mercoledì 17 aprile 2019

Che c’entra Notre Dame col terremoto?


Cosa c’entra Notre Dame col terremoto? Niente, proprio niente. E proprio per questo, recriminare sul fatto che ci sia tanto interesse mediatico, politico e di solidarietà per la ricostruzione della cattedrale parigina dopo il devastante incendio dell’altro giorno, oltre a essere puerile, è controproducente. Nessuno impedisce ai potenti, agli imprenditori, ai politici e alla gente comune di sentire un moto di solidarietà verso i Parigini e di voler contribuire a un veloce recupero di un immenso patrimonio dell’umanità e, nel contempo, di provare la stessa empatia per i terremotati e per il Centro Italia che da tre anni aspetta risorse ma, soprattutto, decisioni che facciano partire la ricostruzione post sisma.
Una cosa non esclude l’altra, è lampante. Così come è lampante, ormai assodato, che la ricostruzione non ripartirà, che si saranno ampie zone che non verranno ricostruite, che si vuole gran parte del territorio colpito dal terremoto desertificato e privo della vigilanza della popolazione. Ma in tutto questo Notre Dame non c’entra nulla, e continuare col pianto disperato da dietro a una tastiera serve solo ad allontanare la causa dei terremotati dal comune sentire, dalla sensibilità dell’opinione pubblica, fornendo ulteriori alibi a chi ha deciso per il mutamento radicale della società terremotata.
I terremotati sono arrabbiati, ci mancherebbe altro, ma finora hanno dimostrato una totale incapacità di aggregazione, di formare un fronte comune. Ed è questo il problema principale: ci si lamenta ma non si agisce o si agisce male. E si sbagliano gli obiettivi, come in questo caso. Notre Dame, i Francesi, chi vuole essere di aiuto per la cattedrale, non c’entrano niente con la politica che sta condannando il centro del Centro Italia alla desertificazione. Continuando a sbagliare mira, si dà campo libero a chi persegue questo obiettivo, che si frega le mani insieme a chi, anche tra gli stessi terremotati, col terremoto ha trovato un’occasione.

Luca Craia

 Foto: Corriere.it