venerdì 24 aprile 2015

Grotte allagate ma non pericolose



A maggior precisazione di quanto riportato dall’articolo odierno del Corriere Adriatico, Arkeo e Il Labirinto ritengono che la presenza di acqua, per quanto cospicua, all’interno dell’ipogeo di piazza Mazzini non desti, almeno al momento, preoccupazioni circa la staticità degli edifici e della piazza stessa. Ricordiamo che l’ipogeo insiste solo parzialmente al di sotto dei palazzi mentre si estende nella sua quasi totalità sotto la piazza stessa. La presenza di acqua è più o meno costante e potrebbe comportare problemi strutturali solo nel lunghissimo periodo.
L’invito che le nostre associazioni rivolgono al Comune è di intervenire per un drenaggio definitivo dell’acqua, creando un sistema di riflusso che ne scongiuri l’accumulo in futuro. Questo non tanto per questioni legate alla sicurezza strutturale quanto per creare un circuito visitabile. L’investimento sarebbe minimo e il ritorno decisamente interessante, visti i risultati conseguiti da altre località che hanno aperto i loro ipogei alle visite. 

Luca Craia

giovedì 23 aprile 2015

Perugia da la precedenza agli Italiani per le case popolari



La notizia sta rimpallando sul web è sembra non si tratti di una bufala: il Comune di Perugia ha modificato il regolamento di assegnazione degli alloggi popolari agendo sulla quota di assegnazione del punteggio che rimane a discrezione dell’ente locale e che da la possibilità di gestire quattro punti. Si è quindi deliberato di assegnare questi quattro punti a cittadini italiani residenti a Perugia da almeno 15 anni oltre che a disabili e anziani.
Ho già espresso in altri articoli del blog la mia posizione circa i diritti degli stranieri sull’assistenza sociale italiana quindi non la ripeterò. Ritengo che la decisione del capoluogo umbro sia giusta perché lo straniero, che ovviamente deve godere di tutti i diritti universali dell’uomo, non può però prevalere sui diritti economici acquisiti dai cittadini italiani da generazioni col proprio lavoro, i propri sacrifici e le proprie tasse.
I quattro punti che Perugia assegna con questa logica non sono certamente la soluzione al problema ma nemmeno un palliativo come qualcuno cerca di affermare. Essi rappresentano un tentativo di arginare la creazione di ghetti per stranieri tramite l’assegnazione degli alloggi popolari e simboleggiano almeno la volontà che questo non accada.
L’assegnazione di diritti economici a stranieri, equiparandoli ai cittadini italiani, è pericolosa perché, nella sua iniquità, generà fenomeni di intolleranza generalizzata che possono innescare seri problemi sociali. Non si tratta, quindi, solo di una questione di equità e giustizia ma anche un potenziale problema sociale. Quindi l’esempio di Perugia andrebbe seguito da tutti i comuni italiani.

Luca Craia

mercoledì 22 aprile 2015

Le Vergare - aggiornamento al 22/04/2015









E il primo maggio al laghetto?



Il Primo Maggio è alle porte, manca poco più di una settimana, e da un po’ di giorno ho una sensazione come se mi mancasse qualcosa. Non capivo cosa finchè stamattina non ho letto sul giornale della grande festa organizzata a Monte Urano per la festa dei lavoratori e ho capito cosa mi mancava: la festa delle associazioni al laghetto! E che fine ha fatto?
Non se ne parla. Il laghetto è circondato da erba alta ed è evidente che non se ne cura più nessuno (gli anni passati ci pensava la Protezione Civile, ora non si sa). Intanto la data si avvicina e appare piuttosto difficile pensare di organizzare qualcosa in così poco tempo.
Negli ultimi anni la Proloco montegranarese organizzava, coordinando la quasi totalità delle associazioni esistenti sul territorio comunale, una bella festa al Parco Fluviale del Chienti. L’evento era molto partecipato, con gazebo e tendoni per tutta l’area del piccolo parco e un sacco di gente che veniva a passare la giornata o parte di essa mangiando e giocando tra un intrattenimento e l’altro.
L’anno scorso il maltempo l’ha fatta sfumare e, come sempre, passata la festa gabbato lo santo: anche se si parlava di rimandarla non se ne è fatto più niente. In realtà c’erano stati anche altri fattori a determinare la scelta di annullare l’evento. Ci furono polemiche, screzi tra associazioni e forti ingerenze politiche. E quest’anno? Che fine ha fatto la festa delle associazioni?
Sarebbe forse meglio chiedersi che fine abbia fatto la Proloco. Ne abbiamo perso le tracce da qualche tempo. Dopo una partenza sprint, almeno nelle intenzioni, dei rapporti con la nuova amministrazione Mancini, abbiamo registrato nel corso dei mesi un progressivo quanto inarrestabile prolasso delle attività dell’associazione delle associazioni, sempre meno presente e vitale, fatta eccezione per la presenza del logo su alcuni manifesti.
Eppure il Sindaco Mancini, nei primi mesi di mandato, dava ampio risalto al ruolo della Proloco. Nel contempo, però, dichiarava la necessità di un organismo apposito per coordinare le attività associative (proposito che suonava un tantino sovietico), di fatto esautorando la Proloco stessa del suo ruolo fondamentale. Intanto partivano pezzi importanti del direttivo, chiudeva la sede di Palazzo Francescani e alle riunioni ufficiali il Presidente non si vedeva più.
Credo, quindi, che sia opportuno non solo domandarsi che fine abbia fatto il Primo Maggio al laghetto ma anche e soprattutto che fine abbia fatto la Proloco. Esiste? O è rimasto solo il logo?

Luca Craia