lunedì 29 giugno 2015

Il silenzio dell’Imam



È stato scioccante vedere le crude immagini degli ultimi attentati di matrice islamica. È terrificante pensare che uno o più uomini possano giungere a questo grado di crudeltà. È incredibile pensare che non si possa più vivere sicuri in un mondo che credevamo fosse un villaggio da percorrere con tranquillità. La nostra epoca è contrassegnata da una crisi profonda che non riguarda solo l’economia ma che tocca tutti i valori ai quali in molti crediamo e che, con questi accadimenti terribili, vacillano fortemente.
Il terrorismo islamico ha un fondamento religioso, è inutile negarlo, quandanche questo sia solo un paravento dietro il quale nascondere ben altri fini. La matrice religiosa sta nella cultura che spinge a tanta crudeltà, nella forma mentis di chi cresce vedendo i diversi come nemici da abbattere con la massima crudeltà. È ovvio che non si può generalizzare e affermare che tutti gli uomini di estrazione culturale islamica siano violenti o pericolosi, anzi. Le prime vittime delle conseguenze del terrorismo musulmano sono i musulmani stessi, specie quelli che vivono nei Paesi occidentali, i quali subiscono il primo effetto di queste violenze: la diffidenza.
Però in questi giorni terribili chi ha responsabilità quantomeno spirituali ha taciuto. E sempre tace in queste tragiche occasioni. I capi spirituali islamici, che nel nostro occidente diventano anche punti di riferimento politici per gli immigrati di fede o cultura musulmana, sanno benissimo quali conseguenze la loro gente deve subire a causa degli atti terroristici compiuti nel nome del loro dio. Ciononostante non reputano necessario prendere le distanze e condannare in maniera ferma e decisa questi atti di estrema violenza, per lo più compiuti contro quell’occidente che li ha accolti e che gli dà di che vivere.
Prendono molte iniziative, gli Imam italiani, per cercare di far passare il concetto di Islam moderato. Ho visto nel mio paese l’Imam girare per le scuole, accompagnato dal Sindaco, per parlare coi nostri ragazzi e cercare di appianare differenze e diffidenze. Ho visto prendere iniziative di scambio culturale utilizzando cibo e tradizioni. Ho letto comunicati stampa la cui intenzione è promuovere l’integrazione. Ma l’invito è sempre rivolto agli occidentali e dice “accettateci”. Non vedo inviti rivolti a loro stessi con lo stesso tono, non vedo la parola “accettiamoli” riferita a noi occidentali.
Soprattutto, in questi giorni, non sento una voce di condanna di queste violenze. Non ho letto una riga che dichiari una forte presa di distanza. Non ci sono comunicati stampa, iniziative, aperture verso quell’occidente che ha aperto le porte e che ora è giustamente preoccupato. Non ci sono sforzi per tranquillizzare, non ci sono messaggi che dicono in maniera chiara e decisa “noi non approviamo”. Si dice che chi tace acconsente. Non voglio affermare questo, ma certamente chi tace preoccupa. E forse è il caso di prestare maggiore attenzione.

Luca Craia

Arkeo archivia la settimana di Veregra Street e il primo matrimonio del nuovo millennio



È stata una settimana molto intensa per tutti i soci e i volontari di Arkeo, una settimana che ha richiesto grande impegno e sacrifici per mantenere gli impegni presi. Abbiamo mantenuta aperta e fruibile in maniera del tutto gratuita la “cripta” di Sant’Ugo per tutta la settimana (e quando dico gratuita intendo che non è davvero costata niente, né ai visitatori né, tantomeno, alla Comunità di Montegranaro perché noi, il nostro impegno, lo offriamo gratuitamente e con spirito di servizio). Il risultato è stato ottimo, con un flusso crescente di visitatori fin dalla prima sera, un totale di circa 300 presenze, con provenienze al 50% montegranaresi e 50% da altre località. È stato, quindi, un servizio reso a Montegranaro e a coloro che ancora non conoscevano questo immenso tesoro o a chi voleva semplicemente ammirarlo ancora una volta.
Abbiamo anche lavorato per preparare la chiesa per la cerimonia di sabato scorso, il primo matrimonio degli anni 2000 dentro Sant’Ugo, una cerimonia che ha visto i nostri volontari impegnati per rendere ancora più bella la Cripta, pulendo, aggiustando e sistemando nel corso di tutta la settimana. Abbiamo approntato una nuova tenda a chiusura delle scale di collegamento con la chiesa superiore, abbiamo riparato, grazie al nostro sempre attivo Marino, le scale, abbiamo sistemato le aiuole, abbiamo tirato a lucido spazi, banchi e suppellettili. Un grande lavoro da incastrare con l’apertura costante del sito che ha reso le cose un po’ più complicate.
Voglio ringraziare tutti i nostri associati che si sono impegnati in questo lavoro portandoci ad ottenere un risultato di grande soddisfazione, sia per i visitatori che per la riuscita della cerimonia di matrimonio. Chiedo ancora uno sforzo, perché abbiamo due importanti appuntamenti sui quali lavorare, il primo domenica prossima con il convegno sui Carolingi in Val di Chienti e, per finire, il concerto gregoriano dei Crypta Canonicorum del 17 luglio. Poi possiamo riposarci in vista di un autunno che sarà, come sempre, pieno di lavoro.

Luca Craia

domenica 28 giugno 2015

Miracolo! Il semaforo guarisce grazie alla fine di Veregra Street



Ogni anno, durante il Veregra Street Festival, l’impianto semaforico della circonvallazione viene inspiegabilmente spento. Inspiegabilmente, dicevo, perché, francamente, se questo può portare qualche vantaggio, gli svantaggi in termini di rischi per la circolazione e l’incolumità della popolazione mi sembra siano ben maggiori, tanto che, puntualmente, qualche incidente capita sempre. Gli anni passati i cittadini hanno cominciato a protestare per questa cosa. Quest’anno è capitato un fatto nuovo.
È capitato che il semaforo, sfortuna delle sfortune, ha smesso di funzionare da solo. S’è rotto, proprio il giorno di inizio del Veregra Street. Per questo motivo, con ordinanza nr. 75 del 22 giugno 2015, il responsabile della Polizia Locale, il maggiore Fanny Ercolanoni, ordinava lo spegnimento dell’impianto, lasciando solo la luce lampeggiante, finchè lo stesso non fosse stato riportato al normale funzionamento. Quindi, seppure non c’è stato nulla di nuovo, nel senso che i semafori sono stati spenti come sempre, stavolta i cittadini non possono che prendersela col fato avverso visto che lo spegnimento non è stato imputabile a una decisione censurabile da parte di chi di dovere ma da una sfortunata rottura. Quindi non c’è neanche da protestare. Oggi, domenica successiva all’ultimo giorno del festival, e sottolineo domenica, l’impianto è tornato regolarmente ad accendersi. O qualcuno l’ha riparato nella notte o è successo un miracolo.

Luca Craia