lunedì 10 dicembre 2018

Strage in discoteca: abbiamo un colpevole. Ora possiamo tacitare le coscienze.


Lo hanno trovato. Il ragazzo che ha spruzzato lo spray urticante e ha causato la strage di venerdì notte a Corinaldo è un quindicenne anconetano. Ora possiamo chiudere la questione, il colpevole c’è. Mandiamo il ragazzo a fare qualche lavoro socialmente utile per qualche mese, diamo una bella multa al proprietario del locale, magari glielo chiudiamo per qualche mese, e a posto, possiamo andare avanti come se nulla fosse accaduto.
Credo invece che qualche interrogativo dobbiamo porcelo e che questa bruttissima storia almeno debba servire a farci fare due conti con la coscienza, la coscienza di una società troppo incline all’autoassoluzione, dalla memoria corta e dai principi molto instabili. Dobbiamo ragionare, perché il ragazzo che ha spruzzato la sostanza irritante, oltre a essere un delinquente in erba e un assassino, è anche uno spacciatore. In casa pare gli abbiano trovato un paio d’etti di cocaina. Credo che un quindicenne che tiene in casa due etti di cocaina e che spruzza spray urticante per rubare catenine e cellulari sia un bello spunto di riflessione.
E da riflettere c’è molto, perché questo piccolo criminale segue in qualche modo la logica dei testi di quel forbito signore che tanti ragazzini erano andati a sentire, a Corinaldo. Sono testi in cui il messaggio è fare soldi e sballarsi, fare soldi senza farsi scrupoli su come li si fa, coi soldi sballarsi, comprare donne come fossero merci e ostentare la propria ricchezza. Quindi abbiamo dei genitori che acconsentono e addirittura accompagnano i propri figli a sentire uno che lancia messaggi di questo tipo.
Ma il fatto stesso che un quattordicenne o un dodicenne passi la notte in una discoteca, magari bevendo, magari consumando droghe, con i genitori che aspettano fuori a dormire in macchina e che comunque autorizzano tutto questo, è il segno evidente di una società malata e di una famiglia, base e fondamenta della società, che ha abdicato al proprio ruolo educativo, si è arresa al mercato, si abbandona ai voleri di chi ci vuole tutti storditi, senza valori, incapaci di critica e reazione. La generazione che sta crescendo in questi locali, ascoltando questi messaggi, è una generazione amorfa, in cui mancano i riferimenti, mancano i valori, manca il futuro. E il futuro, volenti o nolenti, è che questa generazione rimpiazzi la nostra e metta al mondo una nuova generazione. Se permettete, sono molto preoccupato.
Ma ora abbiamo il colpevole, e tutti questi pensieri brutti ce li possiamo togliere dalla testa. Possiamo lavarci la coscienza e smettere di farci domande, sempre che ce le siamo fatte. Non c’è colpa di quanto successo a Corinaldo nel trapper coi denti d’oro che doveva esibirsi e manco ci è andato. Ma la sue colpe sono altre, sue come parte di un sistema fradicio, putrido, puzzolente che sta massacrando una generazione intera, con qualche isolata eccezione. È la cultura dello sballo, del consumismo estremizzato, una cultura che porta a fregarsene di tutto il resto, a non porsi obiettivi, a non darsi alcun impegno nella società. Banconote, gioielli, droga e sesso, questo è il messaggio che arriva. I ragazzi rimangono bravi ragazzi ma si atrofizzano. Le famiglie non ci sono più.

Luca Craia