mercoledì 29 giugno 2016

Il problema dell’ “Hotel Haus” si sposterà al centro storico? Allora sarà risolto.



Siamo in molti a temere che la questione del palazzo Leombruni-Botticelli, il cosiddetto Hotel Haus nostrano, andrà a interessare (e ad aggravare) il centro storico. Le cinque famiglie che sembrerebbero rimaste senza alloggio, anche se a tutt’oggi nessuno le ha cacciate e avrebbero tutto il tempo di trovare una nuova casa, molto probabilmente andranno a chiedere sostegno ai servizi sociali comunali. Questo potrebbe significare che il Comune provvederà a trovare un alloggio provvisorio che, visto come vanno di norma le cose, diventerà di fatto definitivo. E gli alloggi disponibili sono tutti nel centro storico.
In questo modo si risolverebbe il problema delle famiglie senza casa ma si aggraverebbe quello della ghettizzazione del centro storico. Ora mi aspetto il solito coro dei benpensanti pronti a dare del razzista a chiunque soltanto osi toccare l’argomento ma, come ho più volte dichiarato, penso che la concentrazione di cittadini stranieri, specie della stessa etnia o della stessa matrice culturale, in una zona urbana ben definita equivalga alla costruzione di un ghetto. E costruire un ghetto è razzismo, porsi il problema no.
In questo modo il centro storico di Montegranaro diventerà ancora di più città araba, gli Italiani che vi risiedono diventeranno ancora di più ospiti a casa loro ma, soprattutto, gli stessi stranieri non avranno alcun motivo o stimolo per cercare di integrarsi. E questo è male per tutti.
Solo che, se tutto ciò accadrà nel centro storico, quartiere sconosciuto soprattutto alla politica e al governo cittadino, sarà come se il problema fosse risolto. Occhio non vede cuore non duole, e quello che accade nel centro storico, purtroppo, lo vede solo chi ci vive.

Luca Craia

martedì 28 giugno 2016

Perugini emula Basso e si fa il monumento in vita.



È evidente che il progetto di “riordino” (che ci sarà mai da riordinare, poi?) di viale Gramsci e zone limitrofe sia una questione di tigna. È evidente così come è evidente che il progetto dell’Amministrazione Mancini non piace a nessuno, nemmeno a parte di quella maggioranza che lo ha votato e tornerà a votarlo. È un progetto che non ha senso e non si capisce quali vantaggi porti. Il commercio verrà danneggiato, col commercio danneggiato sarà danneggiato a sua volta l’intero centro cittadino, e gli stessi Montegranaresi non ne trarranno alcun vantaggio. Viale Gramsci non è un luogo così adatto al passeggio: è caldo d’estate e freddo d’inverno. Non serve crearci piazze e slarghi. Basterebbe fare le isole pedonali alla sera come si faceva una volta e ampliare il marciapiede del lato negozi, spendendo molto ma molto meno di quello che si vuole spendere per il faraonico progetto che sta tanto a cuore al nostro Presidente della Provincia di Fermo.
È proprio Aronne Perugini a volere che la cosa si realizzi. Lo vuole a tutti i costi e non intende ascoltare cittadini contrari, commercianti contrari, colleghi di giunta contrari. Perugini sembra essere disposto addirittura ad aprire una crisi di maggioranza qualora qualcuno dei suoi alleati si metta di traverso. Tutto questo perché? Non lo so, ma immagino che anche lui voglia lasciare un monumento, un qualcosa a imperitura memoria del grande stratega politico montegranarese che ritiene evidentemente di essere.
Io credo che il monumento in vita a Perugini si farà. Si farà nonostante la contrarietà di tanta gente. SI farà perché così si vuole, perché addirittura c’è chi si è messo a fare ostruzionismo davanti al punto di raccolta firme a Veregra Street, impedendo alla gente di andare a firmare. Si farà perché si sono messe in giro voci intimidatorie circa la legalità del Comitato Buon Senso (un comitato che diavolo potrebbe mai avere di illegale?). Si farà perché non è costume di questa maggioranza ascoltare i cittadini. Non lo hanno mai fatto e mai lo faranno.
E con la scusa che “è scritto nel programma” si andrà avanti con una qualche giustificazione politica. Ma attenti: sul programma ci sono scritte tante altre cose. Dopo dovete farle tutte.

Luca Craia

domenica 26 giugno 2016

Il lato oscuro di Veregra Street. Parla un vigilante



Raccolgo la testimonianza di una persona che ha lavorato nelle ultime due stagioni come Steward a Veregra Street. Vi riporto le sue parole perché dovrebbero farci riflettere.

“Io ho vissuto le ultime 2 edizioni del festival in un ruolo "particolare" e proprio questo ruolo mi ha portato a vedere internamente il Veregra Street e poter fare qualche considerazione. La festa è bella, sicuramente proficua economicamente per il paese ma, secondo il mio personale parere, totalmente irrispettosa del centro e dei suoi abitanti. La musica viene fatta suonare fino al mattino e fortuna che io abito altrove, le ordinanze circa orari e distribuzione di bottiglie di vetro non vengono rispettate; l'alcool scorre a fiumi e le persone si riducono in uno stato schifoso, diventano onnipotenti, aggressive e si danno al vandalismo e all'oltraggio. Il Veregra Street è una bella festa? Gli spettacoli degli artisti e la gente che si svaga sono una festa, il branco di scimmie impazzite che c'era stamattina alle sei è solo una vergogna”.


Luca Craia