia della Repubblica Italiana c'è un popolo costituito di gente che può permettersi un biglietto da 2500 Euro, un popolo che è quanto di più distante da quello elettorato di sinistra storico che oggi non plaude né Mattarella né quella sinistra che, negli anni, si è talmente allontanata dal proprio Popolo da diventare una forza liberale e, a tratti, reazionaria.
Del resto, a sostenere le tesi politiche del PD, in gran parte c'è gente con pochissimi problemi economici, che vive nelle proprie dimore ovattate, ben protetta dai mali che affliggono il mondo e gli italiani meno fortunati di loro. Oggi vota a sinistra una classe sociale che non ha più nulla a che vedere con la classe operaia di un tempo, una classe sociale che non ha la minima idea di quali siano i problemi che l'italiano medio deve affrontare quotidianamente per sopravvivere. Sono questi che applaudono Mattarella. E sono pochi. In realtà, dentro il teatro della Scala, tutto sommato ci entrano poche persone.

Luca Craia 

Niente lutto a Montegranaro. Musica, majorette e un minuto di silenzio.

Non era obbligatorio aderire al lutto regionale per la tragedia di Corinaldo. È una questione di sensibilità, di cuore. A Montegranaro non si è sentita la necessità di usare quantomeno un tono più basso e sobrio per le celebrazioni previste per oggi. C'erta la banda, c'erano le majorette, c'erano amministratori sorridenti nonostante la scarsissima presenza di pubblico all'inaugurazione del giardino di via Della Repubblica. Si poteva benissimo procedere come da programma ma senza troppi festeggiamenti. Ma si è ritenuto di andare avanti come se nulla fosse lavandosi la coscienza con un minuto di silenzio che andrà anche bene allo stadio ma che non è sufficiente per restituire un'idea di compassione a chi non ha voluto manifestare in maniera concreta il proprio cordoglio. Va bene così, sono cose personali, tutto questo serve solo a inquadrare le persone.

Luca Craia 

Un cantiere in mezzo al presepe. Non si poteva attendere gennaio?

È comparso ieri, sul muro di una delle abitazioni private che si affacciano sulla Piazzetta delle Erbe, a Montegranaro, tra l'altro affisso senza chiedere alcuna autorizzazione al proprietario, un cartello che annuncia l'inizio dei lavori di ristrutturazione per lunedì 10 dicembre. Si parla da tempo della necessità di mettere mano a uno spazio come la piazzetta, ridotto in maniera ignobile nonostante si apra lungo la via principale del centro storico, Corso Matteotti. Finalmente il Comune si è deciso a ridare dignità a questo luogo, con un investimento esiguo, 34.000 Euro, che ci fa chiedere perché, se il costo è questo, non si è fatto prima. Ma fra cinque mesi si vota e questo spiega tutto.
Il problema è che Piazzetta delle Erbe è anche uno dei punti essenziali del percorso del tradizionale Presepe Vivente, che si svolgerà il 29 e il 30 prossimi. Aprire un cantiere a due settimane dall'evento appare azzardato, perché non è credibile che tutto possa essere finito in tempo. Mauro Lucentini è preoccupato e ha ragione: un cantiere edile in mezzo al Presepe non è solo brutto da vedersi ma anche un potenziale pericolo. Attendere la fine delle Festività per iniziare i lavori sarebbe stato saggio e logico.
I rapporti tra Amministrazione Comunale ed Ente Presepe non sono mai stati buoni, tutt'altro. Ricordiamo maldestri tentativi di ostacolarne l'esistenza da parte della Giunta, naufragati di fronte alla volontà popolare e all'amore che i Montegranaresi mettono nell'organizzare la manifestazione. Il dubbio che siamo di fronte all'ennesimo dispetto all'Ente Presepe, guidato da quel Lucentini che è anche capogruppo di opposizione per Viviamo Montegranaro e coordinatore provinciale della Lega, non è del tutto campato in aria. Speriamo prevalga il buon senso.

Luca Craia 

venerdì 7 dicembre 2018

Alessandrini difende Ceriscioli ma dimentica la discarica di fianco all’ospedale.


Fedele fino all’ultimo respiro, il segretario PD di Fermo, Fabiano Alessandrini, che oggi si scaglia contro Andrea Agostini, rampante esponente di FDI con aspirazioni dichiarate di un seggio in Regione, che nei giorni scorsi aveva fortemente (e opportunamente) contestato la politica regionale in fatto di sanità specie per quanto riguarda le scelte effettuate per il nuovo ospedale di Fermo. Difende a spada tratta il progetto del nuovo nosocomio, il cui lavori di costruzione stanno partendo, con la consueta caparbietà dell’uomo di partito, del resto ben remunerato visti gli incarichi prestigiosi conferitigli.
Non entro nel merito della questione, anche se, sull’ospedale di Fermo, si potrebbe aprire un dibattito lungo e potenzialmente sanguinoso, tra rischio di sprechi, dubbi sulla destinazione dei vecchi immobili e reale servizio al territorio. Mi soffermo, però, su un argomento che sembra sfuggire un po’ a tutti ma che anche Alessandrini, essendo uomo del Fermano, dovrebbe conoscere e prendere in considerazione: la discarica di San Pietro.
A 1,8 chilometri dal sito dove sorgerà il nuovo ospedale si trova la discarica di San Pietro, che insiste sul territorio di Torre San Patrizio e che, essendo satura la vasca originale, è in corso di ampliamento con una nuova vasca della capacità di 380.000 metri cubi. Ad aggravare la situazione c’è la porcilaia attigua con annessa centrale a biomasse. Per quanto tutto sia sicuramente a norma, la presenza di impianti che trattano materiale potenzialmente pericolosi a un tiro di schioppo da dove si curano malattie dovrebbe quantomeno creare qualche preoccupazione. Invece pare non se ne interessi nessuno, men che meno Alessandrini.

Luca Craia