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martedì 9 agosto 2016

La sindachessa-imperatrice e la politica del “faccio come mi pare”.



Ho vinto le elezione e per cinque anni faccio come mi pare. Pare sia questo il concetto che anima l’opera della nostra amministrazione comunale, un atteggiamento comune a molti amministratori che traspare dal comportamento, per esempio, di Roberto Basso nel fare approvare un Regolamento che il Consiglio Comunale non ha avuto nemmeno il tempo di discutere, o in quello di Aronne Perugini, nel portare in Consiglio Comunale il punto sulle retrocessioni forse mancante della documentazione prescritta dalla Provincia e oltretutto contenente retrocessioni che assomigliano a tutt’altra cosa.
Ma l’apice del “facciocomemipare” lo si tocca nella questione del progetto di viale Gramsci, dove Perugini impone la sua idea con un aut aut degno di regimi sudamericani e il Sindaco in persona, prendendo la parola in Consiglio Comunale, dice in maniera chiara: se vi sta bene è così, altrimenti i soldi li vado a spendere a Santa Maria. Un discorso da asilo nido. Ve lo cito testuale:
Molti amici di Santa Maria e di San Liborio mi dicono: guarda, abbiamo bisogno anche noi di asfalti, di giardini, non glieli spenne li sordi su al centro storico, no li spendete, no li vole! Non ce li spendete. Vi posso dire che qualcuno tra noi sta cominciando a dire: ma neanche un soldo!” Parola di Sindaco. Lo stesso sindaco che fa battute contro i 5 Stelle tirando fuori l’ex consigliere comunale e candidato pentastellato, non presente e che, quindi, non può nemmeno replicare. Che dire, complimenti.
Volevo ricordare alla dottoressa Mancini che essere eletti, soprattutto con una manciata di voti in più di chi ha perso le elezioni e rappresentando un terzo scarso di popolazione, non vuol dire ricevere la delega in bianco a fare quello che si vuole, specie quando, in campagna elettorale, si predica partecipazione e trasparenza. Vincere le elezioni non vuol dire diventare l’Imperatrice dell’Universo. Dottoressa Mancini, Lei non è l’Imperatrice dell’Universo, è solo il Sindaco di Montegranaro. Non è la stessa cosa.

Luca Craia

giovedì 28 luglio 2016

Io me li ricordo quelli della Torre Ascensore



Io me li ricordo quelli che non volevano la Torre Ascensore. Me li ricordo e mi chiedo: adesso dove sono andati a finire? Hanno nomi e cognomi, quelli che, nell’ormai lontano 2003, bloccarono i lavori di costruzione della Torre Zed e fecero lievitare i costi di costruzione, incluse sanzioni pesanti per le casse pubbliche. Questo ottennero, perché la Torre è lì, la vediamo tutti. Solo che è costata il triplo di quello che doveva costare. Intendiamoci: anche secondo me la torre è un cazzotto in un occhio, una roba che con Montegranaro e il territorio non ha nulla a che fare né da un punto di vista storico né stilistico. Ma andava bloccata per tempo, non a lavori iniziati. La solita brama di visibilità di personaggi ben noti, in quel caso e non solo in quello, è costata molto cara alla collettività.
Ma oggi, che l’Amministrazione Comunale rimette di nuovo le mani su viale Gramsci e piazza Mazzini con un progetto che non sarà vistoso e di grande impatto come il simbolo egizio di Gianni Basso ma che produrrà effetti nefasti sul centro e, a cascata, su tutto il paese, questi personaggi dove stanno? Che dicono? Che ne pensano? È gente esposta, fanno vita pubblica, scrivono, condividono, producono e divulgano idee. Qual è la loro idea a proposito di questo ennesimo oltraggio a Montegranaro e ai suoi cittadini? Silenzio.

Luca Craia

mercoledì 27 luglio 2016

Franceschetti ha ragione, l’appalto spetta al Comune. Ma…



Ci mancherebbe pure che, dopo che le associazioni montegranaresi si sostituiscono al Pubblico in quasi ogni settore, sopperendo ad ataviche e gravissime mancanze, adesso debbano pure assumersi la responsabilità di gestire appalti. Andrea Franceschetti, Presidente di Città Vecchia, ha ragione al mille per cento quando afferma che la gestione della ristrutturazione della torre civica spetta solo e soltanto al Comune di Montegranaro. La sua associazione ha raccolto i fondi e quanto basta, ora il cantiere deve andare in mano alla proprietà del bene e pare davvero assurdo il contrario. Anzi, è sorprendente che, ad oggi e coi soldi in mano, ancora il Comune non abbia mosso una paglia e, se è vero quello che afferma Franceschetti, ossia che non riesce nemmeno a dialogare con l’Ufficio Tecnico, siamo alle comiche. L’assessore al centro storico dov’è? Quello ai lavori pubblici? L’onnipresente assessore al quasi tutto? Troppo occupato a organizzare balli di gruppo?
Rimane, però, il dubbio su quanto ho scritto ieri, cioè sulla progettazione. Franceschetti afferma di aver “suggerito” il progettista che, guarda caso, è l’ex presidente di Città Vecchia Simone Pirro. Ora, se Città Vecchia avesse fornito il progetto “chiavi in mano” al Comune, compreso di costi di progettazione, e il Comune dovesse solo occuparsi della fase burocratica, compreso l’appalto e la messa in opera, Franceschetti avrebbe ragione fuori da ogni ragionevole dubbio. Ma, dato che il progetto, a quanto pare, lo dovrebbe pagare al Comune, il “suggerimento” mi pare un tantino una forzatura. Per un criterio di trasparenza politica, ferma retando la totale legalità della cosa, il progettista lo avrebbe dovuto scegliere il Comune, visto che lo paga con soldi pubblici. Solo che, inizialmente, si era capita un’altra cosa.

Luca Craia