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lunedì 23 maggio 2016

Sabato si inaugura la nuova ala della casa di riposo



Sono terminati i lavori di ampliamento del Residence per Anziani di Montegranaro, lavori importanti e onerosi, necessari per mettere a norma la struttura e per rendere il soggiorno degli ospiti più confortevole. È stato un grande impegno economico per il Consiglio di Amministrazione, con la collaborazione del Comune di Montegranaro, ma anche un impegno di tempo, come dice lo stesso Presidente, Lucio Melchiorri, che ha seguito personalmente l’andamento dei lavori con la stessa diligenza con cui dirige la sua azienda.  
Lucio Melchiorri
Sabato 28 maggio, quindi, alle 15.30 si inaugura l’ampliamento della struttura. Il programma è molto semplice: ci saranno gli interventi di rito dello stesso Presidente e del Sindaco, ci sarà la benedizione del Parroco e un buffet al quale è invitata tutta la cittadinanza. Credo sia motivo di orgoglio per Melchiorri aver portato a termine questo progetto, nonostante tante avversità e qualche trabocchetto politico al quale ha saputo reagire con stile e sobrietà. Ora che il suo mandato è davvero in scadenza, così come quello di tutto il Consiglio di Amministrazione, è giusto che riesca a prendersi questa soddisfazione.

Luca Craia

giovedì 28 maggio 2015

E la casa di riposo?



Se ne fece un gran parlare, nei mesi scorsi, con titoloni sui giornali, dichiarazioni bellicose del Sindaco, dell’onnipresente vicesindaco, di vari esponenti della maggioranza eccezion fatta per l’assessore ai servizi sociali che, pure, era forse il più titolato a parlare. Oggi, invece, sulla vicenda Casa di Riposo è calato il silenzio.
Ricordiamo le posizioni contrapposte, con l’amministrazione comunale decisa a sostituire il CDA e il presidente Melchiorri pronto a dare battaglia per difendere l’ultimo anno e mezzo di mandato che aveva ancora davanti. Accuse pesanti (mai circostanziate), dichiarazioni velenose e sempre quel pesante silenzio di Cristiana Strappa, competente in materia per assessorato ed ex consigliera dello stesso Consiglio di Amministrazione e, per questo, presumibilmente a conoscenza della situazione sia dal punto di vista del CDA stesso che dell’amministrazione.
Alla fine si giunse al diktat del Sindaco che stabilì motu proprio (si fa per dire) che il CDA sarebbe stato rinnovato coattivamente entro marzo. Marzo è passato da un pezzo e non si è saputo più nulla. Si sarà scordata, la Sindachessa, dei propri propositi? Saranno rientrati gli appetiti di poltrone di frange della maggioranza? Si sarà compresa l’enormità dell’errore, sia politico che mediatico, che si stava commettendo? Auguriamocelo. Ciononostante il danno è fatto e questa vicenda, già fino a ora, ha dimostrato ampliamente il sistema di ragionamento di chi detiene il potere e la smania sempre più forte di occupare quanti più spazi possibili. Non so quali fattori nuovi siano intervenuti per far desistere dal proposito, almeno a marzo, l’amministrazione comunale. Fatto sta che anche questo silenzio, questo modo di non parlare più delle cose sperando che la gente dimentichi non depone affatto a favore della tanto sbandierata trasparenza.

Luca Craia

sabato 14 febbraio 2015

L’opposizione che non c’era



Stupisco davanti all’affermazione del Presidente del Consiglio Walter Antonelli in quale, in un suo articolo pubblicato precedentemente su questo blog (leggi articolo), imputa al Presidente del CDA della Casa di Riposo, Lucio Melchiorri, la mancata osservanza dell’art. 6 lettera G dello Statuto della stessa Casa di Riposo. Tale articolo recita: “(il Presidente del CDA) almeno una volta l’anno, relaziona al Consiglio Comunale sulla corretta ottemperanza degli scopi statutari e sull’andamento delle attività”. Stupisco chiedendomi (e rispondendomi) a chi spettava l’osservanza di questa norma. E mi rispondo: spettava al Consiglio Comunale stesso convocare una volta l’anno il Presidente della Casa di Riposo per la relazione, in quanto lo stesso Presidente, essendo un comune cittadino, non ha diritto di parola in Consiglio Comunale se non espressamente convocato né può inserire punti all’ordine del giorno. Quindi inadempiente è stato il Consiglio Comunale che non lo ha mai convocato. E inadempiente è stata l’allora opposizione che non ha vigilato e richiesto a suo tempo l’osservanza del suddetto articolo.
Del resto l’attuale maggioranza dimentica spesso di essere stata per anni seduta dall’altra parte. Lo dimentica quando scopre improvvisamente che la situazione finanziaria del Comune non consente l’attuazione delle tante belle promesse fatte in campagna elettorale. Lo dimentica quando scopre che il palas è da mettere a norma, così come il cine-teatro. Lo dimentica quando scopre che c’è una frana enorme tra viale Gramsci e la circonvallazione che si sta portando via tutto il viale e che va sanata con urgenza. Lo dimentica quando vuole fare turismo con un centro storico disastrato e senza un centesimo per intervenire. Lo dimentica quando assegna le case popolari, quando non riesce a gestire il personale, quando si accorge (se se ne accorge) che il paese sta precipitando nel degrado sociale e urbanistico.
Mi domando, anzi, giro loro la domanda: dove eravate dal 2009 al 2014? E prima? Alcuni di voi addirittura erano colleghi di maggioranza delle amministrazioni precedenti il 2009. Non vi siete accorti di nulla? Che opposizione facevate?

Luca Craia

venerdì 13 febbraio 2015

Casa di riposo: nuove precisazioni di Antonelli.




Ricevo dal Presidente del Consiglio Comunale Walter Antonelli e pubblico integralmente.

Vorrei fare una puntuale quanto  serena disamina sulla Casa di Riposo, in modo tale che  non vi possano essere zone d’ombra su un importante servizio  erogato dal Comune agli anziani.  Sono cosciente che il mio intervento mirato a fare chiarezza, pur  facendo riferimento a documentazione pubblicata e quindi verificabile, mi espone ad attacchi faziosi di chi disconosce l’impossibile. Considerato che l’art. 6 lettera g dello statuto redatto e sottoscritto da molti componenti dell’attuale Cda recita che tra gli obblighi del Presidente”almeno una volta l’anno, relaziona al Consiglio Comunale sulla corretta ottemperanza degli scopi statutari e sull’andamento delle attività”. Durante la diatriba mediatica sulla scadenza del Cda, ricevevo notizia, da fonte attendibile, di una fattura anomala per importo sull’utenza metano e di una morosità consistente da parte di un ospite. Il giorno dopo mi recavo in Comune per verificare, attraverso le obbligatorie comunicazioni del Presidente, la fondatezza delle informazioni ricevute.  Con mia sorpresa, venivo a conoscenza che mai  in questi anni da parte del Presidente si era ottemperato a tali obblighi statutari. Decidevo quindi di rendere pubbliche tali notizie,  nella speranza di avere i chiarimenti dovuti.  Ottenevo solo le dure reazione del Presidente Melchiorri e di una parte politica  che sfociavano in minacce ed intimidazioni.  Melchiorri faceva un duro attacco per mezzo stampa dal titolo“Troppe menzogne, faccio chiarezza”. Nell’articolo, testualmente affermava riguardo la notizia  sull’ospite moroso “Notizia falsa, si tratta di un unico credito vantato dalla Casa di Riposo e relativo ad un ospite per il quale, stante l’impossibilità oggettiva di pagare e su sua richiesta scritta di dilazione del debito, è stata convenuta una rateizzazione della cifra che viene puntualmente rispettata ogni mese. Cosa avremmo dovuto fare? Lasciare un anziano in mezzo alla strada?”. Sulla fattura anomala Si tratta di una fattura di conguaglio regolarmente intestata alla casa di riposo relativa all’effettivo consumo. Per altro siamo riusciti ad ottenere un pagamento rateizzato con l’Eni senza alcun interesse moratorio”. Mi chiedo dove stanno le mie menzogne se poi lo stesso Presidente conferma la fondatezza dei fatti; forse se avesse ottemperato al suo dovere statutario di informare il Consiglio Comunale, non avrebbe dato adito alla diffusione di voci incontrollate. Io mi chiedo, per operazioni  che vedono in ballo diverse decine di migliaia di euro, che non possono essere considerate fuori dall’andamento dell’attività e che possono avere risvolti inimmaginabili, non si può tenere all’oscuro il Consiglio Comunale tanto più in  presenza di un obbligo statutario. Mi auguro che chi mi ha attaccato si ravveda  e chieda scusa a tutta la cittadinanza, spero che tutta questa cattiveria nei miei confronti non sia strumentale per sviare l’attenzione da gravi inadempienze.

Walter Antonelli

giovedì 29 gennaio 2015

Scoppia l’amore in Stranamore? Ce lo dirà la Casa di Riposo.



Vi ricordate quanti sconquassi, terremoti addirittura, preannunci di ecatombe c’erano stati durante i primi mesi di governo della Giunta Mancini? Che fine hanno fatto i malumori, i mal di pancia, le esternazioni feroci sui giornali (e su questo blog), gli intenti bellicosi, i voti semicontrari? Tutto rientrato? Tutti d’amore (stranamore) e d’accordo? Dubito.
Dubito perché i silenzi in politica parlano, a volte, più delle parole, specie quando seguono parole precise, specie quando, in certi ambienti, comunque le voci si ricorrono. C’è un confine temporale da superare per fare il vero test di tenuta della maggioranza e ci stiamo avvicinando a grandi passi: il rinnovo del Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo. Sarà un atto politico difficile, anche perché illecito nei tempi (il Consiglio di Amministrazione non è scaduto e c’è da augurarsi che il Presidente Melchiorri faccia valere le sue ragioni, sia per completare il buon lavoro fatto fino a oggi sia per ribadire un principio di legalità). Sarà difficile, però, soprattutto perché ci sarà battaglia per le nuove nomine. Anzi, probabilmente la battaglia è già in atto ma noi non lo sappiamo.
Un posto in Consiglio di Amministrazione è appetibile per molti, non tanto per gettoni o rimborsi quanto per il prestigio. E non solo: la Casa di Riposo muove persone, ospiti e dipendenti, può fare accordi economici importanti, gestire il personale in modi diversi. Può fare, in breve, politica a largo raggio, dove per politica si intende quell’insieme di meccanismi che esulano dal rapporto eletto/elettore. A volerlo più di tutti, pare evidente ma lo dicono anche voci insistenti, sembra siano il Presidente Antonelli e il solito gruppo di Ubaldi, non pago di aver già raccattato più di quanto il suo peso elettorale (per quanto ci si affanni a far credere il contrario) possa consentire. Si tratta di inserire uomini vicini in posti chiave; del resto la politica, quella antica, quella che faceva la vecchia Democrazia Cristiana (ma la faceva meglio), funziona così.
Ed ecco che si pacificano i ribelli: la De Luca, che fece quasi cadere la maggioranza sulla votazione per la variante Bisacci, sembra si sia in qualche modo accontentata. Antonelli e Ubaldi attendono il rinnovo delle cariche. E quando questo ci sarà, probabilmente, qualcuno resterà  scontento. Vedremo. Intanto c’è Basso (quello anziano) che è pronto a stampellare la maggioranza. In cambio di cosa non sappiamo, ma certamente non per scopi umanitari.
E il Pd? Sembra appagato dalla vicepresidenza di Perugini alla Provincia, non pare vogliano di più ma chissà, probabilmente qualche pretesa l’avranno anche loro. Sembra però che preferiscano lasciare gli scranni alti agli altri, se non altro proprio per sopire le intemperanze e i malumori e tenere insieme questo strano puzzle amministrativo.
E Sel? Incomprensibile, almeno per ora, il loro atteggiamento. Non sembrano della partita, non chiedono nulla, sono stati trattati a pesci in faccia e, ciononostante, rimangono “fedeli” alla loro maggioranza. Eppure questa maggioranza l’hanno fatta traballare fin dall’inizio. Eppure questa maggioranza non è propriamente inquadrabile in una politica di “sinistra”: non c’è collegialità, non c’è scambio con la cittadinanza, non c’è una politica sociale che possa essere definita tale. C’è, invece, una componente di destra molto forte. La domanda è: che ci fanno lì in mezzo?
Il rinnovo delle nomine è molto vicino: già a febbraio dovremmo cominciare a vedere i primi movimenti. Ci sarà da divertirsi? Probabile.

Luca Craia

domenica 14 dicembre 2014

La maggioranza menzognera



Mi domando a cosa serva, al di là delle opportunità politiche, degli appetiti da accontentare, dell’esigenza di poltrone, dell’improcrastinabile necessità di ristabilire equilibri interni. Mi domando perché si debba scendere alla menzogna, all’inventarsi le cose nel vero senso della parola, sapendo che non è possibile non essere smentiti. Va bene il delirio di onnipotenza che sembra affliggere gli amministratori ma era davvero impensabile che Melchiorri non rispondesse alla grande fandonia fatta pubblicare sul giornale da Sindaco e Vicesindaco. E la risposta non poteva che essere una smentita. E allora perché ridursi a questo? Perché cadere così in basso? Perché mentire alla cittadinanza?
La menzogna di un amministratore pubblico è gravissima. Tradisce la fiducia del cittadino e dell’elettore. Intacca l’integrità della figura di chi amministra che deve essere di specchiata onestà. Mentire è tradire. Politici che mentono cadono ovunque. Clinton subì un impeachment per aver mentito sul caso Lewinsky. La gente si dimette per aver detto bugie ai cittadini. Da noi si fa con estrema tranquillità e si pubblicano le menzogne sui giornali così, come nulla fosse.
Il caso della Casa di Riposo sta scendendo davvero troppo in basso. Dopo l’evidente tentativo di lottizzazione politica tipicamente da prima repubblica alla faccia del nuovo che avanza ora arriviamo alla menzogna che è forse la cosa più grave che un politico possa fare contro il proprio elettorato. Ora attendiamo le giustificazioni ma credo ci sia poco da giustificare.

Luca Craia

giovedì 11 dicembre 2014

Epilogo tignoso per la questione Casa di Riposo. È davvero tutto qui?



Da quello che leggiamo sul Carlino di oggi si direbbe che l’annosa e tristissima faccenda del rinnovo forzato del CDA della Casa di Riposo di Montegranaro sia giunta ad un epilogo salomonico che pare accontentare tutte le parti. Dico pare perché il giornale riporta solo le considerazioni dell’Amministrazione Comunale per cui mi piacerebbe sentire anche la controparte prima di mettere la parola fine. Prendendo però per buone le dichiarazioni di Sindaco e Vicesindaco pare che l’accordo, raggiunto nel corso di un incontro tra Amministrazione e Presidenza del Residence, definito “cordiale” dagli stessi (ci mancherebbe altro, non mi risulta che Lucio Melchiorri abbia mai picchiato nessuno né mi pare uomo incline a intemperanze verbali), preveda che il CDA vada a dimettersi a marzo subito dopo l’approvazione del bilancio. Praticamente il Consiglio uscente guadagna quattro mesi rispetto alla volontà del Comune ma ne perde una dozzina almeno rispetto alla scadenza dallo stesso indicata. Se la soluzione accontenta tutti, per quanto penalizzante per il CDA, va bene così.
Rimane il fatto che questa storia ha dimostrato che alcuni detti definiti qualunquistici in realtà dicono il vero, in particolare quando al bar diciamo “sono tutti uguali” stiamo asserendo un assioma politico verificato. L’amministrazione Mancini in campagna elettorale ha ripetutamente specificato la volontà di avvalersi di uomini scelti con criteri meritocratici e non per calcoli politici. In questo caso è avvenuto il contrario, cioè il calcolo è stato politico al 100% e, in base a questo calcolo, si sono buttati nel cestino (per non dire di peggio) competenze, meriti, lavoro svolto, progetti futuri e, soprattutto, il rispetto per gli uomini possessori di quanto sopra. Il motivo, per quanto si voglia dire e dichiarare, è evidentissimamente politico: puntellare la traballante stabilità di questa maggioranza dando ad ogni parte la possibilità di inserire i propri uomini in un luogo che, volenti o nolenti, a prescindere dall’esistenza di remunerazione, è luogo di potere. La dimostrazione è il ricompattamento temporaneo e improvviso della stessa maggioranza e il sopimento di tutti i mal di pancia registrati fino a ieri. Mal di pancia che, probabilmente, riprenderanno a marzo. La decisione di procrastinare di qualche mese la decisione, quindi, pare quanto meno opportuna e fa respirare la maggioranza per qualche mese. Ma, signori miei, se non è lottizzazione questa…
Interessante la chiusura dell’articolo del Carlino, dove Sindaco e Vicesindaco (non sappiamo chi dei due perché sembrano parlare in coro) affermano che la data di scadenza del mandato del CDA a marzo sarà stata superata “ad abundantiam”. “Ma non ci interessa”, dicono le due più importanti cariche cittadine. Sembra la vecchia storia popolare, che molti conosceranno, della moglie “ciaccapedocchi” che voleva sempre avere l’ultima parola. La sapete?

Luca Craia