venerdì 4 marzo 2016

Il ricorso sui rifiuti. La politica del fare (errori)



La saggezza popolare dice che chi non fa non sbaglia e che, quindi, quando si opera si possono commettere degli errori. Il problema è che quando si sbaglia quasi tutto pur facendo quasi niente c’è evidentemente qualcosa che non va. La faccenda dell’appalto dei rifiuti è stata nebulosa fin dall’inizio: ritardi lunghissimi per l’apertura delle buste, sospetti e voci di corridoio su presunti errori nel bando, reticenze nel rispondere alle richieste di accesso agli atti, trasmissioni di documenti ufficiali tramite Whatsapp. Ora arriva il ricorso di una delle ditte che hanno partecipato e non vinto. Quando le cose nascono male…
Non voglio sospettare la malafede, anche se sarebbe legittimo, vista la sequenza infinita di comportamenti difficili da spiegare, ma che ci sia stata superficialità e un modus operandi poco limpido sta sotto gli occhi di tutti. Ora si aprono scenari in cui tutto è possibile, dalla rapida soluzione del ricorso con un nulla di fatto al blocco dell’assegnazione dell’appalto. L’ipotesi peggiore sarebbe apocalittica per Montegranaro è forse sarebbe bene iniziare a pensare a come cavarsela nel caso si verifichi.
Rimane una forte perplessità sulla gestione di tutta la faccenda. È curioso, infatti, che proprio lo schieramento che aveva fatto della trasparenza il suo motto in campagna elettorale ora si trovi in questi pasticci proprio per la mancanza di trasparenza. A che pro, poi, se prendiamo per assunto che non ci sia stata malafede, non si capisce. Sempre che non ci sia stata malafede.

Luca Craia

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