lunedì 23 marzo 2015

Arkeo e l’archeologia montegranarese


I resti di una torre di guardia


Sembra tornare all’interesse generale la pieve del SS.Salvatore ed i suoi resti dopo che gli stessi sono stati visitati parzialmente dallo storico locale Daniele Malvestiti. Al di là della rivendicazione del reperimento degli stessi, che conta poco ma che va attribuita al sottoscritto e ad Antonella Leoni e Sabina Salusti, che, nell’ottobre del 2013, entravano quasi per sbaglio, durante le perlustrazioni degli ipogei, nella cappella murata che apparteneva all’antica chiesa montegranarese, è importante che si trovi un modo per rendere fruibili questi importanti resti della nostra storia. Da qui ben venga l’interessamento di Malvestiti e i vantaggi che questo può comportare. 
Rilievi sui sotterranei di Sant'Ugo
Montegranaro ha un grande patrimonio nascosto del quale Arkeo si sta occupando fin dalla sua fondazione, non soltanto per quanto riguarda, appunto gli ipogei, ma anche ricercando fonti e testimonianze del nostro diretto passato anche attraverso collaborazioni esterne con università (Chieti) e professionisti e studiosi. Ricordiamo il rinvenimento della torre di guardia, la stessa pieve, gli studi sui sotterranei di Sant’Ugo e di San Pietro e altri canali di studio che al momento preferiamo non svelare vista una certa propensione da parte di altre realtà che imitano la nostra a far diventare proprie le cose altrui. 
I resti dell'antica Pieve del SS.Salvatore
Sarebbe utile, e l’ho già proposto a Malvestiti, unire le proprie forze e, soprattutto, le proprie competenze per migliorare l’azione di ricostruzione della storia cittadina. Arkeo ha già in campo due archeologi, un ingegnere e un geologo, ha collaborazioni con studiosi locali e nazionali. Ma far convergere le energie nostrane in un unico progetto sarebbe senz’altro cosa positiva. L’impedimento attuale è l’atteggiamento delle suddette realtà che puntano più a danneggiare che a costruire alla ricerca di una visibilità effimera. Noi dal canto nostro continuiamo la nostra opera anche perché, al punto in cui è arrivata, non può più essere fermata a meno di non voler disperderne i risultati. Mutassero gli atteggiamenti di cui sopra noi siamo aperti a qualsiasi proposta di collaborazione che guardi solo al risultato.

Luca Craia

giovedì 19 marzo 2015

ISCHIA. LA DOLOROSA ODISSEA DI 10 PAZIENTI CON PROBLEMI PSICHICI - DI ANNA LISA MINUTILLO



Villa Orizzonte


La dolorosa odissea di 10 sofferenti psichici ischitani che dopo, anni e anni, di manicomio fanno ritorno a casa nel febbraio 97, inseriti in un progetto di cura, assistenza, emancipazione, integrazione sociale e umana nel territorio di origine e precisamente nella Sir di Barano e che dopo circa 18 anni vengono ingiusta/mente trasferiti in un ex-Albergo di Casamicciola Terme.

Era il 19 febbraio 1997 e nella Struttura Territoriale di Barano denominata “Villa Orizzonte” (Strutture di cui parlava F. Basaglia nella legge 180 del 1978) appositivamente ristrutturata e arredata di tutti i conforts vengono accolti i primi 3 pazienti che con il passare dei giorni diventano 20, numero massimo che la legge sulla dismissione dei manicomi del 1994 prevedeva . Psichiatri, Psicologi, infermieri, Assistenti Sociali dell’Asl e tutte le professionalità del Consorzio Gesco (Educatori, Animatori,Tecnici della Riabilitazione, Oss, Operatori di cucina e di pulizie) hanno preso in carico i pazienti provenienti dai manicomi della Campania ( L. Bianchi, Frullone) dall’Opg di Aversa e dalla Clinica convenzionata di Lettere, garantendogli con affetto e umanità assistenza, cura e riabilitazione quotidiana.

Con il passare degli anni il numero dei malati nella Sir di Barano scende a 10 per evitare ulteriori lavori da parte dell’Asl (la messa in opera dell’ascensore e la scala antincendio) ma nel frattempo vengono aperte le due case alloggio nel Comune di Ischia, reperite e gestite dal Consorzio Gesco e dalla coop Accaparlante, prima quella di Sant’Alessandro e poi quella di Villa Fasolara arrivando complessivamente a 26 pazienti in carico h24, sotto la supervisone dell’Asl. L’esperienza di collaborazione tra Pubblico e Privato Sociale ha fatto si che la Sir di Barano diventasse il fiore all’occhiello di tutta l’Asl Na 2 Nord per la qualità della vita dei pazienti (dalla posizione paesaggistica e climatica dell’ immobile stesso e per la validità dei progetti terapeutici mirati e di gruppo, di integrazione ed emancipazione psicosociale).

Dopo 18 anni, precisamente il 18 luglio 2014, i 10 pazienti di Villa Orizzonte vengono trasferiti nell’ex-Albergo Stefania di Casamicciola Terme, luogo non adatto e senza autorizzazioni come hanno confermato due ordinanze del Comune e come dimostreranno in seguito le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. Il 4 dicembre 2014 la Procura di Napoli, dopo pochi mesi di indagini, ha disposto la chiusura della Struttura vincolando l’Asl a garantire sul territorio isolano la cura e l’assistenza dei pazienti invitando la stessa a reperire altri immobili a norma. In tutti questi mesi però abbiamo registrato solo inerzia e silenzio da parte degli uffici tecnici competenti dell’Asl mentre la Cittadinanza si è mobilitata da subito a trovare soluzioni abitative.

Adesso c’è il rischio che alcuni dei pazientii vengono riallocati c/o la Rsa di Serrara Fontana , qualcun altro c/o la propria famiglia che noi sappiamo, per certo, non in grado di accoglierli e seguirli e gli altri deportati nella Rsa di Cardito provocando la frammentarizzazione del gruppo creatosi dal 97, gruppo fatto di affettività e relazioni, e quindi si assisterebbe alla chiusura di fatto della Sir impoverendo ancora di più il Territorio ischitano di un Servizio Sanitario fondamentale per la salute dei cittadini.

Ed è per scongiurare e contrastare questo rischio che i Lavoratori delle Residenze Psichiatriche e del Centro Diurno di Ischia , dopo aver ricevuto piena solidarietà dal Vescovo, da Psichiatria Democratica, Comitato Ischiattiva, ass. Forense, Consigliere Savio del Comune di Forio, dai sindacati Cgil e Cisl, Consorsio Gesco e dal suo presidente Sergio D’angelo, dal giorno 6 marzo sono in Stato di Agitazione all’interno della Sir ,attraverso un presidio permanente, senza condizionare in alcun modo la serenità dei pazienti, lo svolgimento delle attività e il proseguimento dei progetti riabilitativi singoli e di gruppo.