Fedele fino all’ultimo respiro, il segretario PD di
Fermo, Fabiano Alessandrini, che oggi si scaglia contro Andrea Agostini,
rampante esponente di FDI con aspirazioni dichiarate di un seggio in Regione,
che nei giorni scorsi aveva fortemente (e opportunamente) contestato la
politica regionale in fatto di sanità specie per quanto riguarda le scelte
effettuate per il nuovo ospedale di Fermo. Difende a spada tratta il progetto
del nuovo nosocomio, il cui lavori di costruzione stanno partendo, con la
consueta caparbietà dell’uomo di partito, del resto ben remunerato visti gli
incarichi prestigiosi conferitigli.
Non entro nel merito della questione, anche se, sull’ospedale
di Fermo, si potrebbe aprire un dibattito lungo e potenzialmente sanguinoso,
tra rischio di sprechi, dubbi sulla destinazione dei vecchi immobili e reale
servizio al territorio. Mi soffermo, però, su un argomento che sembra sfuggire
un po’ a tutti ma che anche Alessandrini, essendo uomo del Fermano, dovrebbe
conoscere e prendere in considerazione: la discarica di San Pietro.
A 1,8 chilometri dal sito dove sorgerà il nuovo
ospedale si trova la discarica di San Pietro, che insiste sul territorio di
Torre San Patrizio e che, essendo satura la vasca originale, è in corso di
ampliamento con una nuova vasca della capacità di 380.000 metri
cubi. Ad aggravare la situazione c’è la porcilaia attigua con annessa centrale
a biomasse. Per quanto tutto sia sicuramente a norma, la presenza di impianti
che trattano materiale potenzialmente pericolosi a un tiro di schioppo da dove
si curano malattie dovrebbe quantomeno creare qualche preoccupazione. Invece
pare non se ne interessi nessuno, men che meno Alessandrini.
Luca
Craia