lunedì 27 maggio 2019

Elezioni Europee a Montegranaro. Ottimo risultato per Lega e Lucentini ma non basta per entrare in parlamento.


È schiacciante la vittoria della Lega a Montegranaro. Il partito di Salvini, nel paese di Mauro Lucentini, coordinatore provinciale, ottiene uno stupefacente 54,87%, 4.022 voti complessivi, un risultato davvero pesante. Il secondo partito in paese è il Movimento 5 Stelle che ottiene 1.196 voti equivalenti al 16.32% dei votanti. Terzo il PD, con uno scarsissimo 13.40% e 982 voti complessivi. Una debacle.
Lucentini è il candidato Lega più votato nelle Marche. Ottiene 13.735 preferenze complessive di cui 11.965 nella propria Regione, un risultato pregevolissimo che, però, non gli dovrebbe valere l’elezione. Ottimo il risultato anche in Provincia, dove ottiene 5.221 preferenze, buono a Montegranaro, dove però le preferenze sono 1.990, meno della metà dei voti di lista, segno che non tutti gli elettori Lega montegranaresi hanno espresso la propria preferenza per il proprio concittadino. Peccato.
In ogni caso il risultato rimane ottimo e Lucentini ha di che essere fiero, dato che nel suo territorio e con la sua guida la Lega ha ottenuto risultati ampliamente migliori rispetto a quelli già ottimi a livello nazionale. Ora attendiamo lo spoglio delle schede per l’elezione del Sindaco, i cui risultati dovrebbero essere noti nel pomeriggio.

Luca Craia

venerdì 24 maggio 2019

Ultime ore di campagna elettorale. Vinca il migliore e perda il peggiore!


Finisce questa estenuante campagna elettorale, faticosissima anche per me che non ho alcun ruolo se non quello di cittadino che osserva e dice la sua opinione. È stata faticosissima perché ho messo a disposizione i miei spazi ai cittadini e i cittadini li hanno utilizzati, e questo è faticoso da gestire. Sono sempre arrivate segnalazioni di cose che non vanno, ma in questo ultimo periodo sono decuplicate: messaggi, foto, richieste di interessamento per questo o quel luogo del paese, telefonate. E poi gli insulti consueti, la moderazione dei commenti, i comunicati stampa, gli argomenti da trattare, tanti in campagna elettorale. Tutto questo finisce oggi, con gli ultimi comizi di stasera. Grazie a Dio.
Ho fatto campagna elettorale, è vero. Del resto, non faccio informazione: chi si informa tramite questo blog sbaglia, perché per informarsi bisogna comprare il giornale. Questo è uno spazio personale dove scrivo quello che penso, e penso che la priorità per Montegranaro questa volta sia cambiare amministrazione, perché la compagine che ha amministrato in questi ultimi cinque anni è stata disastrosa, dannosa, pericolosa e ha segnato in negativo il paese producendo una spaccatura sociale che sarà difficilissima da sanare.
Parimenti credo che il progetto di Gastone Gismondi sia un buon progetto e che la squadra che si presenta candidata sia un’ottima squadra, tanto che io stesso non so ancora a chi darò la preferenza nell'imbarazzo di dover scegliere. Chi fa paralleli con l’amministrazione Gismondi del 2009 sbaglia: erano altri tempi, c’erano altri uomini, c’era un contesto che ora è molto cambiato. E anche Montegranaro ha bisogno di cambiare. Sono sicuro che queste persone, se elette, sapranno dare una spinta al cambiamento, con le loro idee, le loro competenze, la loro passione.
Ma sono sicuro più di ogni altri cosa che, se vincerà Gismondi, cesserà questa tensione, questa paura, questo odio che percorre le vene del paese. Sono certo che cesserà la cattiveria che ha contraddistinto ogni azione della passata amministrazione. Sono sicuro che amministreranno rappresentando tutti cittadini, non solo i propri elettori, e che faranno l’interesse di tutti. Sono sicuro che sapranno ascoltare la gente e capire le loro esigenze reali, le loro priorità, sono sicuro che non si chiuderanno in una stanza a prendere decisioni, noncuranti delle istanze, delle lamentele, delle richieste di aiuto di cittadini, imprenditori e commercianti, come è accaduto in questi ultimi cinque anni.
Per questo mi sono schierato così apertamente. Spero che lunedì ci sveglieremo in una Montegranaro che guarda al futuro con una diversa prospettiva, più serena, più costruttiva. Montegranaro non può permettersi altri cinque anni come quelli appena trascorsi, imploderebbe.
E da stanotte silenzio per tutti. Anche per me, che non sono tenuto. Domani parliamo d’altro.

Luca Craia


Blizzard. È tornata la tempesta!


Tutto nasce dal sogno di due ragazzini, che imbracciano una chitarra con cinque corde e le meccaniche rotte, un paio di bonghetti con le pelli sintetiche e il rivestimento glitterato verde e si mettono in testa di fare musica. Due ragazzini a cui non è mai piaciuto essere normali, convenzionali, omologati. Due ragazzini che si sono sempre capiti tra loro senza tante parole, con uno sguardo era già tutto chiaro. Due ragazzini che esploravano il rock e poi decisero che, in quel mondo, ci sarebbero entrati. Quando a questi due strani tipi se ne sono aggiunti altri due, altrettanto strani, sono nati i Blizzard. Era il 1982 quando registrammo in nostro primo nastro: la prendiamo come data di fondazione.
Ci siamo divertiti come matti durante gli anni 80, poi ci siamo presi una pausa di riflessione. Una lunga pausa, più di trent’anni, un record. La pausa è stata interrotta da una chiamata di Uliano, l’anno scorso. Uliano è il leader, è quello che ha il progetto in testa e che, quando ce l’ha, piglia e lo porta fino in fondo. Uliano l’anno scorso ci ha chiamati perché aveva un progetto, e lo voleva fare con quel gruppo di ragazzini degli anni ’80. Quel progetto ora è stato realizzato. C’è un pezzo pronto, finito. Ora gireremo anche il video. Sono tornati i Blizzard.
Non vogliamo diventare famosi come non volevamo diventarlo allora. A noi interessava fare musica e anche stavolta ci siamo trovati per fare musica. Si è rinnovata l’alchimia di allora, quel parlarsi e capirsi con un’occhiata, quel sapere esattamente quello che l’altro vuole fare e andargli dietro. Tre cinquantenni che tornano ragazzi, un volo ad ali spiegate lungo trent’anni, un ritorno a quella casa di campagna che diroccammo con le vibrazioni del nostro rock. Il tutto, per ora, è racchiuso in un pezzo musicale di tre minuti e mezzo, tirato, cattivo, un pezzo che dà la scossa, come piace a noi. Che succederà poi non lo sappiamo. Vedremo. Prendiamo le cose per quelle che sono, per come vengono e come ci vengono. Questa ci è venuta bene ma, soprattutto, si è rinnovata una magia.

Luca Craia