Non so come abbia fatto il calcolo Il
Sole 24 Ore per dire che a Montegranaro gli occupati sarebbero il 68,43% della
popolazione tra i 15 e i 64 anni. È un dato strano, in contraddizione con i dati
storici. Basti pensare che, nel 1991, periodo molto più florido dell’attuale,
il tasso di occupazione era del 54% (CENSIS) e nel 2011 era sceso al 52,4%. Con
la crisi, il numero importante di aziende chiuse e le difficoltà che tutti
conosciamo, un dato del genere o fa tirare un sospiro di sollievo di quelli che
ti fanno decollare oppure ti fa venire qualche dubbio. Sarebbe interessante,
per completezza di informazione, visualizzare il dato odierno confrontato con
quelli passati, in modo di avere un’idea più precisa dell’andamento del mercato
del lavoro reale.
Al di là di tutti i dubbi, però, rimane
la realtà che non è per niente rosea come viene dipinta dal Sole 24 Ore e dal
Corriere Adriatico di oggi: le fabbriche chiuse le conosciamo, la gente che si
sta reinventando un lavoro per sopravvivere pure. Stiamo assistendo a forte
decremento demografico che dovrebbe essere un campanello di allarme assordante,
ma facciamo finta che vada tutto bene, soprattutto ora che ci sono le elezioni.
Non va tutto bene, la gente lo sa e non è confortandoci coi numeretti che
possiamo risolvere i problemi. Servono soluzioni, le soluzioni vanno chieste
alle istituzioni nazionali ma anche l’istituzione Comune, nel suo piccolo, può
intervenire. Negli ultimi cinque anni il Comune di Montegranaro non ha fatto
nulla per sostenere il comparto industriale cittadino. Speriamo che ora non ci si
racconti che va tutto bene.
Luca
Craia