martedì 18 settembre 2018

Malaigia: la Regione non si muove senza sollecitazione. PEBA: non siamo a norma.


Comunicato integrale

"Dovrei forse riternermi soddisfatta, ma purtroppo sono invece molto rammaricata e preoccupata per quanto fatto, o meglio non fatto dalla Giunta riguardo i PEBA". Interviene cosi il consigliere regionale della Lega, Marzia Malaigia, alla risposta ricevuta oggi in Aula sulla sua interrogazione riguardo lo stato di attuazione dei PEBA nei Comuni delle Marche. "L'imbarazzo iniziale tra l'Assessore Casini e l'Assessore Sciapichetti  sul chi dovesse rispondere alla mia interrogazione, è quanto mai esplicativo e sintomatico di quanto si abbia la coscienza sporca su come la Regione Marche si sia impegnata per l'abbattimento delle barriere architettoniche. Apprendo in ogni caso con piacere che questa mattina la Giunta ha deciso di sbloccare 10,17 milioni di euro per gli interventi di adeguamento negli edifici privati e di questo non posso che esserne contenta. Ma cio' che mi lascia perplessa è il modus operandi con cui questa Amministrazione procede: ci sono problemi che attanagliano la nostra Regione da anni, ma che non vengono risolti se non dietro sollecitazione di un atto ispettivo, come è successo questa ma anche tantissime altre volte. Il mio atto, ad esempio, è  scaturito dalla segnalazione di alcuni cittadini sull'impossibilità che si protrae da anni di accedere alla  Farmacia ospedaliera di Fermo e la dichiarazione dell'Assessore circa lo stato "assolutamente a norma" di tutti gli edifici pubblici della nostra Regione, mi sembra quantomai azzardata e priva di fondamento, nonchè mi lascia pensare su quanto sia davvero informata sulla questione. Viene da chiedersi se ci sia davvero nell'intenzione della Giunta, la volontà di risolvere le criticità della nostra Regione o se si stia procedendo con la totale assenza di  programmazione e nella speranza che "nessuno se ne accorga".
"E' impensabile – prosegue la Malaigia-  che una Regione che nel 18 luglio 2017  approvava all'unanimità una mozione con cui si impegnava formalmente ad  aderire ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, non si sia attivata per una seria e puntuale verifica sullo stato di attuazione della Legge regionale 27 aprile 1990, n. 52 , avente per oggetto “Abbattimento delle barriere architettoniche in edifici pubblici o privati aperti al pubblico ”. "La legge, da quanto emerge dal sito della Regione, è applicata pienamente soltanto da "alcuni" Comuni della nostra Regione, di cui tra l'altro, ne vengono specificati solo due. Voglio ricordare che la legge ha come obiettivo l’adeguamento dell’ambiente pubblico e privato al fine di garantire l’assenza di limiti all’esercizio dell’attività autonoma dei cittadini, in funzione delle esigenze individuali e delle loro variazioni permanenti e temporanee".
"La Regione Marche è ancora totalmente inadempiente in quello che è un impegno di civiltà per garantire un diritto inviolabile. Auspico – conclude la Malagia-  che la mia interrogazione possa costituire l’occasione per fare il punto su quanto realizzato dai Comuni marchigiani , avviando un  un monitoraggio presso le Amministrazioni locali della nostra Regione, al fine di acquisire una serie di informazioni, anzitutto in merito agli interventi e alle azioni utili a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

Marzia Malaigia




                                                                                                                            



SANITA’. RICONFERMATI QUASI TUTTI I DIRETTORI DI AREA VASTA


Zaffiri (Lega nord): “Un premio all’insuccesso sul fronte del mancato abbattimento delle liste di attesa”

Comunicato integrale 

Tre riconferme su cinque sono un segnale. Un segnale che dovrebbe evidenziare il buon lavoro svolto nella sfida più grande che, da sempre, vede protagonista la Sanità marchigiana: la riduzione delle liste di attesa per lo svolgimento delle visite specialistiche.
“Nulla di più insensato nella riconferma dei direttori di Area Vasta” – rileva il capogruppo della Lega nord, Sandro Zaffiri – “Da che mondo è mondo, la squadra che non consegue risultati apprezzabili cambia allenatore. Non è questo il caso del presidente Ceriscioli che, attraverso il provvedimento di riconferma, ha, di fatto, premiato i direttori delle Aree Vaste di Ancona, Macerata e Fermo”.
“Una scelta – aggiunge Zaffiri – che ovviamente non ci soddisfa e che rappresenta l’ennesimo affronto nei confronti dei marchigiani in perenne lista di attesa di una Sanità migliore”.



Foto: Giornale Cittadino Press

Ussita, 10 ore senza corrente. In inverno così si muore.


Si è spenta domenica sera verso le 22, la luce nelle case, nelle stalle e in ogni altro luogo ancora vivo di Ussita, comune distrutto dal terremoto e oramai avviato verso una palese desertificazione pilotata di cui anche questo episodio è un elemento, se non provante, almeno fortemente indiziale. Si è spenta la luce, dicevamo, ma si è spento anche tutto il resto, e quando dico tutto il resto intendo proprio tutto il resto, perché nelle SAE ogni cosa funziona con l’elettricità. Questo è da tenere in considerazione perché anche i riscaldamenti sono elettrici.
La corrente è tornata il mattino dopo, verso le otto. Sono circa dieci ore di blackout totale e continuativo. Dieci ore che hanno creato forti disagi ai pochi residenti rimasti e alle aziende agricole superstiti. Dieci ore senza corrente, a settembre, sono un bel problema. Dieci ore senza corrente, in inverno, fanno i morti. Perché in inverno, a Ussita, le temperature sono rigidine e se, dentro una SAE, si spengono i riscaldamenti, si fa presto ad andare sotto zero dentro casa, e anche di molto. Così come si fa presto a far morire di freddo qualche capo di bestiame, quando si spegne un termoconvettore in una stalla e lo facciamo ripartire dieci ore dopo.
Il Comune di Ussita produce la propria corrente ma non la gestisce, almeno non più, La gestione è affidata a una ditta esterna, la ASSEM, che ha assorbito anche il personale che una volta lavorava per il Comune. Domenica c’era una persona reperibile ma abita lontano, perché non gli hanno dato la SAE, e quindi ci ha messo tempo per arrivare. Anche il Caposervizio non abita a Ussita. Del resto, a Ussita, sono rimasti davvero in pochi, ne hanno fatti rimanere davvero pochi. Il risultato di tutto questo, e anche di un guasto probabilmente difficile da riparare, è stato di avere una decina di ore di blackout che, nella brutta stagione, possono essere dieci ore di autentico inferno. E anche questo può servire ad abbattere le persone e far venir meno quella strana voglia di rimanere che questi cocciuti montanari hanno.

Luca Craia

Foto: Elettricista Fai Da Te