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giovedì 22 settembre 2016

Quanto costa la videosorveglianza?



14.730,00 € più IVA, questo è quello che ci costerà annualmente il servizio di videosorveglianza fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale, in particolar modo dalla parte politica in quota al vicesindaco Endrio Ubaldi. Il Comune di Montegranaro ha appena stipulato il contratto con la ditta SMARTYWAVES SRL di Roma. La cifra comprende la manutenzione online degli impianti e la dotazione, a titolo di sconto, di sei telecamere di video-sicurezza e altri accessori.
È una bella cifra, considerando che la spesa sarebbe annuale e che, quindi, con un quinquennio, per esempio, ci si potrebbe comprare il proiettore digitale per il cinema La Perla e pagarlo tutto intero, nemmeno a metà col gestore. Ma ci sono priorità e, soprattutto, equilibri politici da rispettare per cui guai a far arrabbiare il vicesindaco: spendiamo questi quasi 75.000 Euro.
Il problema è che non si capisce il vantaggio. Di soldi per la videosorveglianza ne sono già stati spesi parecchi e i risultati, al momento, non si vedono. Ora aggiungiamo un’ulteriore spesa: speriamo serva a far funzionare la cosa.

Luca Craia

venerdì 2 settembre 2016

Montegranaro, niente romanzo, una storiella criminale



Lo chiamano “Il Mesciato”. È un ragazzo marocchino, nella vita si occupa di spaccio di droga. Non so se faccia anche altro ma pare che sia uno spacciatore a chilometri zero, nel senso che, almeno il fumo, se lo produce da solo, dal seme alla canna. E pare che abbia pure roba di primissima qualità.
Il Mesciato è uno dei tanti, forse nemmeno quello più pericoloso. Le forze dell’ordino lo conoscono, sanno dove e quando opera. Ma possono farci poco, possono denunciarlo ma tanto resta fuori. A Montegranaro principalmente sono due le piazze dello spaccio: il Campo dei Tigli e il lavatoio di via Martiri D’Ungheria. Ma ce ne sono anche altre perché il mercato è fiorente. Il problema, in fin dei conti, non è dato tanto dal Mesciato ma dai suoi clienti. Perché Il Mesciato la sua merce la vende ai ragazzi di Montegranaro, mica ai marziani. Ed è qui che dovremmo preoccuparci, dei nostri giovani.
Poi ci sono gli atti criminali di diversa natura: furti in appartamento, furti nelle aziende, rapine in mezzo alla strada, molestie alle donne che vanno in giro da sole, atti vandalici di vario genere. Non passa giorno che non accada qualcosa di questo tenore. Piccoli reati, alla fine, che spesso neanche vengono denunciati, tanto che risolvi? Ed è questo senso di impunità che da un lato incoraggia questa piccola criminalità da quattro soldi, ma pericolosa come quella grande, e dall’altro deprime il comportamento civile, il senso sociale, la sicurezza. Ed è tutto collegato, guardate, lo spaccio e gli altri crimini appartengono allo stesso universo sommerso, che poi tanto sommerso non è.
Le telecamere volute da Ubaldi e dal fido Gaudenzi, per non citare la logorroica Strappa, sono state considerate fin dalla loro comparsa, ormai un anno e mezzo fa se non più, come la panacea di tutti i mali, la soluzione armagheddonica ai problemi di ordine pubblico paesani. Ma non siamo a conoscenza di alcun dato, mai stati pubblicati resoconti sull’efficacia del sistema, un elenco dei reati scoperti e degli autori assicurati alla giustizia grazie alla televisione via cavo del Vicesindaco. Ce li avranno, questi dati? E soprattutto: avranno mai ripreso Il Mesciato e i suoi degni compari in azione? Chissà.

Luca Craia

martedì 1 marzo 2016

Il paradosso dell’era della sorveglianza digitale



È paradossale questa impennata di criminalità nel fermano proprio nell’era della videosorveglianza. Un’impennata testimoniata quotidianamente dalle cronache locali che parlano di un susseguirsi preoccupante di atti criminosi, molti dei quali compiuti da stranieri, che contraddicono le rassicurazioni che giungono da tutori dell’ordine e politici. È paradossale perché, nel momento in cui si cerca di tranquillizzarci snocciolando dati sull’utilità della videosorveglianza, i fatti ci dicono che questa è pressochè inutile quando non dannosa.
Inutile, dicevo: anche se talvolta può aiutare nell’individuazione dei responsabili di atti vandalici o di piccoli gesti criminali, la videosorveglianza, se non è in tempo reale con la possibilità di intervenire tempestivamente durante il crimine, serve a ben poco. Né può essere considerata un valido deterrente in quanto il malvivente, ormai a conoscenza dell’esistenza delle telecamere, prenderà ovviamente le sue contromisure per non essere riconosciuto.
Dannosa. Lo è perché crea una sorta di alibi psicologico, una specie di convinzione di avere fatto quanto si poteva fare e, quindi, non sia necessario studiare nuove forme di tutela dell’ordine. E la mia impressione è che stia accadendo proprio questo: ci si è adagiati, si considera il monitoraggio video del territorio come la panacea di tutti i mali e non si pensa a come, magari, intensificare i controlli sul posto, i pattugliamenti, i controlli preventivi.
Le conseguenze le leggiamo sui giornali, con notizie ogni giorno più preoccupanti. E la gente comincia ad avere davvero paura. E a chiedere risposte che, al momento, non vengono o non convincono.

Luca Craia