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martedì 29 novembre 2016

Allontanarsi sempre più dalla gente. La politica dell’altro pianeta.



È come se vivessero su un altro pianeta e da lì, tramite una plancia di comando piena di bottoncini luminosi da premere, governassero Montegranaro. Da quel pianeta non possono udire chi chiede aiuto, chi suggerisce proposte e soluzioni, chi semplicemente vorrebbe dialogare con chi comanda. E se qualcuno trova un sistema per far loro arrivare qualche messaggio, magari tramite apparecchiature siderali e fantastiche come i social network, è un ribelle, un disturbatore, uno stalker seriale che va punito ed esposto al pubblico ludibrio.
C’è un pulsante su quella plancia, c’è scritto “comunicazione”. Lo premono ogni volta che devono raccontare una storia diversa dalla realtà. Non può essere altrimenti: da lassù non possono conoscere la realtà, né hanno intenzione di rendersi informati. Quindi premono il pulsante e sganciano un comunicato, aggiustandosi le cose come meglio credono o come meglio fa loro comodo. C’è pure un omino che scrive queste cose e che usa anche lui quegli strumenti infernali chiamati social network perché ci capisce un po’ più di loro. Lo pagano per questo.
Così capita che, mentre c’è mezzo paese infuriato per i topi a scuola, per la mensa che fa schifo, per la scuola che rischia di cascare in testa ai bambini, loro premono il bottone con scritto “comunicazione” e l’omino si inventa una storiella e la sgancia sulla Terra. Loro si aspettano che la gente ci creda e, incredibile ma vero, c’è davvero chi ci crede. O fa finta di crederci.

Luca Craia

martedì 18 ottobre 2016

Comitato no. Vai avanti tu che mi vien da ridere.



Che vi devo dire: secondo me fa più ridere del famoso film di Lino Banfi, la situazione che si è creata a Montegranaro intorno al comitato per il no al referendum costituzionale, una situazione paradossale, pirandelliana, che distingue sempre di più il nostro paese per originalità e unicità ma anche per un particolarissimo modo di fare politica, sempre più distante dalla realtà, quasi che il mondo politico montegranarese fosse entrato in una delle porte dimensionali tanto amate dal Sindaco di sempre.
Nasce il comitato per il no e stop, nient’altro. La data del referendum si avvicina ma non è stata ancora predisposta alcuna iniziativa, nessun incontro, nessun dibattito, nessuno strumento di propaganda. Eppure a quello dovrebbe servire il comitato: fare propaganda. Ma, a quanto pare, non serviva a questo. Sarei davvero curioso di sentire i membri, Demis Ranalli, Fabrizio Zallocco, Paolo Petrelli, Jonata Pagliaricci, Anna Porfiri, Niccolò Venanzi e Rodolfo Petracci, come pensano di portare avanti la loro azione ora che manca poco più di un mese al voto. Certo che l’azione fin qui proposta è stata piuttosto evanescente, anzi, proprio invisibile e viene il sospetto che tutto questo avvantaggi il sì.
Già, perché essendoci già un autodichiaratosi comitato per il no, si fa fatica a costituirne uno nuovo, magari un po’ più operativo, che non sembri in contrapposizione, tanto più che, quello già esistente, è nato sotto l’egida di Forza Italia e, quindi, i forzisti superstiti di Montegranaro non ci pensano nemmeno a mettersi contro il potentissimo Ceroni che, nelle Marche, dentro Forza Italia pesa piuttosto e anzichennò. Quindi a destra silenzio, il comitato c’è anche se non c’è e con la coscienza siamo tutti a posto.
A muovere un po’ le acque ci hanno pensato i pentastellati suonando una sveglia inascoltata e usufruendo della fiera di San Serafino per provare, almeno loro, a spiegare le ragioni del no. Ma senza comitato. E anche loro non ci pensano nemmeno a creare un controcomitato, toccherebbe mettersi d’accordo con qualcun altro e la cosa non riesce benissimo al Movimento 5 Stelle. Privati cittadini che si muovano in autonomia? A Montegranaro? Ma scherziamo? Poi c’è chi si offende, chi si arrabbia, chi fa telefonate… lasciamo stare e campiamo tranquilli, tanto qualcuno di penserà.

Luca Craia

venerdì 1 luglio 2016

Quanto costa alla collettività il giornalino elettorale del Comune?



Un notiziario istituzionale dovrebbe fare un resoconto di quanto fatto, realizzato o iniziato a fare e di quanto di programma di fare nell’immediato futuro in maniera quanto più asettica possibile, proprio perché, in quanto istituzionale, non dovrebbe portare vantaggio politico ed elettorale a nessuno. Nel contempo dovrebbe prevedere spazi idonei a far conoscere il pensiero dell’opposizione. Infine sarebbe auspicabile dare voce anche alla società civile con apposite rubriche da affidare ad associazioni e altre realtà che operano sul territorio comunale.
A Montegranaro, invece, si è realizzato un bel prodotto elettorale senza che ci fossero le elezioni. Un bel giornalino in cui si tessono le lodi dell’amministrazione comunale, dove si perorano le cause da essa sostenute e dove non c’è spazio per altri pareri che non siano quelli di chi governa. Se i costi di questa operazione fossero sostenuti direttamente dalla maggioranza di governo, tramite esborsi personali o dei partiti che ci sono dietro, non ci sarebbe nulla da eccepire. Ma non è così. Paghiamo noi.
E paghiamo non poco. Il giornaletto patinato del Comune ci è costato 1626.80 euro, non si sa se con IVA o più IVA. Se vogliamo, non è una cifra astronomica, sono una dozzina di centesimi ad abitante e circa 20 a elettore. Ma con 1626.80 euro si potrebbe fare qualcosa di più utile al paese, per esempio una rampa di accesso per disabili, oppure si potrebbero cambiare le lampadine che, in gran parte, sono bruciate da due anni e più, o magari si potrebbero tagliare un po’ di erbacce in giro, o forse aiutare una famiglia in difficoltà.
Ma se proprio vogliamo spendere questi soldi per fare informazione politica, almeno si dia voce a tutti, in nome di quella trasparenza e di quella democrazia partecipata che era, quella pure, nel programma elettorale ma che non sembra proprio voler essere applicata.

Luca Craia