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martedì 18 ottobre 2016

Comitato no. Vai avanti tu che mi vien da ridere.



Che vi devo dire: secondo me fa più ridere del famoso film di Lino Banfi, la situazione che si è creata a Montegranaro intorno al comitato per il no al referendum costituzionale, una situazione paradossale, pirandelliana, che distingue sempre di più il nostro paese per originalità e unicità ma anche per un particolarissimo modo di fare politica, sempre più distante dalla realtà, quasi che il mondo politico montegranarese fosse entrato in una delle porte dimensionali tanto amate dal Sindaco di sempre.
Nasce il comitato per il no e stop, nient’altro. La data del referendum si avvicina ma non è stata ancora predisposta alcuna iniziativa, nessun incontro, nessun dibattito, nessuno strumento di propaganda. Eppure a quello dovrebbe servire il comitato: fare propaganda. Ma, a quanto pare, non serviva a questo. Sarei davvero curioso di sentire i membri, Demis Ranalli, Fabrizio Zallocco, Paolo Petrelli, Jonata Pagliaricci, Anna Porfiri, Niccolò Venanzi e Rodolfo Petracci, come pensano di portare avanti la loro azione ora che manca poco più di un mese al voto. Certo che l’azione fin qui proposta è stata piuttosto evanescente, anzi, proprio invisibile e viene il sospetto che tutto questo avvantaggi il sì.
Già, perché essendoci già un autodichiaratosi comitato per il no, si fa fatica a costituirne uno nuovo, magari un po’ più operativo, che non sembri in contrapposizione, tanto più che, quello già esistente, è nato sotto l’egida di Forza Italia e, quindi, i forzisti superstiti di Montegranaro non ci pensano nemmeno a mettersi contro il potentissimo Ceroni che, nelle Marche, dentro Forza Italia pesa piuttosto e anzichennò. Quindi a destra silenzio, il comitato c’è anche se non c’è e con la coscienza siamo tutti a posto.
A muovere un po’ le acque ci hanno pensato i pentastellati suonando una sveglia inascoltata e usufruendo della fiera di San Serafino per provare, almeno loro, a spiegare le ragioni del no. Ma senza comitato. E anche loro non ci pensano nemmeno a creare un controcomitato, toccherebbe mettersi d’accordo con qualcun altro e la cosa non riesce benissimo al Movimento 5 Stelle. Privati cittadini che si muovano in autonomia? A Montegranaro? Ma scherziamo? Poi c’è chi si offende, chi si arrabbia, chi fa telefonate… lasciamo stare e campiamo tranquilli, tanto qualcuno di penserà.

Luca Craia

mercoledì 2 marzo 2016

Micro e macro cosmi: Montegranaro specchio dell’Italia



Ho sempre sostenuto e continuo ad avere ampie dimostrazioni del fatto che il nostro piccolo microcosmo montegranarese rispecchi, in scala ridotta, esattamente il macrocosmo nazionale. Ne ricalca la mentalità, le dinamiche, le strategie. I nostri personaggi sembrano la caricatura rimpicciolita di quelli che si muovono nello scenario più ampio nazionale. È per questo, immagino, che molti lettori di questo blog che non vivono le nostre vicende e non ne sono coinvolti se ne appassionano comunque.
Ieri guardavo, sulla pagina Facebook di un’amica, la propaganda renziana a Roma, fatta di cartelloni che inneggiano ai presunti grandi risultati ottenuti dal nostro governo nazionale, che va ad aggiungersi a una campagna di informazione abilmente pilotata che esalta ogni minima azione del Primo Ministro e dei suoi sodali ma ne nasconde tutte le magagne, che sono tante. E pensavo: non è forse quello che fanno, in piccolo, a Montegranaro?
La strategia è la medesima, la politica la stessa. Proclami, autoesaltazioni, occupazione sistematica della stampa. Il Comune di Montegranaro sta producendo almeno un comunicato stampa al giorno, comunicando un nulla sostanziale, elencando liste di numeri e mistificando una realtà fatta di un’azione amministrativa pericolosamente pressappochista. E lo si fa occupando i giornali che quotidianamente pubblicano paginate di parole vuote per riempire spazi che, magari, potrebbero riportare un pericoloso dissenso. Con ogni evidenza, non è importante informare ma creare un’opinione. Si cerca di porre rimedio a un’immagine negativa fornita fino a poco tempo fa creando una coltre di fumo che disorienti l’elettore distratto, dando l’impressione che si stia ottenendo chissà quale risultato mentre la realtà è ben diversa. Questa di chiama propaganda di regime.
Con Renzi pare che questo sistema funzioni. Chissà se sarà lo stesso per la giunta Mancini?

Luca Craia

giovedì 17 settembre 2015

Le priorità dell’amministrazione Mancini



Nel gruppo di discussione dell’Ape, su Facebook, ci domandiamo spesso quali siano le priorità della nostra Amministrazione Comunale. Non sembrano affatto chiare, pare che si proceda a tentoni, che non ci sia un progetto ma soltanto interventi sparsi, molto spesso non urgenti, a volte inspiegabili a favore dei quali si tralasciano problematiche ben più pressanti. L’assenza di un progetto politico-amministrativo è cosa grave perché porta a enormi sprechi di risorse e innesca processi dannosi che diventano difficili da sanare anche in tempi lunghi.
Credo che il modus operandi apparentemente empirico della giunta Mancini abbia, invece, una linea politica chiara, e questa parte dal risultato elettorale niente affatto entusiasmante. La coalizione che governa Montegranaro ha conseguito una maggioranza di voti estremamente risicata, rappresentando poco più di un terzo dei votanti e, quindi, una minoranza di cittadini. In sostanza, già in partenza, il governo della città aveva due terzi di cittadini che non lo avevano votato. Nonostante il tifo calcistico dei supporter è evidente un deficit di consenso piuttosto preoccupante.
Da qui l’esigenza di acquistare consenso. E quest’esigenza sta dettando la linea politica del governo cittadino, una linea diretta alla promozione dell’immagine a discapito della sostanza. Si fanno scelte indirizzate esclusivamente all’apparenza, all’effetto scenico, e si tralasciano interventi sostanziali ma decisamente meno visibili come l’ordinaria manutenzione, la pulizia, il funzionamento della macchina amministrativa in genere. Inoltre si stanno occupando tutti i ruoli chiave della pubblica amministrazione nostrana, spostando dipendenti come fossero pedine, forzando incarichi, esautorando responsabili a favore di personaggi più accomodanti.
Questo è un atteggiamento estremamente pernicioso e causerà, perdurando, gravissimi danni alla città. E nulla fa presagire un’inversione di tendenza perché, nonostante gli enormi sforzi propagandistici, la popolarità e il consenso della Giunta Mancini sembra inesorabilmente in calo. I cittadini non sono stupidi e oggi sono molto più attenti che in passato, complici mezzi di informazione un tempo impensabili, come questo stesso blog. L’unico modo, quindi, di acquisire quel tanto agognato consenso sarebbe quello di governare bene e per il bene comune. Ma vaglielo a far capire.

Luca Craia