mercoledì 17 aprile 2019

Ritorno al Futuro. La Strada Giusta comincia la campagna elettorale. Dal 2014.


Hanno governato per cinque anni facendo opposizione all’opposizione, usando la dietrologia come arma di distrazione di massa, continuando a raccontarci di debiti e dissesti finanziari mentre spendevano milioni di Euro in cose fondamentalmente inutili tralasciando le vere priorità. Per questo non è per niente sorprendente che la campagna elettorale del 2019 si occupi di cose relative al 2014. Con una sorta di macchina del tempo, la pagina Facebook di La Strada Giusta, il nuovo nume della compagine che sostiene la candidatura a sindaco di Ediana Mancini, parte a spada tratta contro l’Amministrazione Gismondi… di cinque anni fa.
È un curioso modo di cercare di convincere gli elettori che si farà bene perché, visto che si è governato Montegranaro per cinque anni, non si può certo imperniare la campagna elettorale sulla critica al governo uscente: il governo uscente sono loro. Ma, siccome sembra che i nostri siano più avvezzi alla critica che alla proposta, non potendo criticare se stessi, criticano l’operato della giunta insediatasi dieci anni fa. Quando si dice guardare al futuro.
Credo che gli elettori siano più interessati alle proposte per il futuro piuttosto che a questioni trite, discusse e analizzate. Speriamo di vedere presto il programma elettorale di La Strada Giusta perché, se i temi che caratterizzeranno la campagna elettorale di questa lista saranno quelli trattati in questi giorni, sarà difficile farsi un’idea di cosa ci aspetta nel caso vincessero loro. Ma un’idea, in realtà ce l’abbiamo, li abbiamo visti all’opera per cinque anni. E l’idea non mi pare per niente buona.

Luca Craia

Che c’entra Notre Dame col terremoto?


Cosa c’entra Notre Dame col terremoto? Niente, proprio niente. E proprio per questo, recriminare sul fatto che ci sia tanto interesse mediatico, politico e di solidarietà per la ricostruzione della cattedrale parigina dopo il devastante incendio dell’altro giorno, oltre a essere puerile, è controproducente. Nessuno impedisce ai potenti, agli imprenditori, ai politici e alla gente comune di sentire un moto di solidarietà verso i Parigini e di voler contribuire a un veloce recupero di un immenso patrimonio dell’umanità e, nel contempo, di provare la stessa empatia per i terremotati e per il Centro Italia che da tre anni aspetta risorse ma, soprattutto, decisioni che facciano partire la ricostruzione post sisma.
Una cosa non esclude l’altra, è lampante. Così come è lampante, ormai assodato, che la ricostruzione non ripartirà, che si saranno ampie zone che non verranno ricostruite, che si vuole gran parte del territorio colpito dal terremoto desertificato e privo della vigilanza della popolazione. Ma in tutto questo Notre Dame non c’entra nulla, e continuare col pianto disperato da dietro a una tastiera serve solo ad allontanare la causa dei terremotati dal comune sentire, dalla sensibilità dell’opinione pubblica, fornendo ulteriori alibi a chi ha deciso per il mutamento radicale della società terremotata.
I terremotati sono arrabbiati, ci mancherebbe altro, ma finora hanno dimostrato una totale incapacità di aggregazione, di formare un fronte comune. Ed è questo il problema principale: ci si lamenta ma non si agisce o si agisce male. E si sbagliano gli obiettivi, come in questo caso. Notre Dame, i Francesi, chi vuole essere di aiuto per la cattedrale, non c’entrano niente con la politica che sta condannando il centro del Centro Italia alla desertificazione. Continuando a sbagliare mira, si dà campo libero a chi persegue questo obiettivo, che si frega le mani insieme a chi, anche tra gli stessi terremotati, col terremoto ha trovato un’occasione.

Luca Craia

 Foto: Corriere.it

martedì 16 aprile 2019

Sardini riempie il Durastante e mostra i muscoli. A Monte San Giusto l’alternativa sembra forte nonostante la concorrenza interna.


Oltre 300 persone, poltroncine piene e gente in piedi al Durastante di Monte San Giusto per la presentazione della candidatura di Giuseppe Sardini e della lista che lo sostiene alle prossime elezioni amministrative. Sardini, imprenditore e direttore commerciale di una nota azienda calzaturiera, è il candidato sindaco de Il Loggiato, una coalizione civica riconducibile al centro destra, sostenuto fortemente dalla Lega e dall’UDC ma anche da numerose realtà sociali indipendenti dalla politica. La sia proposta è alternativa all’attuale governo del paese, al quale non ha mai lesinato critiche nemmeno quando di candidarsi nemmeno di pensava.
Riempire un teatro non è cosa facile di questi tempi, e riuscirci è un segnale di forza notevole, una forza che pare esserci nonostante la concorrenza a destra della terza lista, quella voluta da Fratelli d’Italia e Forza Italia, con evidenti scarse possibilità di vittoria ma la possibilità tutt’altro che remota di disperdere i voti di chi vorrebbe cambiare amministrazione, rischiando così di vedere riconfermata l’attuale maggioranza. Sardini non sembra temere questa eventualità e l’impressione, così, a spanne, vedendo quanta gente c’era in teatro, è che ce la possa fare nonostante questo.
L’atteggiamento della destra berlusconiana, in questa fase, nelle Marche è qualcosa di incomprensibile. A Monte San Giusto come a Montegranaro nascono liste che, se non hanno un intento dichiarato portano comunque alla conseguenza di danneggiare la lista principale, favorendo di conseguenza il centro-sinistra e il PD. A che pro, non si capisce. E, se a Montegranaro possiamo spiegare molto con l’antica inimicizia tra la Marcozzi e Gismondi, a Monte San Giusto la cosa sembra inspiegabile. Ma ai trecento e passa del Durastante pare importi poco.

Luca Craia