Lo hanno trovato. Il ragazzo che ha spruzzato lo spray
urticante e ha causato la strage di venerdì notte a Corinaldo è un quindicenne
anconetano. Ora possiamo chiudere la questione, il colpevole c’è. Mandiamo il
ragazzo a fare qualche lavoro socialmente utile per qualche mese, diamo una
bella multa al proprietario del locale, magari glielo chiudiamo per qualche
mese, e a posto, possiamo andare avanti come se nulla fosse accaduto.
Credo invece che qualche interrogativo dobbiamo porcelo e
che questa bruttissima storia almeno debba servire a farci fare due conti con
la coscienza, la coscienza di una società troppo incline all’autoassoluzione,
dalla memoria corta e dai principi molto instabili. Dobbiamo ragionare, perché il
ragazzo che ha spruzzato la sostanza irritante, oltre a essere un delinquente
in erba e un assassino, è anche uno spacciatore. In casa pare gli abbiano
trovato un paio d’etti di cocaina. Credo che un quindicenne che tiene in casa
due etti di cocaina e che spruzza spray urticante per rubare catenine e cellulari sia un bello spunto di riflessione.
E da riflettere c’è molto, perché questo piccolo criminale
segue in qualche modo la logica dei testi di quel forbito signore che tanti
ragazzini erano andati a sentire, a Corinaldo. Sono testi in cui il messaggio è
fare soldi e sballarsi, fare soldi senza farsi scrupoli su come li si fa, coi
soldi sballarsi, comprare donne come fossero merci e ostentare la propria
ricchezza. Quindi abbiamo dei genitori che acconsentono e addirittura
accompagnano i propri figli a sentire uno che lancia messaggi di questo tipo.
Ma il fatto stesso che un quattordicenne o un dodicenne
passi la notte in una discoteca, magari bevendo, magari consumando droghe, con
i genitori che aspettano fuori a dormire in macchina e che comunque autorizzano
tutto questo, è il segno evidente di una società malata e di una famiglia, base
e fondamenta della società, che ha abdicato al proprio ruolo educativo, si è
arresa al mercato, si abbandona ai voleri di chi ci vuole tutti storditi, senza
valori, incapaci di critica e reazione. La generazione che sta crescendo in
questi locali, ascoltando questi messaggi, è una generazione amorfa, in cui
mancano i riferimenti, mancano i valori, manca il futuro. E il futuro, volenti
o nolenti, è che questa generazione rimpiazzi la nostra e metta al mondo una
nuova generazione. Se permettete, sono molto preoccupato.
Ma ora abbiamo il colpevole, e tutti questi pensieri brutti
ce li possiamo togliere dalla testa. Possiamo lavarci la coscienza e smettere
di farci domande, sempre che ce le siamo fatte. Non c’è colpa di quanto
successo a Corinaldo nel trapper coi denti d’oro che doveva esibirsi e manco ci
è andato. Ma la sue colpe sono altre, sue come parte di un sistema fradicio,
putrido, puzzolente che sta massacrando una generazione intera, con qualche
isolata eccezione. È la cultura dello sballo, del consumismo estremizzato, una
cultura che porta a fregarsene di tutto il resto, a non porsi obiettivi, a non
darsi alcun impegno nella società. Banconote, gioielli, droga e sesso, questo è
il messaggio che arriva. I ragazzi rimangono bravi ragazzi ma si atrofizzano. Le famiglie non ci sono più.
Luca Craia