giovedì 26 marzo 2015

Telecamere, privacy e punti sensibili




Che vi devo dire, pur essendo fondamentalmente favorevole a un sistema di videosorveglianza, anche se, come ho già detto, non lo ritengo la soluzione ma solo parte della soluzione, continua a rimanere perplesso sull’impostazione di quanto si sta facendo a Montegranaro e sulla sua applicazione. In particolare vorrei schematizzare i punti che non capisco o che non mi lasciano tranquillo.
1) A che servono delle telecamere, installate dai privati, che inquadrino una pubblica via dove non vi siano luoghi sensibili o a rischio?
2) Chi controlla che le telecamere installate dai privati siano regolamentari e inviino le immagini solo alla Polizia Municipale?
3) Come farà la Polizia Municipale a controllare una mole di telecamere imponente qualora vi sia un’adesione massiccia dei privati all’appello del Comune, quando già senza questa incombenza e per ammissione degli stessi amministratori è fortemente sotto organico anche solo per le attuali mansioni?
4) Come mai luoghi estremamente sensibili (come il Campo dei Tigli) non sono annoverati tra le prime installazioni?
5) In che modo sarà tutelata la riservatezza dei dati del cittadino inquadrato dalle telecamere?
Si richiede ai cittadini un atto di fiducia nei confronti degli amministratori. Purtroppo questi stessi amministratori già in diverse occasioni hanno dato prova di non dire la verità, come in differenti dichiarazioni apparse sulla stampa. Ricordo che, scherzosamente ma non troppo, lo stesso vicesindaco mi disse di tenere la mia persona monitorata, provandolo indicando una mia visita ad un consigliere di minoranza e circostanziando quanto affermato. Chi può darci la garanzia che la rete delle telecamere non venga utilizzata anche per altri scopi? Francamente io tutta questa tranquillità non ce l’ho.

Luca Craia

Il fiume Chienti e la menzogna sistematica


Foto scattata il 26/03/2015

Ci sono cascato anche io ieri, guardando le foto pubblicate sulla pagina Facebook del Comune di Montegranaro che riprendevano i lavori effettuati dalla Provincia di Fermo per mettere in sicurezza l’argine del fiume Chienti che stava portandosi via la strada. Ci sono cascato al punto che ho pubblicato sulla pagina de L’ape Ronza una foto di quelle messo online dal Comune complimentandomi con la Provincia. I complimenti erano dovuti alla celerità dell’intervento e, per questo, restano. Ma oggi, che sono passato in loco e ho visto che  i lavori, in realtà effettuati la scorsa settimana e non ieri, sono già stati totalmente inficiati dalla furia del fiume che sta continuando ad avanzare verso la strada, sono più forti le mie perplessità.
Foto scattata il 26/02/2015 
Primo motivo di disturbo è il fatto che venga spacciato un intervento della Provincia come fosse effettuato dal Comune. Intendiamoci: c’è scritto che a intervenire è la provincia, ma l’impressione superficiale è che sia opera del Comune. E, comunque, perché dare risalto a opere non proprie?
Secondo e più grave motivo di perplessità è il fatto che, mentre il fiume sta divorando la strada, si pubblicano foto antecedenti per far vedere che è tutto a posto. Non si capisce il motivo. Fretta? Voglia di propagandarsi? Eccesso di zelo?
Guadagnarsi e mantenere la fiducia del cittadino dovrebbe essere la priorità del buon politico. In questo modo la fiducia se ne va solo per la furia di apparire, sia sul giornale che sui social. Non è la prima volta che si raccontano frottole o si lasciano intendere cose diverse dalla realtà. Io ci starei più attento.

Luca Craia

Perché la cacca di piccione non è bella



Che il guano di piccione sia esteticamente deleterio non c’è nemmeno bisogno di dirlo, lo vediamo da soli. Che sia potenziale causa di problemi sanitari anche seri lo dicono gli studi. Ma voi lo sapete che la cacca di piccione fa male alle ossa?
La Curia Arcivescovile di Fermo ha dato incarico ad alcuni professionisti di catalogare i beni culturali posseduti in tutta la diocesi. Ieri il team che si occupa di questo compito si è recato a Montegranaro ed è stato accompagnato dai volontari di Arkeo per le varie chiese cittadine coadiuvandone il lavoro. Ricordiamo che ieri è piovuto parecchio e le strade erano bagnate. Tutto è andato bene finché non giungiamo alla chiesa di San Pietro Apostolo.
Ultimamente sul tetto del tempio e su quello delle case limitrofe si è creata una cospicua colonia di piccioni (anche perchè sembra ci sia qualcuno che li nutra) e la strada è perennemente imbrattata dal guano. Ovviamente nessuno pulisce. Ieri la pioggia ha aggravato la situazione. Mentre normalmente l’acqua battente scioglie e porta via buona parte del guano, in quel posto ve ne è talmente tanto che la pioggia non è riuscita a lavarlo via. In compenso lo ha ammorbidito rendendo il lastricato estremamente scivoloso. Scivoloso al punto che una dei membri del gruppo di lavoro è scivolata rischiando di finire rovinosamente a terra. È andata bene, si è aggrappata a una nostra volontaria ed è riuscita a non cadere in mezzo al guano.
Abbiamo così la prova che la cacca di piccione può nuocere gravemente all’apparato muscolo-scheletrico.

Luca Craia