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lunedì 5 ottobre 2015

L’amministrazione sfasciatutto




Riflettevo sull’articolo della Pravda di ieri riguardo la volontà del Comune di indire un bando per la gestione dell’area del Parco Fluviale. C’è da riflettere, effettivamente, perché gli scorsi anni il laghetto era diventato un bel giardino, frequentato e goduto da Montegranaresi e non, e tutto questo non costava niente o quasi alla collettività. C’era la Protezione Civile che lo curava amorevolmente come fosse l’orto di casa e c’erano tante associazioni che volontariamente e senza compenso alcuno organizzavano eventi. C’era anche la Proloco, alla quale, inizialmente, la maggior parte delle associazioni cittadine dava volentieri una mano.
Poi è venuto il commissario che, ravvisate alcune irregolarità, ha fatto recintare il laghetto. Infine è venuta la coalizione di Montegranaro Riparti ed è accaduto quanto segue:
- il laghetto è rimasto recintato;
- la Protezione Civile, nel frattempo, limitava al minimo le azioni. Il motivo non lo so ma posso immaginarlo;
- la Proloco perdeva piano piano l’appoggio di quasi tutte le associazioni, ben istruita da Sindaco e assessori vari, con le due/tre associazioni accreditate in comune (tutti sappiamo quali siano, non serve nominarle) a soffiare sul fuoco delle polemiche e a costruire muri contro muri. Ricordate la cacciata di Arkeo dalla settimana della cultura che aveva ideato e organizzato con la Provincia di Fermo. Risultato: dopo pochi mesi la Proloco moriva;
- la festa del 1 maggio 2015 saltava perché nessuno voleva infilarsi in un clima così avvelenato;
azioni politiche continue spaccavano le associazioni dall’interno; intanto si provava in tutti i modi a mettere i volontari gli uni contro gli altri, allo scopo evidentemente di favorire le solite associazioni amiche (e politicizzate).
Giungiamo così a oggi: il laghetto è una giungla impraticabile, come impraticabile sta diventando il panorama culturale montegranarese, senza assessore, senza Proloco, e con un clima tesissimo nel quale va a inserirsi anche la geniale idea dell’albo delle associazioni: inutile e pretenzioso pretesto per mettere naso e mani nelle associazioni stesse, chiedendo documentazioni come l’atto costitutivo (a che pro) e una relazione, udite udite, sulle attività svolte come se il Comune ne avesse in qualche modo parte.
Quale sia l’obiettivo di Ediana Mancini e dei suoi collaboratori appare oscuro. Quali siano i risultati di questa politica attuata fin da subito e mai abbandonata nonostante i risultati nefasti è evidente. Ora tocca pure fare il bando per gestire uno spazio cittadino che, fino a poco fa, era della città e gestito dai cittadini.

Luca Craia

mercoledì 29 aprile 2015

Laghetto aperto pro tempore. E la strada è tutta un buco.



Il Sindaco dice di non vedere tutto questo gran problema nell’ennesimo bugia detta e rimangiata a cui abbiamo potuto assistere tramite il giornale. Eppure di problemi ce ne sono molti, collegati a questa vicenda. Il primo è, ovviamente, il fatto che si raccontano cose non vere, per di più utilizzando i mezzi di comunicazione di massa. Se chi ci governa diventa uso alla menzogna come può il cittadino avere fiducia nelle istituzioni?
Secondo problema: l’uso che si fa delle associazioni. Sembra quasi che queste siano a servizio del governo cittadino. Sbagliato: le associazioni sono al servizio della città, non necessariamente di chi la governa (fatte le dovute eccezioni). Questo comporta che non è scontato che le stesse si prestino a giochini di questo tipo.
Terzo problema: il laghetto resterà aperto solo per il Primo Maggio? Mi pare di capire, dalle parole del sindaco, che non è prevista la fruibilità continua di questo spazio ma che questa sarà limitata a quel giorno e magari alla successiva domenica. Perché? Perchè non si è ancora pensato a mettere in sicurezza permanente l’area ma ci si è ridotti a lavorarci solo adesso (operai all’opera si sono visti solo stamattina)?
Ultimo problema: la strada. È completamente spaccata, ridotta a una mulattiera. Perché non si è predisposta un’asfaltatura anche di massima?

Luca Craia

domenica 12 aprile 2015

Il parco fluviale che torna alla natura

Ieri un lettore dell’Ape mi segnalava su Facebook che il laghetto del Chienti anche noto come “Parco Fluviale”, luogo dove, gli scorsi anni, i Montegranaresi erano usi a ritrovarsi nelle giornate della bella stagione, presenta attualmente qualche problema. Ecco il testo della segnalazione: “Ciao oggi pomeriggio visto il clima gradevole ho deciso di andare a fare 4 passi al lago del Torrione visto che negli anni passati era diventata ormai prassi comune. Ma con grande stupore o appurato che è stato chiuso con reti e lucchetti ai cancelli. Ovviamente chiuso all'italiana, perche passando da un sentiero verso il fiume si entra senza scavalcare nulla. Ovviamente all'interno l'abbandono sta prendendo il sopravvento visto che le erbacce arrivano al ginocchio. Il tutto credo si debba alla nuova giunta comunale dato che negli anni passati la manutenzione era continua e il luogo era frequentato da tanti, famiglie, ragazzi e pescatori”.
Così stamattina sono andato a verificare di persona e quello che ho visto non mi è parso così drammatico: il luogo è bellissimo, con i riflessi del paesaggio nell’acqua che sono davvero magici. Però è chiuso e non fruibile, anche se, come dice il nostro lettore, facendo un giro intorno al rudere di un capanno, si riesce a entrare senza problemi. All’interno non troviamo una situazione di degrado ma soltanto la natura che si riprende quel che è suo, una volta che l’uomo ha smesso di occuparsene.
Ho anche trovato una cinquantina di persone dedite a fare un picnic, gente probabilmente entrata come sono entrato io. Del resto è chiuso ma non ci sono divieti, per cui, se si trova un modo per passare senza scavalcare nulla non si fa nulla di male.
È un peccato che ancora non si sia provveduto a rendere il luogo fruibile: la bella stagione sta cominciando (oggi ci sono 20°) e la gente comincia a recarsi dove è abituata ad andare e questo posto è sempre stato meta di passeggiate e giornate all’aria aperta. Auguriamoci, quindi, che il Comune provveda quanto prima a tagliare l’erba e a riaprire i cancelli, restituendo questo posto magnifico ai cittadini.

Luca Craia

sabato 19 aprile 2014

Le lengueloghe e la festa del 1 maggio



Nel paesello (questo siamo, nel senso dispregiativo del termine) dove domina la chiacchieretta da bar, dove si fa politica con le maldicenze e campagna elettorale con falsità e ipocrisie, si supera ogni giorno il limite della decenza. Questa volta lo si fa con la fandonia del laghetto inutilizzabile per una fantomatica decisione del Commissario Prefettizio che, per quanto si affanni oggi a smentire sulla stampa, rimarrà sempre con il capro espiatorio di tutte le dicerie strumentali alla politica cittadina.
Si vuole far credere che Montegranaro, senza sindaco, sia una città bloccata, dove non si può più nemmeno fare la festa del 1 maggio. Si vuole far credere che, ad esempio l’anno scorso, sia stato proprio il sindaco a far sì che la festa si facesse, mentre il suo ruolo è stato del tutto marginale se non nullo. Si vuole far credere, e da molto tempo, che senza chi si assuma la responsabilità a Montegranaro non si può organizzare niente e che il Commissario queste responsabilità non vuole prendersele. Giustamente.
Prendersi la responsabilità di mandare al cinema qualche centinaio di persone con la sala non a norma non è fare un atto di generosità ma di irresponsabilità, così come mandare dei tifosi alla partita al vecchio palazzetto che, pare, è privo dei certificati antincendio. Fa bene il commissario a limitare i posti, ha fatto sempre male quel sindaco che, sapendo delle inadempienze, invece di rimediare derogava.
Inventarsi queste storielle in campagna elettorale è meschino, è da menti povere irrispettose delle menti degli elettori, e scandaloso. Lo è anche perché si sa che non c’è smentita che tenga, che quando un concetto si radica nella gente non c’è articolo di giornale che lo possa cancellare. Alcuni montegranaresi lo sanno bene, siamo il paese delle lenguelonge. È vergognoso ma è così.

Luca Craia