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martedì 27 settembre 2016

San Serafino: una festa da anni ‘50



Mi sarei aspettato di più, molto di più dalla festa patronale di Montegranaro di quest’anno. È arrivato a casa il solito programma, ho versato il mio solito piccolo obolo, e quando ho aperto l’opuscolo mi sono reso conto che ci sono cose davvero immobili: se nell’universo tutto ruota intorno a qualcosa, viene da pensare che ruoti intorno al Comitato Festeggiamenti di San Serafino, perché questo non si muove da decenni. Eppure ci sono stati innesti giovani, dovrebbe scaturire qualche idea nuova. Niente: c’è il cantante del sabato, ci sono le biciclette, le bancarelle, il “grandioso spettacolo pirotecnico”, persino Miss Mamma. Non c’è un evento collaterale, un’iniziativa un tantino più elevata culturalmente, non ci sono eventi che attirino giovani. È una festa vecchia, ferma ai canoni di cinquant’anni fa.
Quello che più mi rattrista, però, è che non c’è il loghetto delle donazioni per la ricostruzione post-terremoto, non per il loghetto, beninteso, per le donazioni. Si era vociferato della possibilità di tagliare qualche spesa superflua, come i fuochi artificiali, che potevano essere ridotti, per donare la somma risparmiata, ma niente, nemmeno un’iniziativa che possa raccogliere fondi. Eppure di soldi ne arrivano tanti o, quantomeno, immaginiamo sia così, e immaginiamo che tanti ne siano arrivati nel passato. Non possiamo saperlo con certezza perché non è mai stato pubblicato un bilancio o un resoconto del movimento economico legato alla festa, ma è facile supporre che ci sia e che sia cospicuo. Sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più, ma niente. Peccato, sarà per l’anno prossimo.

Luca Craia

mercoledì 7 settembre 2016

Irene Fornaciari per San Serafino. Spese ridotte. Per i terremotati?



Sarà Irene Fornaciari la cantante del tradizionale concerto del Sabato sera per San Serafino. Non c’è la comunicazione ufficiale ma voci attendibili danno per certo l’ingaggio della figlia di Zucchero per l’evento clou della festa patronale montegranarese. Si tratta di una brava cantante, con una voce potente ma senza repertorio o quasi e, quindi, ci si augura che costi poco e che quello che si risparmia possa essere utilizzato bene. È anche un passo verso quello che in molti si aspettano, ossia l’ammodernamento della festa del Santo Patrono che ormai mostra evidenti segni di età, vuoi per l’anagrafica incontestabile di buona parte del comitato organizzatore, vuoi per una mancanza di nuove idee piuttosto evidente. Un piccolo passo perché, per rendere la festa più adatta ai tempi, le iniziative da prendere sono ben altre; ma prendiamolo come un segnale.
Pare che si stia anche valutando l’idea di limitare il costo dello spettacolo pirotecnico per destinare la somma risparmiata ai fondi a sostegno delle popolazioni terremotate. Sarebbe un bel gesto, soprattutto se andasse a unirsi allo sforzo organizzativo che le associazioni aderenti all’Ente Presepe stanno compiendo per organizzare eventi diretti alla raccolta di fondi per lo stesso scopo.
Limitare i costi di certi elementi della festa tradizionale sarebbe un bene a prescindere dall’emergenza di questo ultimo periodo, e lo abbiamo detto più volte in queste pagine. Si potrebbero risparmiare soldi per sanare l’incresciosa situazione della casa natale di San Serafino che versa in condizioni pietose e indegne per una cittadina che professa devozione al Santo che vi nacque. Intanto per quest’anno è giusto aiutare chi ha più bisogno, per gli anni a venire pensiamoci.
C’è ancora tempo per conoscere il programma definitivo della festa, ma questa credo sia una notizia da accogliere con un certo favore.

Luca Craia

venerdì 26 agosto 2016

Il dibattito alla festa de l’Unità



dibàttito s. m. [der. di dibattere]. – Discussione alla quale prendono parte i partecipanti a un’assemblea, a una seduta, a una riunione pubblica o privata, e nella quale si contrappongono e valutano idee e opinioni diverse in merito a determinati argomenti proposti o a decisioni da prendere (vocabolario online Treccani).
Prendendo per buona la definizione data dalla Treccani, salvo nuovi sviluppi dall’Accademia della Crusca, possiamo affermare che alla Festa dell’Unità ci sarà dibattito? No, perché parleranno solo persone che illustrano un solo punto di vista.
Ci sono luoghi dove si discute e luoghi dove si informa. Da quello che vediamo, la Festa de L’Unità montegranarese sarà un luogo dove il PD informerà la gente circa le linee del partito e il pensiero dei suoi dirigenti. È una cosa buona, ben inteso, ma non chiamiamolo dibattito.
In questo blog, per esempio, non c’è dibattito. C’è l’esposizione del mio pensiero e chi sia interessato a conoscerlo, per chissà quale motivo, può aprire queste pagine e informarsi di quello che penso. Ma non si dibatte, qui. Eventualmente c'è il gruppo di discussione.
Come ho detto, è assolutamente legittimo che alla Festa de L’Unità si faccia propaganda e si faccia vetrina sulle idee del partito che organizza l’evento. Però ci saremmo aspettati di più dal partito che, in campagna elettorale, parlava di partecipazione come di un concetto fondamentale sul quale basare il proprio operare. Abbiamo visto che, a livello amministrativo, la partecipazione l’abbiamo solo sentita nominare. Alla Festa de L’Unità sono quasi tutti iscritti e simpatizzanti del PD, e quelli che vanno lì solo per mangiare (perché si mangia davvero bene) sono probabilmente poco interessati alla politica. Quindi sarebbe stato auspicabile che si aprisse il dibattito almeno all’interno del proprio “popolo”, che si facesse partecipare questo “popolo” alle decisioni prese e a quelle ancora da prendere.
Non lo faranno, a quanto si è capito, e va bene così. Ne prendiamo atto. Basta che poi non si diano lezioni di democrazia agli altri.

Luca Craia