giovedì 3 gennaio 2019

I cittadini di Montegranaro puliscono il centro storico. Domenica 13 gennaio “Puliamo noi”.


Ha sempre risposto picche, l’Amministrazione Comunale di Montegranaro, alle richieste del Comitato “Paese Mio” di avere un incontro per instaurare una collaborazione costruttiva basata sull’analisi diretta dei cittadini della questione del centro storico. L’Assessore Beverati continua a parlare di una collaborazione con le associazioni Arkeo e Il Labirinto, una collaborazione interrotta ormai da mesi, e di dialogo coi cittadini ma, quando sono i cittadini (il comitato Paese Mio è composto da circa 25 cittadini) chiedono un confronto, l’Assessore neanche risponde, trincerandosi dietro a un progetto, costato 10.000 Euro alla collettività, di cui, però, nessuno sa nulla.
Intanto il centro storico peggiora: le case abbandonate continuano a degradare, i problemi sociali si acuiscono, il paese antico è in buona parte al buio e da mesi non è più attivo il servizio di spazzolatura delle strade, con conseguenze gravissime per l’igiene vista anche la massiccia presenza di piccioni e del loro guano a terra.
Per questo motivo Paese Mio ha deciso di organizzare una manifestazione a metà tra la protesta e il volontariato: domenica 13 gennaio, i cittadini di Montegranaro che vorranno rendersi utili, puliranno il centro storico con scopa e paletta. È un’iniziativa che certamente non vuole risolvere la situazione, visto che il tutto si evolverà in un paio d’ore di ramazzate, ma che intende accendere in maniera forte i riflettori su un problema serio che riguarda non solo i residenti nel centro storico ma tutti i cittadini di Montegranaro, un problema che chiede una soluzione da troppo tempo senza trovare altro che parole, promesse e millantazioni.
L’appuntamento è quindi per tutti i Montegranaresi di buona volontà, domenica 13 gennaio: ritrovo fissato in piazzale Leopardi, muniti di scopa, paletta, sacchi e guanti.


Luca Craia

Epifania ricca a Montegranaro, con Avis, I Care e Arkeo. Befane, doni e Re Magi all’Ecclesia di Sant’Ugo.


Il meteo è inclemente per domenica prossima, giorno dell’Epifania. Per questo motivo, e per altri legati alla sicurezza, l’Avis ha deciso di proporre la tradizionale festa della Befana per i bambini di Montegranaro al chiuso, nel teatrino della Pievania, in corso Matteotti. La Befana non scenderà dall’alto come al solito ma sarà prodiga di doni per i bambini che verranno, con l’animazione del Gufo Anacleto, a partire dalle ore 15. Una bella festa che serve a chiudere il periodo natalizio nel migliore dei modi, diffondendo la cultura del dono tra i più giovani in modo divertente.
L’iniziativa quest’anno si arricchisce della collaborazione di altre due realtà importanti a Montegranaro: l’Oratorio “I Care”, che tanto lavoro sta svolgendo per dare un luogo di crescita sicuro e costruttivo ai ragazzi, e Arkeo che, domenica, una volta terminata la festa al teatrino, propone una visita speciale per i bambini all’ecclesia di Sant’Ugo. Ci saranno proiezioni di cartoni e filmati che parlano di Befana e Re Magi, e la possibilità di scoprire uno dei luoghi più belli di Montegranaro con spiegazioni a misura di bambino. Titolo dell’iniziativa “Che c’entra la Befana coi Re Magi”.

Luca Craia

mercoledì 2 gennaio 2019

Montegranaro, il Capodanno nel deserto. Il nulla mentale del Comune.


Bellissimo il Capodanno montegranarese del 2019. Girando per il paese, il 1 gennaio, c'era un'amplissima scelta su cosa fare, tra il passeggiare tra il nulla in viale Gramsci o le gomitate coi fantasmi di piazza Mazzini. C'era un bellissimo concerto di Capodanno al teatro, con strumenti ad aria fritta e a corda saponata, e varie iniziative di strada a cura di topi e gatti randagi. Insomma,  il nulla.
Non c'era niente a Montegranaro il primo dell'anno, manco un concerto di pifferi. Eppure soldi da spendere c'erano, visto che il Comune ha patrocinato onerosamente (1500 €) un cenone in cui si pagava un centinaio d'Euro per sedersi. Ma per dare un po' di vita al primo giorno dell'anno, almeno quello, per un paese morto quasi tutto l'anno, non si è investito un centesimo. Le associazioni hanno dato tanto, sotto Natale, le iniziative che hanno funzionato portano tutte la firma del mondo associativo, ma se non si muovono i sodalizi è tutto fermo. Intanto il Comune dorme e non si inventa niente. Elargisce soldi a vanvera ma non muove una paglia per sua iniziativa. E il 2019 comincia come tutti gli altri anni: col deserto.

Luca Craia 

martedì 1 gennaio 2019

Il non-presidente degli Italiani o il presidente dei non-italiani.

Non una parola sulla povertà che dilaga nel Paese. Non una parola sulle centinaia di migliaia di disoccupati, cassintegrati, esodati. Non una parola sulla gente che si è ammazzata per la miseria, la perdita di lavoro, l’incapacità di vedere un futuro. Non una parola per gli imprenditori le cui aziende sono scomparse per colpa di un sistema malato. Non una parola sulle folle di poveri che si assembrano alla Caritas o presso altre associazioni di volontariato, quello vero, quello che non lucra sulle miserie della gente. Non una parola per i terremotati che da due anni vivono in baracche, container, sbattuti in giro come pacchi, gente che non rivedrà più i propri paesi, le proprie case, le loro comunità com’erano.
Il Presidente degli Italiani si preoccupa degli immigrati, delle ong che li gestiscono, della “cattiva politica” che sta cercando, sbagliando un sacco di cose, senz’altro, di aiutare gli Italiani. Mattarella è un padre di famiglia che si preoccupa dei figli altrui e lascia i propri a morire di fame e malattie. Non c’è alcuna spiegazione logica o umana in questo comportamento. È follia pura, eppure oggi giornali, telegiornali, i buoni plaudono.
A plaudire sono quelli che non hanno problemi ad arrivare a fine mese. Plaudono quelli che possono spendere cento e passa Euro per il cenone di Capodanno, preoccupati per il sistema che rende schiavi gli immigrati, che li porta in Italia a fare manovalanza per lo spaccio, il crimine, oppure per fare i raccoglitori di cotone, pardon, aranci o pomodori a costo quasi zero per la mafia e gli amici di chi vuole che l’Italia sia questa. Non plaudono quelli che hanno fatto il cenone con lenticchie e zampone a casa, perchè al ristorante non possono andare, non se lo possono più permettere. Quelli, al presidente, non interessano.
È ingiusto per gli immigrati, è ingiusto per gli Italiani. È tutto sbagliato, tanto palesemente che non accorgersene significa essere stupidi o in malafede. Eppure c’è chi applaude a questo discorso spaventoso, a cui ha fatto eco, guarda caso, quello del Papa2 (ricordiamoci che viviamo nell’epoca dei due Papi), che ha detto sostanzialmente le stesse cose senza nemmeno avere il pudore di nascondere il fatto che si fossero messi d’accordo prima.
Gli Italiani devono tenere duro. C’è la possibilità che le cose cambino, già nel 2019, ed è questo che temono quelli che scrivono i discorsi dei grandi. Il Popolo ha ancora il potere di cambiare le cose. Potrebbe cambiarle in meglio o in peggio. C’è il rischio di un ritorno ai totalitarismi nazionalistici del ventesimo secolo, ma c’è anche la possibilità di creare un’Europa nuova, quella dei Popoli e non della finanza. Stanno cercando in tutti i modi di evitarlo.

Luca Craia